Critica Sociale - Anno VII - n. 2 - 16 gennaio 1897

CRITICA SOCIALF. 23 CONTRO IL REFERENDUM I. Ref'e1•eminm o parlamoutnrismo, Baudelaire sospirava la possibilità di aver scritto in precedenza tutte le risposte alle s,•ariate que– stioni che si potevano muovergli nel cor-,o b1·ere di un giorno; noi conosciamo, all'inverso, le risposte « umciali • che a certe questioni si é disposti a da,·e in ogni circolo dete,·minato di pe,•3one. Così, rra i socialisti e in generale fra i democratici, è di un elTello sicuro il rat!lgurare la legi lazione diretta per mezzo del popolo come una reaziono decisiva e salutare ai mali del regime parlamen– tare. I pochi giornali del partito nost,·o, che mi concessero l'onore di occuparsi della relazione pro• sentata da me al Congresso di Firenze, si mostra– rono seriamente impensieriti del poco conto ch·io facevo di quel rimedio; ma, per quantabuonavo– lontà io ci abbia messo 1 non mi ò ancora riuscito di convertirmi alla loro farmacopea.Anzi, a ripen– sarci su, se tulti gli argomenti, che in pro della legislazione diretta possono mettersi innanzi, si ri– ducono malinconicamente a quello solo, non c'è prop,·io da rallegrarsi per la ricchezza dialetlica di c1uel pl'iucipio, prova non certo concludente della sua bontà; sebbene, e sendo la dialettica for• male anch'essa un'arme del sistema della libera ed immediata discussione che per antonomasia suolsi chiamare parlamentarismo, potrebbe anche passare per una virlit del principio anti-parlamen– tare il farne a meno. E non ci metto bocca. Ma la difllcoltà grossa, nella quale ci imbattiamo sin da principio, è questa: quale estensione inten– dono dare gli antiparlamentaristi al principio della legislazione diretta ed in che modo intendono in– trecciarla al funzionamento degli istituti sociali, posto che l'organizzazione del governo, anche ri– dotta ad una macchina che applichi le delibera– zioni del popolo, non possa abbandonarsial criterio per.sonaledi alcuni uomini, sottratti ad ogni con– tatto popolare, per non far essi parte di un·assem• blea deliberante! Per quanto mi sia sro,•zato di vedere in che senso i socialisti sostenitori del 1~e– (erendum vogliano intendere la portata di questo istituto, e cioè quali debbano essere i suoi limiti ed in che modo se ne debba attuare il funziona– mento, non son riuscito ad averne un concetto pre– ciso. Alcuni desiderebbero limitare il 1·e(e1·endum ai soli casi interessanti le leggi o,·ganiche dello Stato, come per esempio quelle che si riferisconoalla sua costituzione politica; altri - e ciò ò pii, special– mente dei socialisti inglesi - intenderebbero ve– nissero sottoposte alla votazione popolare le leggi respinte dalla Camera alta; ed altri finalmente vorrebbero che senza distinzioni venissero portato alla votazione popolare tutte le proposte, quando ne avesse fatta richiesta un determinato numero di votanti. Poi vi sono di quelli, come il Consi– dòrant ed il Rittinghausen, che propongono una organizzazione tale della legislazione diretta, per mezzo della quale ogni traccia di governo parla– mentare sia completamente tolta via. Son costoro appunto i soli ve,·i e completi sostenitori della le• g1slazione diretla in quanto supposta definitiva eli• minatrice di tutti i denunziati inconvenienti del sistema pal'lamentare, i quali, in vorità, se si am• mettono tanto grad o così rivoltanti, non possono eliminarsi se non con la pili radicale distruzione del sistema che ,•i da organicamente origine. Ora su questo pnnto é bene intendersi con molta chia– reua, poiché la veri!.\ è questa, che il ,·e(e1·endum e l'iniziativa saranno forse le cose più belle cliquesto mondo,ma non escludonoaffatto il parlamentarismo. li ,·e(erentlwn é <1uelloche ò; esso è una islitu– zione che funziona in un modo detel'minato,e per di più non è un p1•ogello fantastico, per adesso fuo1·i della storia; pe1·scorgerne la vera natura ò sunt– cienlo riscontrare i modi del suo funzionamentolà dove è una islituzione gi:\ realizzata. E poichò al Congresso di Firenze e fuori opposero la Svizzera, ,,ediamo come il refe1·endum vi si eserciti ('). Fino al 1874 il potere lcgislati1•0 era esercitato in modo quasi assoluto dal Consiglio na.:tonate e dal Consiglio degli StaU; il primo rappresentava il popolo svizzero, come unità politica, il secondo i ventidue piccoli Stati di cui si compone. Ma in quell'anno venne adottata una importante delibera• zione: trentamila cittadini attivi od otto cantoni possono domanda1·eche una legge venga sottoposta alla votazione popolare. Questo diritto si chiama 1·e(e1·endum, perchò é un appello al potere sovrano afllnchè dichiari se sanziona o pur no una deci– sione del potere legislativo. L'S aprile 1801, l'as• semblea fede,·ale deliberò cli accordare al popolo il diritto di iniziativa, il quale esisteva per> il popolo sin dal 1818 ma limitatamente al diritto di provo• caro una revisione della costituzione.Quando50 mila cittadini ne facciano richiesta, l'assemblea federale sollomettera alla votazione generale la proposta avanzata. Un tal dil'itto compete anche ai:1essa. Si badi però che l'iniziath 1 a si riferisco a muta– menti negli articoli della costituzione federale; ma <1uesto disposto non ò un limito, poiché non vi ò proposta che il Consiglio federale possa rifiutare di fa1·e iscrh•ere nella costituzione quandosia stata accolta dal popolo. In quanto al ,·e/èrendtmi, ò di obbligo ricorrervi allorchò si tratta di leoot o di disposizioni (a1·1·étés) di portata generale. Il D1•oz mcstra come il Consiglio federale abbia un potere mollo vasto, così. In fondo é esso che stima quando si tratti di legge o di disposizione e se di 01~line generale o particolare. Inoltre ò giurisprudenza stabilita che i tratlati con l'estero ed i bilanci siano sottratti al ,•e(e,·e,vlum. Noi esamineremo nell'articolo seguente quanto giovi alla causa della democrazia questo sistema ibrido, e mostreremo di quali armi formidabilisia armata l'assemblea federale pe1•render frustranea una deliberazione compromettente del popolo; qui ci preme solo di mettere in rilievo, dal lato for– male, come questa organizzazione politica importi tutt'altro che una eliminazione del sistema par– lamentare. Innanzi tutto, noi riscontriamo un du– plicato delle nostre assemblee politiche nei due Consigli della nazione, che sono ad una volta po– tere legislativo e potere esecutivo. Accanto a quelle noi troviamo un rac-simile dei nostri Consigli co– munali e provinciali nelle assemblee di ogni can– tone. In altri termini quella forma di organizza– zione politica,che da noi si argomenta causa prima degli scandali del giorno e del dominio incontra• stato della classe borghese, é pur anche l'organiz• zazione politica della Svizzera, cavallo di battaglia dei di[ensori del ,·e(enndi.m. Se si oppone la poca frequenza ed entità degli scandali accennati, nella vicina repubblica, sarebbe un vero errore riscon– trarne la causa nel correttivo del 1'e/e1~e1ulum. La Svizzera ò un paese economicamente, e nella sua generalità, pochissimo Sl'iluppato. Una borghesia vera e propria, come classe storicamente determi• nata, non vi esiste. Dippiù una tradizione demo– cratica di secoli ha tolto allo Stato quel carattere di classe che è la sua nota sfacciata e profanatrice in tutti gli altri paesi, ed inoltre ha reso im1>os: (1) Seguo l'opera. di NU)U. Dnoz, 111.ftrHCtlOn Cl.,lQHC. Il Orot Ò un antico consigliere f~eralc avluero.

RkJQdWJsaXNoZXIy