Critica Sociale - Anno VII - n. 2 - 16 gennaio 1897

18 CRITICA SOCIALE I prefetti lo invocavano per prendere quei prov– vedimenti che la legge vieta: lo i1n•ocavano cini– camente per farsene beffo. La cosa era troppo allegra perchè non mettesse conto che ci insistessimo un po'. E infatti, nel decreto del prefetto di Roma, anche cotesto tapi• nello di articolo 3 fu lasciato alOne tranquillo. Avevamo dunque un po' torto di scl'ivere, nel nu• mero scorso, che i discorsi dei socialisti in Parla– mento non sen•ono a nulla, o solo a provocare il peggio.Questavolta hanno se1•vito a fa1·ci guada• gnare in schiettezza. Il prefetto di Roma si confessa cosi fuori della legge, che nctngli 1·iesce di citarne un qualsiasi cap0\'e1·so, sia pure stiracchiandolo, pe1· dare la polvere negli occhi. Quanto agli allri molivi del decreto, non faremo loro !"onore cli sciupare un at'licolo per confuta1·li. Quanti l"hanno letto devono aver fatto buon sangue. Basti dire che un capod'accusa, forse il più g1•ave, consiste nel fatto che la Camera di lavoro avrebbe costituiti ed ospitali dei nuclei operai di resistenza. Si intenderebbe che l'avosse1·O sciolta se non avesse fatto neppur questo, mancando completamente alla propria ragion d'essere e mangiando a ufo i quattrini dei contribuenti. )fa la Camera di la\'Oro ha preso sul serio il documento prefettizio e gli ha opposto una lunga til'ile,·a per dimosh·are che, se pure taluno di quei nuclei si faceva chiamare di resistenza, non e1·a in fondo che una lustra e la loro azione era bencvisa ai capitalisti:~che di• ciamo, ai capitalisti 1 persino ai colonnelli e co– mandanti dell'esercito regio; o c'è la carta che lo canta. Dopo le quali asse\rerazioni confessiamo candida· mente che ci è alquanto scemata l'afflizione che lo scioglimento ci aveva procU1·ato. La Camera di lavoro, poi, non ha nè incoraggiato nè aiutato gli scioperi; o li ha ignorati o, quando per caso glie no giunse notizia, si volle far in quattro a farli subito cessare e vi riuscì meglio che non il prefetto ed il questore. Se diede qualche soccor$O,non fu che per spirito cristiano di bene– ficenza, perchè gli sciope1·anti. taluni, avevano famiglia: se fossero stali trovatelli o soli al mondo potevano aspettare un bel pezzo sotto la porta. 11\fìne,quanto ad indirizzo politico, la Camera di lavoro era più casta e immacolata d'una vestale: i suoi membri, se ne avevano uno, lo appendevano nel vestibolo colla mantelliaa. Anche i deputati radicati, se i giornali espose,·o il vero, insistettero su questo punto, molto essen• ziale. Alla Came1·adi lavoro i socialisti non ave– vano che fare, anzi nelle elezioni vi e1·anostati bat– tuti sonora1rnmte: Se i socialisti vi avessero avuto di.-itto di cittadinanza, ogni libito sarebbe stato licito: ma cosi1 . .. Pare che il marchese sia stato persuaso anche lui, quanto i deputati radicali, da questi argomenti, tanto che promise di lasciare che la Camera di lavoro si ricostituisse. E allora, o perché l'ha sciolta! L'ha sciolta, gran dio! per la slessa ragione per cui sciolse i Circoli socialisti, per inCondereun po· di vit., un po' di slancio in questo nostro partito, io questa massa proletaria così apata, difficile a f~uno~t!sf 1 ~J~~~:e:t! 8 !dd 1 ~~~~~!:~i{,e 1 ! 1 ~liim:o~~i Circoli, è un fatto dimostrato, se lasciati a lungo tranquilli dalla polizia, si perdono in quisquilie bu– rocratiche, in pettegolezzi senza fine, si disorga– nizzano da sè. Conveniva dunque ridestarli: po1·chè infine essi compiono, dal punto di vista del Go– verno, l'abbiamo già detto, un·utilissima funzione. 6 U VLV Per poterli sciogliere bisogna pure che esista.no ; per poterli perseguitare e salvare la patria e ve– dersi serrare atto,·no la baleuante maggioranza parlamentare, bisogna che cotesti Circoli si fac– ciano vivi. E infatti, non appena la polizia li infastidisce e li minaccia, si sentono come 1·inati. Bisognava ve– dere i socialisti milanesi, l'altra sera, all'assemblea generale del partito. Si doveva discutere talune modificazioni al re• golamento della Sezione e nominare la Commis– sione esecutiva. In quest'o1·dine ciel giorno - ci disse rispetlore di servizio - la questura aveva fiutato de' pericoli serì. D'altronde l'adunanza su• perava i frecento, cifra cabalistica; erano trecento alle Termopili, erano trecento quelli che sbarca- 1·onoa Sapri; è la cif,•a dei colpi cli mano. Perciò l'ispettore disse di voler ent1·are nella sala. Disse: ma ci fece intendere che ciò che ,·ealmente voleva era che noi ci opponessimo,che non lo lasciassimo entrare. « Se entl'iamo, pensate, diceva, alle conse– guenze! ». Souo infatti quindici giorni che la que– slura di Milano si industria con le vessazioni pili sconcia di suscitare nei pressi delle nostre riunioni qualche malumore, qualche atto che possa venire gabellato da quatt,·o birri giurati come ribellione od oltraggio: tanto per ave,·e qualche cosa eiamet• tere nel decreto, gh\ bell'e allestito, di scioglimento ciel partito. Ma di <1uesti matricolati di socialisti non uno, uno solo, che abbocchi. Poichò dunque la questura sperava di venire respinta, i socialisti si affrettarono ad accoglierla nell'adunanza, con tutti gli onori del più sepolcrale silenzio. Non un fischio (e s'era ben un migliaio), non un atto di dileggio e neppure di sorpresa. L'assemblea continuò il suo lavo1·Oe quei poveri carabinieri si annoiarono mortalmente per forse tre ore. Gli è che a Milano non siamo a San Giuseppe Jato e, se la polizia è galeotta, i socialisti sono marinal'i. 'l'uttavia non sarebbe gran danno se il nostro Donasi locale si decidesse una buona volta a sfre– na,·e dall'olimpico pugno il tremendo decreto dis– solutore. Che lo trattiene 1 L·ha già fatto una volta e non c"era più onesto motivo. Già, se non noi, qualche nostro antenato potrà bene a"ergli intor– bidato l'acqua potabile di palazzo Monforte. Le ele– zioni, pa1·e,si fauno propinque e la fiaccona ci po– trebbe giocare dei per0di tiri. Noi non smania\lamo di vedere indetti i Comizii, perchò lo Spirito Santo a noi non infuse la fede, che Ia,gì ad altri, nel risanamento della Camera, e al nostro partito ci pareva che un po'di maggese gio\·assc. Ma da che il Rudini riprese ad aiutarci, mutammo parere. And1•oaCosta disse, ad Imola, che i deputati socialisti rientreranno raddoppiati a ~lontecitorio. Dopo gli ultimi scioglimenti è questa anche l'opinione dell'Adige, del Carlino, di una folla di giornali non nostri amici. E comincia a diventare la nostra. . .. Or tutto questo non è, ciascuno lo vede, che la gaia commedia della reazione, cui nessuno crede, meno di chicchessia gli istrioni eia teatro diurno che la sian ,·ecitando. li Mattino ha torto, parlando dei nuovi rigori, a compiace1"Si del naso dei socia– listi. Se egli compulsa la raccolta dei nostri gior– nali cominciando dal marzo, troverà che il naso dei socialisti aveva fiutato assai bene nel Rudini un ministro reazionario quanto e più del prede– cessore. In una cosa fummo truffati: lo credevamo un 1·caziona1·iopiit serio. t socialisti, perseguitati in alto e noi centro d'I– talia, sono, pel momento, blanditi in Sicilia, ò fa il gii-odei giornali quella corrispondenza al Cai·lino

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