Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896

350 CRITICA SOCIALE spini o giolittiani, e gli argomenti contro la. politica coloniale di Crispi furono gli stessi, che i crispini avevano adoperato per combattere Depretis. Tutti i Ministeri poi manipolano a proprio vantaggio le eleiioni, e tutti si rinfacciano la corruzione governativa nelle elezioni. Mezzi infami furono usati dal crispismo per alferro.re il potere: basta ricordare rra. tutti il bivio tremendo in cui ru messo il Giolil}.i - buona lana alla sua volta! - tra l'insurrezione in Sicilia e l'odioso scioglimento dei Fasci, tra. l'accusa. di non aver saputo mantenere l'ordine e quella di aver mandato la flotta nell'isola. In tutto questo, io dico, il partito socialista deve sempre entrare, ma con una voce propria, perchè mostri ehe, per mutar che si faccia di uomini di go– verno della borghesia, da Crispi a Starabba, lo basi della. società. non si mutano di una linea. Tutto questo non so come possa parere misticismo. Forse percllò ho preso nd esempio il moto dei primi– tivi cristiani 1 Ma in quel moto, sotto un'idea religiosa e con tutte le pazzie del fanatismo, si svolse tanta forza rivoluzionaria in tutti gli ordinamenti civili, che una rivoluziono nuovo, tendente a rifare a nuovo la società, deve attingere insegnamento da. quello. Se il trionfo del cristianesimo ru do,·uto principalmente, come dissi, all'impersonalità. della lotta, ciò non significò che la nuova. fede non camminasse con lo gambo degli uomini, e su gambo umane non si reggesse la.reazione. Il culto dei santi serviva I\ dare modelli di virtù cristiana, ed i mercanti furono cacciati a. colpi di fune dal tempio. Per solo misticismo Gesù non sarebbe stato crocifisso. Marsala, i I ottobre 1896. S. CA:-.DIAltt:lll SCUllTI, Il nostro valente collaboratore marsalese è dunque assai me11O lo11tanoda BOiche a tutta prima non sembrasse. Ne prendiamo atto ,•olontieri. Rimane sempre che i nosfri « commenti e complementi > non furono inutili, se anzi,ad ottenere un tal quale accordo. fu necessario ch'egli vi aggiungesse anche i suoi. Il che ci fa pensare a un'arguta malignità di Alessandro Manzoni intorno ai libri che hanno bisogno cli altri libri che li giustifichino ... Non insistiamo dunque. Tantopi\1 che il paziente lettore avrà notato da sè lo sforzo della difesa dove il Cammareri, a coonestare l'assel'ita « intangibi– lità• della conquista del voto, allega che, se essa non fosse, avrebbe « completa ragiono la tattica asten– sionista >, per soggiungere, quattro righi più giù, che « un'arme non diventa inutile pel solo fatto che può esserci tolta nel combattimento »; come pure laddove quella necessaria antecedenza, che noi negavamo, della « diffusione dei principi della nuova morale > alla rifo1•ma sociale, diventa non altro che la necessità di dare al proletariato chiara e sicu1·a coscienza dei problemi che lo riguardano e dei mezzi per risolverli: nel che il Cammareri ha indubbiamente ragione, ma - posta la tesi così - nessuno glie la avrebbe mai contrastata. Nè, del pari, sono infirmati dalla sua replica i preziosi set•· vigi che ci rende ruso del Lei, non per elevare, ma per tenere altrui a rispettosa distanza. Infine lo stratagemma dialettico, per cui l'antitesi della proposizione di Bakunin diventa la « conseguenza reciproca> della stessa proposizione, non crediamo sia pm· persuadere chi, come noi, e come il Ba– kunin, scrivendo quella frase, pensava non allo gambe astratte delle idee, ma alle gambo concreto degli uomini, Noi crediamo ancora che l'amore senz'odio, o l'odio che dallo cose non rimbalzi sugli uomini siano astrattezze vaporanti nella frase; siamo insomma un po' del pa1·ere di Dario Papa Bib 1otecaCJ1no B1arco nella polemica dibattuta testé col Ferri nell'Italia del Popolo. Ma su un punto il Cammareri scivola, sul quale ci preme di soffermarlo. Egli scrisse che le finalità degli anarchici sono comuni ai socialisti. Lo avver– timmo che il contrario è il vero. Ribatte ora par– landoci di successione di fasi e di semplice diver– genza di metodi; e se la sbriga in due righe. Senta qui in proposito quel che scrive il De Pressensé, io uno degli ultimi fjl.scicolidella ultraconservatrice Reoue des deux -monaes: (e ~~-i~~'~: -~:~d1~·~ 0 6 z ~:,.~:.1~ 1 ~~~ f~:e,g;D, cr~~~~f~ che scava un abisso (altro che successione <li fasi!) fra il principio socia.lista e quello anarchista. Il primo a.r– rerma la stretta subordinazione dei diritti dell'individuo tll beno comune; il secondo, l'autonomia illimitata tJel• l'individuo. Il primo chiede l'intervento dello Stato, della. costrizione legale, in una quantità. di dominii che ftn qui gli furono sottratti; il secondo vede nello Stato un male. o piuttosto il male in se stesso, che bisogna. abolire. Il pruno crede che la. libera concorrenza, il libero svi– luppo degli egoismi, la libera. caccia degli interessi particolari mettano ca.po ft1.talmente all'oppressione, alla diseguaglianza, al malessere sociale; il secondo crede che l'nrmonia perfetta. consiste nell'equilibrio instnbile di tutte lo forze individuali liberamente svi– luppate e esigo, con uno. serenità e una soavità impla• ca.bili, la distruzione di tutte le rorme sociali, senza. preoccupnrsi di una ricostituzione che sarebbe un nuovo male, dal momento che sarebbe artificiale. Questo per la. teoria generale; e si vede c~e è dirflcilc, per dei pensieri umani, abital'e due etimi intellettuali e morali più 1·adicalm.ente conlrat•ii. E non è tutto. Allato a.Ila.dottrina. vi è la pratica.; ora l'esperienza - una. esperienza costante, senza una. sola eccezione - apprende ai socialisti che la. funzione degli anarchici ò di contraddirli, comprometterli e per– derli. Quante volte il socialismo s'ingegna di costituirsi allo stato di forza regolare, noi assistiamo a. una esplo– sione di barbo.rie, a una ripresa di guerra. a coltello contro la società.. È Ravachol, è Henry, è Ca.serio. L'opi– nione volgare, poco tagliata per le distinzioni sottili, coinvolge in una stessa repressio11e tutti i nemici della società attuale - e il gioco è ft1.tto ! Non c'è una zeta da aggiungere. No1. LIBRI E GIORNALI Dobbiamo contentarci per oggi di richiamare l'atten• zione, con un semplice annuncio, su alcune opere ricevuto in questi ultimi giorni e clrn, per un verso o per !'nitro, presentano il maggior interesso. Oli editori dell'ott.ìmo Devenir Social, la rivista. mar– xista di Parigi, V. Oiard et E. Drière (Paris, 16, rue Soulllot) hanno ripubblicato un libro ormai di\'enuto intro\'abilo noi testo francese originario: La Mlsère tle In Philoso1thie 1 risposta di C. MARXa La Philosophie de la ,Uisère di PROUDIION, con 1,rerazione di ENCiELS. Scritto nel 1s,n, ò lavoro sopra.tutto importante per bene intendere i fondamenti della concezione storica ed economica di Marx e, sotto questo aspetto, è la miglior introduzione alla lettura del Capitale (fr. 3,50). Con prefazione di JAUll~:so biografia di CLADtr,, la. libreria della llevuc Socialiste (Paris, i8, passaJle Choi– seul) ha dato ruori La Morule Sociale del compianto MALON (fr. 3,50), con un bel ritratto rlell'autore. Snp– piamo che l'amico nostro Enrico Bignami, che ha già pubblicato la traduzione do! socialismo del Malon stesso, sta ora allestendo anche l'edizione di una tra– duzione italiana della M01·ale Sociale. Soelnllsmo e Scienza 11oslthn, il libro di E. 1'~En.H1, ben noto ai nostri lettori. venne ora. edito in francese dai J;ià. citati editori V.'Giard et E. Brière, aggiuntovi in appendice una risposta alla nota lettera di Spencer o lo. confutazione del libro an· i:Jocialista tJi Garofalo. La prefazione nl\'edìzione rrancoso fu scritta dal Ferri a Bruxelles (rr. 4).

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