Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896

318 CRITICA SOCIALE dita, ma anzi un intralciamento al consolidarsi delle nuove e veramente elevate formazionimorali. . . . Sorte come conseguenza della prc;prietà privata, la mono~amia indissolubile e la morale sessuale che ne aerivò spariranno con essa. Il cerchio di ferro, nel quale la società capitalista ha costretto i t•appol'ti sessuali, deve necessariamente finire con lo spezzarsi. E già si avvertono i segni d'un nuovo atteggiarsi della coscienza pubblica a questo ri• guardo, perfino nella letteratura inglese, in cui la tesi aniimatrimoniale, col recente romanzo di •rhomas Hardy, Jt<de lhe obsciwe ('), è penetrata, conside– rato il successo del libro, con vero trionfo. Noi non sappiamo se il futuro darà ragione a Bachofen, il quale riteneva che il regime materno apre e chiude il corso delle cose umane; ma peasiamo con En– gels ('), che ciò che avverrà dopo « si deciderà quando sarà. cresciuta una generazione nuova: una generazione di uomini, che mai nella 101·0 vita non saranno stati nel caso di comprare, a prezzo di danaro o con l'aiuto di qualsiasi altra forza sociale, l'amore di una donna; e una generazione di donne, che uon saranno mai state nel caso di abbando• narsi a un uomo in virti1 di altre considerazioni che non l'amore reale, nè di rifiutarsi al loro amante per timore delle conseguenze economiche del loro amore. E. qu3ndo quella generazione sarà arl'ivata, essa si riderà di ciò che si sar:\ pensato circa quello che dovrebbe fare; essa delter,\ a sè stessa la propria condotta e creerà. una opinione pubblica basata su questa per giudicare la condotta di ciascuno. - E tutto sarà detto! • GIUSEPPE RENSI. ( 1) Vedine Il\ r.?censione di C. St:ont nella 0Y«01:a Antologla <lei 13 giugno 1696. \!) ENOEI.S, Op. Clt., p:ig. 110 Abbiamo 1·ifuso, lllsponendolo in online più. logico, Ce/eneo ,le/la BIBLIOTECA DI PROPA– GANDA e rabbfamo a,•,•icchilo di vad opuscoli niwvt. BREVI E NECESSARI SCHIARIMENTI Anarchismo e socialismo. Mi si conceda. rispontlero ai commenti fatti al mio articolo: Ragioni e limiti <lell'a;ione eletto1·ale, pubbli– cato nella. Critica dei 16 ottobre. Riconosco giusto il primo commento. Avevo scritto: «: Finora. ogni partito non altro ò stato che un semplice aggregato d'interessi individuali indipendenti: l'inte– resse di ciMcun componente di un partito è affatto di– verso tla quello di ciascun altro. » E evitlento che queste parole cosl sole ed esplicite urtano coi principi del materialismo economico e con la stessa teoria fon· damcntale della lotta di classe. Mo, leggendo ciò che dico prima, e sopratutto ciò cho dico appresso, si po– trebbe scorgere che il mio pensiero era ben tliverso. e La lotta nel campo borghese - soggiungevo infatti - avviene da individuo ad individuo; la borghesia. non costituisco ,·eramente una classe solidale; essa. sembra tale perchè ciascun borghese, per vincere in concor– renza. gli altri, dee sfruttare economicamente o politi– camente il proletariato Invece questo, organizzandosi senza distinzione d'arte, diventa un tutto coerente che impono ai suoi rappresentanti il programma e la tat- IIIU L Id u tica, e li sconfessa appena. accennino a deviare. » Ilo inteso ri!e,,are una <lifforenza sostanzialo tra tutti i partiti borghesi - ai quali si riferisce il «. finora » - e il partao proletario : nei primi, quanlunq ue possa.no racchiudersi interessi collettivi più o meno vasti ed anco delle idealità, tra i loro affiliati si determina. una lotta personale di concorrenu per lo strutto.mento, a vantaggio persona.lo , della stessa idealità per 18. quale si sono mossi i essi restano solo legati dal bisogno di combattere un nemico comune, sia l'assolutismo, sia. il socialismo. Il partito liberale che rece l'unità. d'Italia. è un esempio magnifico tli questo ratto. Nel partito proletario invece la lotta interna. deve per forza. scom– parire, s·esso si organizza davvero e trionra con la pura coscienza socialista. . . . È parso ottimismo, anzi fatalismo, quando sostengo che la borghesia non può più togliere il diritto di voto ai lavoratori, perchè la sua vita ò la libertà di con– correnza, pur io riconoscendo ch'essa non man– cherà. di ridurre le liste cleltorali; od è parso sopra– tutto inopportuno diro queste coso ora che, dopo una prima grossa soppressione di elettori ratta. dal buon governo crispino, ci si prepara. un nuovo regalo dello stesso genere. Or tutto questo non ò che semplicemente estraneo alla mia lesi. Deesi anzitutto considerare che rivolgo il mio ragio– namento agli antiparlamentaristi; e ad essi non posso certo dire che il diritto di volo corre pericolo tli essere ritollo dalla borghesia per sempre, perchè direi cosa erronea e tlarei a loro completa ragiono della tattica astensionista: dichiareremmo con ciò di volere usare un'arma incerta e quindi poco o punto utile. In se– condo luogo, il fatto cbo io sostengo ò vero guardan– <lolonella sua più generale manifestazione attraverso il tempo e lo spazio, omettendo di esaminare le irre– golarità che si riscontrano in da.ti tempi o luoghi: cosi il corso di un fiume si sa che tondo al ma.re; ma, se si osserva il dettaglio di quel corso, si trova che il tlumo in alcuni punti sembra torni indietro. Il voto è arma di combattimento, ed è naturale che uno tlei combattenti cerchi privarne l'avversario; l'arma. non tliventa inutile per il solo fatto che può esserci tolta nel combattimentoi invece la sua riconosciuta utilità. ci obbliga a lottare con tulle le forze per non f11r.!elaritogliere nemmeno per un solo momento. L'argomento mio resta adunque sempro vero, 11nco ora che dobbiamo prepararci a. resisLero contro la mi– nacciata menomazione del diritto di voto. Riguardo alla tlnalità degli anarchici in rapporto n. quella dei socialisti, rispondo solamente, alle osserva– zioni fattemi, che la formula comunista, e a ciascuno secondo i suoi bisogni », non può trionfare che dopo quella collettivista, « a ciascuno secondo il suo laooro ». Il collettivismo sarà una fa.so intermedia. necessaria. tra la proprietà. privata ed il comunismo, perchè questo non può ottenersi se la produzione non è esuberante per tutti, l'esuberanza si può solo ottenere con la cooperazione di tutte le forze produttive nell'interesse collettivo, ossia col collettivismo, e questo non può trionfa.re senza il mezzo della lotta. di classe o della conquista dei poteri. Se gli anarchici non riconoscono questa. inevitabile successione tli fasi, perchè facendolo si confon<lerebbcro coi coll&ttivisli legalitari, che pos– siamo farci 1 È aff11reloro.

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