Critica Sociale - Anno VI - n. 19 - 1 ottobre 1896

200 éRI'l'ICA SOCIALE Czar, si trovano in una condizione tutta. eccezionale. Ad essi è impossibile qualsiasi aziono palese. Quei pro– letari non possono nè pubblicamente intenderiii coi loro compagni russi, nè spiegare pubblicamente il loro pro– grammi\ speciale. Ed ecco perchè un Congresso inter– nazionalo offro un'eccellente o quasi unica occasiono per far noto al mondo che il proletariato polacco man– tiene lo sue 3spirazioni all'indipendenza della Polonia e combatto per realizzarle, d'accordo col proletariato di tutto il mondo, non escluso il russo. Vi è poi un"altra considerazione. In nessun luogo la lotta degli elementi rivoluzionari contro il vigente re– gime ha un'importanza. internazionale maggiore che in Russia. Lo czarismo ò pur sempre il rifugio della. rea– zione, il peggiore nemico della civiltà. occidentale, o l'o.bbattcrlo è uno dei còmpiti del proletariato di tutti i paesi. Sotto questo o.spetto le cose non mutarono af. fatto. Corto, la lotta per l'indipendenza polacca non sta più in prima linea fra le tendenze rivoluzionarie elio agiscono in Russia; ma non perciò ha cessato di essere un coeO\ciente che merita tutte le simpatie del prole– taria.lo internazionale. Questo ha dunque· il dovere di osprimero risolutamente e cordialmente queste sue sim– patie, ùacchè i socialisti polacchi credono che uno.tale manifoi:1 1 aziono li rinrorzerebbe moralmente o danneg– gerebbe lo Czarismo. Ed ecco un terzo motivo per cui sarebbe desidera– bile che il Congresso si pronunciasse per rindipondenza polacco. In nessun paese H movimento operaio è tanto dipendente dal movimento internazionale quanto in Russin. Per quanto ivi ogni mezzo di propaganda sia impedito, ve n'ò uno che non può essere del tutto sop– presso, e sono le notizie dall'estero. I lavoratori russi sono meno informati del loro proprio movimento di classe di quel che lo sono gli stranieri. Ma dei movi– menti che avvengono nel resto d'Europa, dei grandi sciopori, delle lolle elettorali, degli allargamenti del suffragio, ecc, ossi hanno notizia. E ciò li incoraggia o li stimola a tentare le stesse conquiste. In vista. di questa. dipendenza intellettuale dall'estero, il sapersi d'accordo coi compagni stranieri è molto piU importante }lei proletari russi che non per quelli di ogni altro paese; perciò ogni manirestazione di questo genero ò per essi un vero conrorto. . .. Per ()Ucsle ragioni è opportuno, a senso nostro, che il Congresso internazionale si occupi della. quoslione polacca, pur astenendosi dall'entrar giudice in altre questioni nazionali dell'Occidente d'Europa. Con ciò non diciamo però che molto ci piaccia. lari– soluzione pro1>ostaal Congresso in favore dell'indipen– denza della. Polonia. (I) Essa pone avanti duo motivi, poi qua.li questa indipendenza deve interessare il mo– \'imonto internazionale dei lavoratori: il primo, che la soggezione cli una nazione è sempre dannosa tanto al proletariato della nazione soggetta, quanto a quello della nazione dominante ; il secondo, il pericolo che lo Czarismo russo rappresenta pel movimento prolctar!o intorna1.io11ale. Il primo punto ò espresso in modo troppo indetormi· nato. In esso nulla è detto dell'importanza. dell'unità e dell'indipendenza nazionale per la lotta di classe prole• taria., in quanto in una nazione divisa il proletariato non riesco a spiego.retutto il suo interesse e tutta. la sua ror1.a.per la propria lotta. di classe, e in quanto, perciò, (1) Fu pubblicata nella armca Sociale, 1896,n. IO,P31J,143. Bib ,meca lJlno tirarco l'indipendenza. nazionale ò uno dei presupposti ~elio sviluppo intiero di questa lotta di classe, quanto la libertà. politica. ì\h, a parte ciò, cotesto primo ar– gomento della risoluzione polacca prova bensl che la indipender:za ò necessaria pei lavoratori polacchi, ma non riguardo. il proleta,riato internazionale. Alla slrogua di tale moti\·azione il Congresso dovrebbe occuparsi ugualmente dello aspirazioni nazionaliste dei Ruteni, dei Rumeni, degli Slovachi, degli irredentisti trentini e triestini, degli Czechi, degli Irlandesi, ecc. E dove si a.rriverebbe1 No, cotesto motivo può ben essere un ac– cessorio, non può essere il motivo fondamentale che elevi !"indipendenza polacca a necessità. internazionale. Il motivo fondamentale non può esser da.loche dalla speciale run1.ione che esercita. lo Czarismo. Ma qui la risoluzione polacca pai;sa. il segno quando dichiara che lo Czarismo deriva «.le sue rorze interne e il suo peso all'estero dall'assoggettamento e dalla divisione della Polonia :t. Passò quel tempo in cui questo era vero. Nè lo Czarismo ricava oggi da.Iladivisione della Polonia le principali sue rorze, nè l'indipendenza di questa na– zione è il nemico che esso debba, all'interno, più temere. Poco dopo il 1860 si polO\'a ancora concepire unari– soluzione contro gli Czar nella quale non si parlasse che dell'indipendenza dello. Polonia Oggi sarebbe una ingiustizia verso il movimento rivoluzionario russo se un Congresso internazionale, occupandosi della. batta– glia contro lo Czarismo, non parlasse che della Polonia e non dichiarasse la. liberazione della Russia.altrettanto necessaria dal punto di vista. internazionale quanto la, indipendenza. polacca.. L"una.cosa. e l'altra dovrebbero esser posto in uguale rilievo; ciò risponderebbe alla situazione storica assai meglio che non la forma attualo della risolutione, la quale ò alquanto antiquata, - ì\la l'essenziale, in una risoluzione, non è la motivazione, bensì il principio cbo essa a.trerma. E nel principio consentiamo senza riserve. CA.Rt.0 KAUTSKY. SPIEGAZIONI NECESSARIE (Replica a, Uoui<la I:Jissolati (I>) Può essere 1 .Bissolati carissimo, che tu trovi ancor pili d'aver buttato il tempo e l'inchiostro quando avrai avuto queste spiegazioni, ciò che aggraverà i miei rimorsi.. .. i\fa c·è ancora, fra noi 1 qualche malinteso che mi chiede, ad alte gridai di essere chiarito. In primo luogo: se vorrai rileggere nell'articolo mio q ucl brano onde togliesti l'affermazione che « non ci sono pilli o quasi, piccoli pro1Jrietari », troverai che essa si riferisce al momento iu cui il potere politico passerà nelle mani del proleta– riato e nel quale sarà compiuto l'accentramento passivo o negativo della ricchezza in Italia. Quel momento, parrà anche a te, è molto lontano e quella afl8rmazione riguardante il futu1·0 non puoi metterla a riscontro dell'altra che« la piccola pro– prieh.\ è tutt'altro che moribonda :», la quale si ri– ferisce al presente. So qualche cosa oscilla qui, non è certo il mio pensiero e l'equivoco non ò nella mia risposta, ma nel tuo rilievo. Secondo: tu mi accusi di aver fatto confusione fra coltura estenstva ed intensiva. di cui non parlo, e urande e J)iccola coltura. Ora, io ritenni sempre (I} Veggasi nel numero pr~cedcnte: Per ta p~opai,rnda ln cam– pagna, ecc.

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