Critica Sociale - Anno VI - n. 6 - 16 marzo 1896

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTil'ICO Nel Rep.o: Anno L. 8 - Semestre L. • - All'F.etero: Anno L. IO • SemestreL. 5 1 50. ùUtre, oaglia, cartolina-vaglia aU'Ufflolt di CRITICA SOCIALE• ■ ILA.NO: Portici Galleria V. E., 23 t• OIUI 101 e) Aut VI - N. 8. SOMMARIO Attuallt&. LUnri! (l,A lllP.UIOSJt). Il do111011t (l,A CRITICA SOCUL•). Lo rupo111at,Ul16 del d/1111tro: Come fu prt,>arola la c0Ut1trof• di M~a Caro110 <v- '. La J>arallola del mUltarf1rno (l,ltOSIDA DIUOLATI), Studl S<>clologlot. lift po' di ltorla dd wlore ..• milito,-, (A pl'opo1ito <ki rue,ul dlltUlrl). lg . .a.). la a:lra di c""IP-'f1tdlo. I (PA4LO LAf',UlOUS). La marcia dell• ftul: 1A prime moue della quirtta (Il , u.oa: o par• mo loclalÙ(O ttollon~J. Il (Goe) (O. GNOCCHI \'!ANI). Fllo•ofla, letteratura e Tarlet•. L'ultimo ludtr lrlo11dt1c: Il enne) (PAOLO VAl,IRA). CoN/t111lml t dnoluio11l di Ct1'udlo TrtfJU {Cl.A{ DIO TRl\'UJ. Ro/lct/1110 blbll09r-at1co: Dc» Rotar-lo, di P. Ou.•R•SO(a, I.) BtbllOkca di J)ropaganda. LIBERI! 1.~ 1nco·zo. Mandiamo un saluto a JJm•bato,a Bosco, a De Felice, a Jlen·o, che lasciano ouot la cella - a Montallo, ,·edento dall'umtliaztone della « g1~azta » - e con esst a tutte le vUUme oscure, t cuf ceppi spezzali, Il cui dii-Ilio ,·elnleg.-ato sono villoria di popolo che sale a coscienza, mdnito a tullt qlt opp,.esso,·i, stmoolo e p,·o– messa di ltbe1•a;iont pii, vaste. Nel vosh'O nom.e, amici, converUto in vessillo, combattemmo superbe baUoolte; e cento e cento dei nosh·t palb·ono e patiscono ancora ca,•cere e esilio pe,· averlo 11ronunclalo ptangendo, Ma la luce irradiata dalle cieche tombe del vostro suppltJto ha dissigillalo occht e coscienze, e la vtolcnia fu coslrcUa ad tm-1110,-aremerce. Jè>i tornate con noi al laoo1'0 fecondo, fra la me– mo,·e 1·tconosce1-u:a d"un popolo. Onore a voi, che soOi·cnllOvinceste; oto1·ia al socialismo immortale I E'secra::tone etenta aott tmm.ondt cm-ne/lei del penstc1·0 wnano, e ano– gltino sempre, come o,·a, nell'ignominia e nel sangue! LA RtmAZIONE. 3 c1 ■ll111 1 16 ■arzo 1896 IL DOMANT Om che la quiete è tornata, « la quiete dopo la tempesta», e che appena qualche stanca buffa in ritardo increspa la superncie del ma1·e politico italiano, à il caso, pei socialisti. di volgersi all'onda perigliosa e indurre, dai fatti che si svolsero, qualche conclusione e qualche insegnamento pel domani. Fe– nomeni di convulsione, quali appar\•e1-o durante la scorsa quindicina, non devono sopirsi inutilmente per un pat•tito che si vanta, ed è, di positi,•isti e di osservatori. È io questi imprOV\•isi maremoti politici - non così improvvisi ed impensati, per altro, cho noi stessi, quindici giorni or sono, non ne traessimo il facile 01-oscopo dal volo degli al• ciani e dal bal1.are dei delnni rnseguenti la nave - ò in questi repentini commo,•imenti, nei quali l'imprevisto giuoca sempre una parte (e l'impre– visto fu, in questo caso, non in se stesso il disastro di Adua, ma la data, la rorma e la misura del disnsh'O), ma nei quali il previsto o il prevedibile ha la parte maggiore, è qui che la Sfinge politica scosta un lembo del suo ,·eia; sono questi impeti di plutonismo che mettono allo scoperto, non fosse che per qualche scheggia, la natura e la disposi– zione geologica dei sedimenti più profooch del sottosuolo sociale. E sono i soli sperimenti che il divenire della storia - io mancanza di gabinetti o di laboratorii - consenta ai contemporanei. Sbo1.1.i, conati, aborti più o meno prematuri, che illumi– nano i gelosi misteri della gostaziono. Non ò ehi abbia seguìto nei giornali 1'incal1,arsi affannoso delle notizie, o si sin affacciato alla fine– stra. o si sia mescolato alla ressa delle grandi città, che non abbia sentito, per una buona setti– mana, un vento schietto di rivoluziono somare sul paese. Non riprodurremo qui episodi a tutti noti, da tutti ricordati. Basterebbero, per fermarci ai pi\l tipici, i fatti di Pa,·ia, dO\'Omigliaia di cittadini svelgouo i binari della fert'Ovia e riconducono in quartiere i soldati in partenza per l'Africa insieme col battas-lione inviato a rinfor1,0, fatti che, ripro- f~~~,~~~~1 i :ira~\~na~t~e~jt~à, Osfo~~!.a ~'a~i,n~ S~~~~~e~ tuttora, il Governo a ordinare i sorte~gi e le par• lenze poi « campo della gloria» ali insaputa di tutti, in ore notturne e per insolite vie, come una fuga o un agguato; (i) basterebbero gli ammutina– menti nelle caserme, non osati punire in quei giorni, o le diserzioni a di-appelli dei nuovi chia– mati, e le proteste nei municipi, e le grandi di– mostrazioni del popolo fraternizzante coi militi e questi con luij questi fatti ba.ster·ebbero a dire, sttlla polarizzazione degli animi, a.s.saipiù che non (') A Pula dovettero, per farli pl\rllre, calare I 1oldaU con le funi, di nottetem11O,dalle nncstre, nel rouatl che clngoao Il c~- 1tello Tl1conteo, B da Napoll •I raceano talpare allt 3 di mattinA, dA ,cali lnacceulblll al pubblico.

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