Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897
268 CRITICA SOCIALE nell'esame della. società. borghese, essi debbano dirigerlo anche sulle loro proprie organizzazioni. Se la diagnosi sarà qua e là forse eccessiva, se la critica parrà acr(\ meglio questo eccessoche non il difetto opposto. Quando il cibo sarà digesto, lascerà il vital nutrimento di cui parla padre Alighieri. Tantopiù che quei vizii (vizii di adolescenza, vogliamo credere), sui qua.li il nostro 'l'ravet mena lo stamlo, non si trovano, pur troppo, in Imola soltanto, anzi molti fra ossi - e l"autore non lascia di avvertirlo - si trovano, corno e più che in Imola, in troppi altri luoghi, anche economicamente più progrediti. Quella vanità. delle fa. ciii e numerose inscrizioni dei soci, che non pagano i contributi e che non sanno quasi neppure J.i essere iscritli; quelle interminabili discussioni bizantine che non inter·essano gli operai, quello spirito di formalismo, di burocratismo e di intolleranza. meschina che mula cosi spesso in parodie di al'eopaghi le nostre sezioni, sono un po' il peccato universale del socialismo italiano, e più d'un esempio potremmo coglierne (sventando così il sospetto di sciovinismo) in questo istesso centro dovo noi lavoriamo. Ma. preferiamo, a, scanso cli commenti pettegoli, citare un esempio nel quale la nostra pa,1-te– cipazione o testimonianza personale non entrano affRtto, il che ci permette Ji rimanere assolutamente obiettivi. Nell'ultimo Congresso regionale toscano, tenutosi a Livorno sulla. fine Ji luglio, ne "cnncro fuori delle bel• line (le chiameremo cosi per non guastarci il sangue), che sembrano la esemplificazione pratica, froebeliana, dei rilievi generali fatti dal nostro 1 1 ravet. E da notare che il Congresso di Livorno era la ripe– tizione od integrazione del Congresso indetto prima a Grosseto e andato a ma.le IJCI'proibizione prefettizia. In seguito alla. proibizione, la. Commissione regionale aveva disdetto il Congresso, ris13rvandosi di indirlo al– trove regolarmente. Ma. i pochi convenuti a Grosseto non vollero perdere la. spesa del \'iaggio nè privarsi del piacere innocente di una. protesta. contro l'autorità., e tennero lo stesso una specie di Concilio ecumenico a sezione ridotta, scomunicando a dritta. ccl a manca, a cominciare dalla Commissione assento, per finire con Andr1..1aCosta, gravemente indiziato del delilto di aver ricusato di combattere - in condizioni impossibili e per lui ripugnanti - la lotta. elettorale a Grosseto conlrc il Socci. A Livorno, al prinr.ipio della seduta - togliamo dtll rendiconto, che può considerarsi utncialc, del giornale socialista li\'ornese, la Ragione - -i: constatato che tre o quattro sezioni, a,,endo il delegalo comune con altre, resterebbero prive di voto (perchè nessuno può a\·crc più di un voto), i mandati di questi vengono ceàuti ad alcuni compagni, che assistono come spellalo1·i. » li gior– nale che dà il rendiconto non registra alcuna osserva– zione che sia. stata. fatta a questo strano modo di im· provvisare le rappresentanze. Si noti che le Sezioni rapprosentnte non furono in tutto che 31, e i rappre– sentanti con diritto di voto furono 3i. li tota.le però delle Sezioni inscritte alla Federazione fu rilevato essere di 67 con 2477 inscritti. « Siccome pe1·ò - aggiungo il rendiconto - è noto che quasi tutte le Sezioni, per pagare un minor contributo fede1·ale, denunziano la metà degli iscritti (sic), cosi- può calco– larsi che invece gli insc·ritti siano 3000 (sic). » Questo computo, che non ra molto onore al genio aritmetico di chi lo ha. fatto, non risulta se sia. del commissario relatore o del giornale riferente. Comunque, non è l'orso curioso1 Così le Sezioni sedicenti socialiste toscano si Bib 1oteca Gino B1arco porrebbero di fronte all'amministrazione del partito con lo stesso spirito di resistenza con cui un contribuente proletario si può porre cli fronte al Governo della bor– ghesia.: e farebbero a frodare la cassa. del partito, che è poi la loro, come se rosse la cassa del regio esattore. Con questo spirito ùi schiettezza. e di soliùarietit. si "a• ghegght. JJoi l'organamenfo dello Cooperative socialiste e s'impone l'obbligo ai coopera.tori socialisti di versare al partito i loro dividendi. Ne piglieranno di molti! Con tutto ciò, il Congl'esso Ji Livorno, si sa (ò antica e tena.ce tradizione del socialismo etrusco), è stato il trionfo della intransigenza elettorale à tout ,·ompre, anche nello elezioni amministratirn, anche nei ballot• taggi ! Il di"ioto è stato fol'male di « appoggiare o anche 1·accomanda1·d, in nessun caso, candidati che non siano regolarmente a.scritti al Partito socialista italiano». Questa. « regola.re inscrizione», come si S3, costa la. tenue spesa di L. 1,20 all'anno. Si può domanJ.are di mcno1 Meno male che, in vista. del proverbio e a.equa. passata non macina.», si rinunciò ,t. fa.re dei rorma.li processi por le infrazioni passate e ci si limitò ad una lavata di capo gencric<t. ai contravventori, coll'intima.• zione di« non farlo più». Dalla minaccia. di una lavata. di capo non andarono esenti quei consiglieri circonda– riali che non scusarono l'assenza, e lo stesso nco-depu• ta.to della regione, avv. Pescetti, che, forse per un riguardo alla. propria salute, non era intervenuto al Cong,·esso. Il più interessante però (usiamo, una "olla. ancora, un eufemismo) è stata la bella prova fatta. dtil sistema. dei manda.ii lmperati"ì, contro il quale, si vede con che bel rrutto !, noi abbi.uno spezzato più d'una lancia., perchè sono evidentemente la negazione di qualsiasi Congresso di partito o rendono inutile ogni discus– sione. Come siano anche la negazione Jel senso comune, il Congresso toscano s'incaricò di darcene la. dimostra– zione pratica. Baste!'.\ riferire dal rendiconto: I rappresentanti di Empoli e Roccastrada (due dei 1·app1·esentantiimp1·ovvisal.inel modo che si è detto), che non hanno voluto votare secondo il rna.nJato impera– tivo e contro h~loro conviniione Individuale, dichiarano di rinunziare al mandato. - Il rappresentante di Tor– niella (all1·0come sopi·a) dichiara di aver votato secondo lo proprie idee (quaie sventU1·a!) avendo ignorato che in proposito la Seziono che rappresenta. avesse dato manLlato imperativo. - Sulla tattica.: Ji'fren::e propone l'intransigenza assoluta. Sticcìano l'appoggia. (La so– stituzione dei nomi delle località.ai nomi degli oratori, che sembm da1·eun cosi.piccante sapo1·edi cospfra::ione a una discussione tmito innoce,ite, non è aU1·0invece che la logica conseguenza dei mandati impe1·ativi, per cui la personalità. del maudalario è completamente an• nullata.- analogamente il nostt·o ottimo amico p,·of. Ja– copo Danielli, delegato al Consiglio na::ionale, net ren– cliconto diventa tout court il « deputato nazionale»). - Il rappresentante di Torniella non volendo seguire il mandato imperativo, lo rinun1.ia. (Ecl è t·eciàivo). - Ca- 11rona ha mandato imperativo per conrermare il delibe– rato del Congresso di Firenze - transigenza nei ballot– taggi cogli amni. .. Legnaia ha dato mandato imperativo per l'intransigenza. assoluta: il rappresentante lo ese– guirà. per quanto contrario alle proprio ideo. - Ffren:e bis "uole l'intransigenza assoluta che affretterà. (aspetta, cavallino! ...) la di\'isione nei due soli partili naturali, conservatori e socialisti >. E via di questo passo. Rimane a domandare 1Jer che diavolo di ragione (la Rag_ione .... di carta. non no dà.alcuna), i signori Caprona, Legnaia, Firenze bis e compagnia bella si sono scomo– dati fino a Livorno. Non bastava mandare una cartolina e incarica.re un portiere dello scrutinio1 In secondo luogo si dovrebbe decidere (perchè non
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