Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897
CRITICA SOCIALE 269 portare la questione al prossimo Congresso nazionalei Le Sezioni potrebbero dare in proposito mandato impe• rativo ai delegati) se sia più imitabile l'esempio dei rappresentanti di Empoli, Roccastrada e Torniella, che net conflitto fra il mandato irnperath'o e la loro co– scienza abbandonano la delegazione, o la stoica condotta ùel delegato di Legnaia che vota secondo il mandato e a dispetto delle proprie convinzioni. Nel primo caso rimarrebbe comprovato che il mandato imperativo fun– zionerà. nella pratica tutte le volte che, essendovi pieno accordo fra mandanti e mandatario, esso è del tutto su– perfluo. Il secondo caso è ancora più interessante: esso dimostra che l'idea prevalente nella Seziono trovò bensì una maggior,u1za disposta. a votarla, ma non un socio qualsiasi che, avendola. votata, sapesse portarla. al Con– gresso. Non è poi tolto il gentile spettacolo cli udire il delegato combattere aspramente, in Congresso, il man– dato da lui accettato e dissuadere i colleghi dal dare quel voto ch'egli stesso darà. Tutte queste conseguenze naturali dell'applicazione del principio del mandato imperativo - ottimo dove è conflitto di interessi font.lamentali, cioè nelle riunioni di diversi partiti - a un organismo che non lo comporta, sono molto allegre. Ma ci farebbero sorridere assai pili di gusto se noi le vedessimo slancio di fuori del partito. Così, ò un riso, il nostro, che non passa lo midolle. L,\ CRITICA SOCIA.LE . LAPREGIUOIZIALE DESOCIALISTI IMOLESI '(Risposta all Un T,·avet). Nell'ultimo numero della C1·ilica, sotto il tra.sparente pseudonimo di Un Travet, ò comparso il primo di una serie <li articoli sul « P..irlito socialista di Imola». Diciamolo subito. Quando gli si perdoni quel suo stile da. maresciallo dei carabinieri, molte doli(\ critiche del nostro 1',·avet, que'.le in ispecie che riguardano l'au– mento del dazio consumo e più in generalo la man– canza di un concetto esatto di ci& a cui dovrebbe ser– vire un Comune socialista, sono in gran parte giu• stissime. Tuttavia, ce lo credo. il nostro T,·avet, lo sue critiche hanno un viz 1 O cronologico; non sono troppo nuO\'e. È parecchio tempo che nello nostre adunanze si sono dette e ripetute da molli le stesso ideo; è sotto l'in– lluenza. di queste idee che il nostro partito ha adot• tato nell'ultimo anno un oriontam,.nto del tutto dh•e1·so 1 la cui estrema. coronazione è stata, nel campo ammini– strativo, la. sostituzione di una.Giunta puramente socia– lista a.Ila vecchia Giunta democratica. Quel povero Momento, che noi pubblichiamo, non è altro appunto che l'organo di questa trasrol'mazione. Sarà scritto malissimo; ci saranno moln errori ùi grammatica: ma sfidiamo tutti i 1'ravet di riuesto mondo a trovare ch'esso non rispecchi l'odierno indirizzo del partito socialista italiano. Una volta dunque che il partito d'Imola si è mostrato capace di una autocritica cosi spregiudicata, di una evo– luzione relativamente così rapida, il nostro 1',·avel non ha il diritto di dichiarare ancor oggi che il partito di Imola è e privo della più rudimentale coscienza so– cialista >. La verjtù. è che il nostro Travet è privo della più rudimentale coscienza posiliva. Egli non ha capito che, se da lontano, coll'aiuto di solerti informatori, si può giudicare clell'aritmetica di un bilancio, non è lecito parlare con altrettanta. disinvoltura. di quel delicato complesso di circostanze locali su cui solo uno studio de vistt può insegnare qualcosa. Da noi, per le origini e le tradizioni particolari del nostro partito, amministrazione comunale e partito so• cìalista, furono sin a poco tempo fa, due cose indipen– denti e diverse. Durante sette anni il partito socia.lista. d'Imola è sta.lo, innanzi al buon pubblico, il gerente re– sponsabile dell'amministrazione comunale d'Imola e non ne ha ma.i avuta la direzione effettiva. Questa anomalia dimostra certo, per tutto il veriodo della sua esistenza, che il nostro partito non era provvisto ancora di idee ben chiare. Ma il T,·avet, parlando delle cose nostre, non doveva ignorare che questa anomalia oggi è finita; non doveva dimenticare che, anche prima che essa scom• parisse e per farla appunto scomparire, il nostro par– tito doveva aver maturata da tempo un'evoluzione, fino dalle prime armi della quale sarebbe già. stata iniqua l'accusa. assoluta d'incoscienza. :f: per queste ragioni che il nostro Travet, credendo di poter giudicare il partito socialista d'Imola dai bilanci del Comune d'J. mola, ha preso un colossale granchio storico. Solo col bilancio per l'anno prossimo la fusione tra l'ammini– strazione comunale e il partito socia.lista sariLun ratto compiuto, e le Jineo generali del bilancio medesimo potranno essoro l'indice fedele della coscienza. socialista imolese. A Imola, non bisogna mai scordarlo, si è cominciato a parlare di socialismo molto prima. del Congresso di Genova. Quando avvennero le elezioni dell'89, in se– guito alle quali i moderati perdet.tero la prima volta il Comune, in Imola. non esisteva ancora un partito SO· eia.lista nel sonso in cui s'intese dopo il '91. Non c'era che un agglomero eterogeneo, il quale si chiamava la democrazia sociale. )lanc..indo da noi, per mille ed una ragioni, un ma.o i polo di operai atti a sedel'e con decoro proprio e del partito in Comune, i consiglieri della lista che trionfò furono scelti in massima parte dall'ele– mento che meglio s'intendeva dei mecca.oismi ammini– strativi: l'elemento democr,itico. Avvenne che, mentre, da un lato, gli amministratori democratici non capirono - nè lo potevano - lo scopo socialista per cui avreb– bero dovuto stare lassù; dall'altro, la parte più avan– zata della democrazia sociale, il futuro nucleo del par– tito socialista, non ave,·a ancora la coscienza necessaria per immaginarsi di dovei' esercitare e por poter eser• citare con chiarezza di vedute un controllo quotidiano sull'amministrazione. Di socialista in tutto questo periodo non ci fu che una cosa: Andrea Costa. E ru il Costa che, col signifi– cato del suo nome, diede una b..indiera socialista ad una merce che non lo era ancora. Intanto, sotto l'influenza dcll'evolu7.ione del partilo italiano, si andava formando anche tra noi il nucleo dei cosi detti -i: giovani• (i giovani Tut·chi},la cui opera fu la propaganda delle ideo che a\'evano trionfato a Genova e a. Reggio Emilia. Le elezioni amministralirn del '95 sopravvennero al lorchè la trasformazione interna del partito imolese non era ancora compiuta. I « giovani »- andarono, combat• terono, .... ma non vinsero. Contro di loro prevalsero, per quanto ormai scosso, le vecchie tendenze. Solo in quest'ultimo anno la corrente nuov:i ha potuto ottenere un trionfo definitivo e portar seco le modificazioni cui accennammo più sopra: massime fra le quali l'assiduo controllo dell'amministrazione per parte del Circolo socialista.
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