Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896

344 CRITICA SOCIALE Il diritto di testare, caus a.di degenerazione della specio umana: e Per tutto il r egno animale (l'uomo compreso) ciò che noi abbiamo chiamato la. giustizia non è altro che l'aspetto etico sotto il quale si presenta. la logge biologico, in virtù della <1ualo la vita in generale si è mantencta e ha evoluto verso forme superiori.• ( 1 ) Ma: « Sempre il conflilto umano (nelle condizioni so– ciali attuali), in luogo di favorire I più forti, favorisce i più deboli, e ben lungi d'essere, come la lotta ani– male, una causa di progresso, è un elemento di regresso o di degenerazione•· l') E ciò: e grazio a una causa puramente umana 1 l'eredità. dei beni•· (') Ounqae, anche secondo il concetto spcnccriano, la giustizia non può permettere l'eredità dei beni. Contratldizione stridente, ripeto, percJ1è,nel mentre dichiara giu~to « che ciascun adulto raccolga. i risultali della sua propria natura e <.!egli atti che no sono la conseguenza• (I), egli accetta 11diriUo di testare che ra sì che gli erodi non raccol– gano i risultati del loro ozio e anche la maggior parto tlello ,·oltt, dei loro ,•izi. Ma Spencer è stato indotto ad accettare il diritto di testare, non come logica conseguenza do"suoi principi ronda.mentali di giustizia, ma perchè non gli si pre– sentasse una gravissima questione che egli, non col– lettivista, ma libero-individualista. per eccellenza, non avrebbe saputo affatto risolverei questione che, se non potevo. sorgere negli antichi allme,ute,i svizzeri e ale– manni, nei mi1' della Russia, noi clessa di Java, per il loro modo di produzione agricolo primitivo, sorge gra• vlssima invece oggi per il modo di produzione, tecni– camente cosi meravigliosamente perfezionato, della grande industria.. modo di produzione che non può fare a meno di grandi capitali e che nnzi O tanto più perretto, risparmia tanto più le ftltiche dell'uomo, quanto più abbondanti sono questi capitali. Dato che l'aumento di capitali sia cosa. desiderabile, come lo à infatti in– discutibilmente; dato che quesl"aumento oggi si ottiene principal mente, s o non esclusivamente, in grazia. del diritto di tesla.re, diritto che sprona i genitori al lavoro e al risparmio per amore dei figli; dato che questo diritto di testare non b più ammissibile in un regime vernmente e perrettamente contrattuale; come si otterrà. questo aumento di capitali llopo nbolito il diritto di testare! 11 colletti,•ismo mariista risponde che lo Stato, es– sendo l'unico capitalista industriale, riterrà da quello cho i singoli la,·oratori producono, ollre la porzione per i vecchi, per i fanciulli o per gli inrermi, anello una porzione per aumentare la. quantità di capitali esistenti.(') Quindi io trovo cho la. caratteristica. più importante del collettivismo non ò tanto nel regolare la produzione, nel rar cessare l'anarchia della. produ– zione, anarchia che, rra pnrentesi, 'fa ogni giorno dimi– nuendo('> o che rorse il collettivismo renderebbe mag- ( 1) Sr>XSCP.R: Justlee. - Gulll:'lumln, paK. 17J. t'J ACIIILLH I.ORIA: Dar1ch1'1me IOClal. - Rer:iu llllernatlonal• cle IOt.'iolO(lftl, Juln, t896, pag. 418. t 1 J 11110: pag. 4U, ('> S1•u.c1m: OJ). rtt., pa11:. 31. t'J « Prima di tutto, dal prodotto del l:i.voro J>01>0lare deve e,. rero ritirata una p~rte che dne l!lenlre n m:rntenere I m:'llall, gl'ln\':'llid/, I ,•erchi e I fanciulli; di 1>lu 11nn ,,arte che è nece1• , ,ria all'accumul:lzione d'un 11uoro capitale, che l11 uno Stato soclallsla de,·e euere realtu:ato dalla collettMI:\ e non ilìù dagll Individui Isolali.• (liAtTSKY: I.o rtfpnrtlllott du tra&flU aa 11, t"Ktat •oclali4te. - Ref>ue •ix:taU•te, Juillec, 1884,pag. 593), (t/ « Con cui (con I contralti a tumlne) si è fatto un nuovo e igllntuco pauo (oltre quelli falli per meuo del sl11daca1iindu• 1trl11l, delle Società cooperallTe di conaumo e di produzione, 81011ote a G1 10 l:jlanr.o giore insieme allo sperpero spaventoso di rorze che la burocrazia e rannientamento della reconda. iniziativa indivldunle cagiona; quanto nell'essere l'unico espe– diente finora. escogitato per conciliare i due termini contraddittori: abolire il diritto di testare e spronare fortemente al risparmio i espediente però che potrebbe recare più m::Lleche bene e cho sopratutto potrebbe non essere il migliore, perchb, checchè si dica, le cri– tiche che ad esso muovono gli economisti sono altret– tanto (acili a. rt1.rsi quanto vere e giuste. E, se il socia– lismo si espando vittorioso, se lo masso operaie sor– gendo a. coscienza si agitano e chiedono giustizia, so il desiderio di un regime migliore invade lutti, non bisogna. credere cho à il collettivismo cho ra questi progressi; apparentemente si, perchè la grantlissima. maggioranza dei socialisti si proclami\ collettivista, ma questo avviene perchè il collettivismo è !"unicosistema Onora che abbia scritto sulla sua bandiera l'abolizione del diritto di testare, le condizioni di lotta. rese uguali per tutti i non perchè osso vuole irreggimentare e re– golare la produzione in questo o in quel modo. Anzi, b proprio questa irreggimentazione della produzione che tiene invece lontani da esso tanti e tanti che com· prendono e deplorano l"ingiusl i zia del regime borghese, ma. che, compresi delle giusto critiche degli economisti, se ne tengono lontani come lla cosi\ norasto.. Compren– dono e deplorano l'ingiustizia dol regime borghese, ma l'accettano per manca11:a di meglio. Ma.non per questo si deve perdere la. rede in un ruturo regime diverso e migliore del regime borghese attuale. Il colletti \'ismo ha tentato conciliare i due termini contraddittori: abolizione del diritto di testare e sprona.mento al risparmiai esso non c"à riuscito. A questo tentativo rallito altri ne succederanno e rorse di questi chis!!à.quanti altri ralliranno nello stesso modo. Ma non per questo potrà. Yenir ritardato l'avvento del regime futuro perrettamenle contrattuale , che il perre– zionarsi e l'espandersi della coscienza socio.le rende rata.le e certo. EUOENIO RIGNANO. delle Unioni Industriali operalt-, ecc,) veno la organiuulone unitaria e regolata della produtlone; Il dlllacco fra le condl&ionl della offerta e della domanda è dlve11tato meno frequente; l'anar• t"hia indlridualiatlc:'I e negolat:i della produ&ion'! e della clrco– lulone, Intorno :i cui tante lngnanze •I 10no eluatc, va cedendo :'I 1Jocoa poco Il posto, per magluero pailentfl delle con e non degli uomini, alla previsione del ruturo t-dalradattamento sempre più e\curo delraltlvitfl. produt1lq1. al comumo. • (l.u101 E1H.1,1,.,D1; A foco,·e del co11tratU dlfftJ"tUJlall. - Xlfonna ,oclale, !5 1et– tcmbre IS'Xi, pag. 416•417). LEBASIECONOMICHE DELL'AMORE Se la dottrina del materialismo storico ha un lato che pii, difficilmente si presta alta dimostra– zione e più facilmente all'attacco, certo esso è quello che si riferisce ai fini e all"azione dello Stato. Pe– rocchè, in questa che è, come a dire, la parte politica della dotll•ina (e specie quando si prenda in esame la complessa sfruttura dello Stato mo– derno), l'azione reciproca delle varie classi e sotto• classi che lottano o si alleano , 1 ariamente fra loro, l'opera diversa e multiro,·me delle superstrutture religio:-;e, giuridiche, morali, oramai formate e con– solidate, cioè quella interdipendenza sociale (come la chiama il De•Greel") per cui « i fenomeni e le funzioni più speciali e superiori reagiscono sui fenomeni e le funzioni più semplici e più generali

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