Critica Sociale - Anno VI - n. 5 - 1 marzo 1896

66 CRl1'1CA SOCIALE il nostro fallimento, sia che in Africa si perda o si vinca: mentre il garbuglio africano si complica in Europa coi malumori della Russia, col borbottio delle potenze della 'l'riplice, chiedentisi quanto orm:ii rntga un'alleata che proronde cosi le sue forzo nelle sabbie etiopi, e a profonde1·,•ele sempro pili ci stimola sogghignando la stampa. di Francia; non pi1'1 liete si offrono le prospettive della politica interna. Disperato ormai apparo il p,·oposito di tenere assieme, tostochO lo spotro inevitabile di nuovi tri• buti si am.,cciall'orizzonte, la già squinternata com• pagine della maggio1-anza alla Camera. Non meno significante ò l'atteggiamento del partito moderato uell'Alla Italia, unito in una sola opposizione coi radicali e coi socialisti, per quanto si ingegni di df;:i~~,~ cil~~~~~;°t~et?.~ i1!~bil1Ti~ae ~:t: \~~!~1~ d~Ft~i~!~ein~:~~,~~:t~'efi~•· ~-!~~~~~~~~ii; c~l~tnr.e 1 :~ quella Sicilia dove al matul'are di nuovi torbidi ~fff~j~!~~no credibilili\ le troppo sollecite smentite I provvedimenti ciel Governo sono quelli che ca• l'atterizzano le giornate storiche che precedono le tempeste politiche. Esso vieta ai deputati il contatto coi loro elettori (tranne solo a Milano, o che si voglia «isolare» c1uesla città, come disse il Sacchi, o che qui l'audacia apparisse, com'era. pericolosa - e al Comizio s'ò visto); proibisce banchetti, impe– disce anche lo l'iunioni private; ma non dappertutto ci si ncqueta a queste misure, e si Yedono città, c ome Crem ona, dove la popolazione sfida la polizia e deputa.ti legalitari s'jmpegnano a indire pubbliche a dunanze m algrado i suoi divieti. SO l'esempio si propaga, o la polizia rientra nella legge e la popo– lazione inte1•romJ>8cosi l'usucapione usurpati va del proprio diritto e lo riacquista; o il sangue corre per le strade.(') Ma il secondo corno del dilemma non va esente da pericoli gravi. Sfrnne voci vengono dalle ca– serme di ammutinamenti imp1'0v,•isi all'ordine di partenza pe1· l'Africa; 11011 tanto gravi in sè stessi quanto por la circostanza sintomatica che non st è osato prendere alcuna misura repressiva, senten– dosi che l'indulgere o il sopire vale,•a assai meglio delrirritare, onde preYonire il contagio.(') In questa condi1.10ne,ad illustrare la quale molti più. fatti potrebbero ammucchiarsi, un colpo d'au– dacia in alto luogo ben potrebbe a qualche mi– nisll'o o ciambellano parere consigliabile, per la salute dello istituzioni e della patria. Se i moderati della tradizione dl Cavour, come il marchese Al– fieri di Sostegno, iln•ocano oggi un energico in– tervento della Corona, por la salvezza propria e del paese, contro il Gabinetto; non deve parere strano che il Gabinetto, o parte di esso, lo invochi (non diciamo che gli sarà altrettanto facile otte– nerlo) a p1'0fitlo di sè stesso. Al postutlo, dacchè Crispt è al potere, noi viviamo già perpetuamente, per fallo suo, nell'ambiente del colpo di Stato. ~la è il colpo di Stato fatto n spizzico, che logora o ( 1 ) Non t la 1uln1a Tolta che Cremona la ,1nce sul Ooferr10. 1>01)0 1'111uaulnlo del KIOTane aoclall1ta ttle1chl, Il prefetto do-. vette lm1,e1nartl a tener chiuse le guardie In questura. e non laaclarle phì uaclre J)tr le ,1e, e ciò durò •ll'lnclrca due meai. Ora, a lnaa1)rlre gli animi, 1orglunse l'annullamento delle dell• berHlonl del Conslgllo tomunale rlrca Il rrre,·end11m - che 11 f:ir;\ lo Me-"10,,'Intende bene, Ile 11nche non In f orma uffi ciale. E quel Con1lgllo, 111 noti, non è di 1oela.ll11IInè di radlc11.ll . (1) A. Verona I AOld:111 In JHlrllllll!I\ grldnrono: abballo Crllpl I a1>ba-,o r.v1•1ca .' fr:i. Il 11llent.lopallido e pauh·o degli uffici:\li. K d111ppert1.1110 - checchè hnpoaturl la Trlbw1a - e malgrado I t1ul e lo grida del qul'IIUrlnl trn1•c11tltl, mnnd:itl ora,· da 11opolo, In partenu delle trnppe ha vero Mpclto dl mortorio. mina le istituzioni corno lima sorda, o col quale la profezia di Ma1.zini sembra p1·endor corpo nei fatti o cataro ogni giorno più imminente in sem– bianza di un incubo ... O non sarebbe consiglio di sa,•iez1.a tentare di rompere alfine questa malia? Certo, senza audacie non v'ò pl'emio: questo vale tanto poi ~o,•erni quanto pei popoli. Gabriele Rosa scri\•eva giorni sono che la bonaccia in cui son– necchia il popolo italiano ò incubazione d'uragani. li partito radicalo sento - non può non sentire - che non mai l'istante fu cosi p1'0pizio al suo ri– svegliarsi corno lo ò oggi, mentre gli stessi suoi av,•ersari, all'infuori del Uoverno o della sua banda rinnegata, sono disarmali contro di osso, disposti a contendergli domani la vittoria, non oggi a at• traversargli la via. Esso sente - non può non sen• tire - che l'ora ò decisiva, cho il dilemma di Amleto lo tenta o lo sospingo, o che so esso pen– cola e tentenna ò po1·duto per la storia: che qui, o mai pili, si parrà la nobilitato sua e si deciderà il suo destino. Ma il disprezzo, ma l'opinione di viltà in cui esso ò tenuto dal Gove1•noattuale è così salda o sicura, che 0011stimiamo la preoccu– pazione di ciò ch'esso può fare o tentare debba pesare gran fatto sullo bilance che si librano in alto. Tale, sinceramente osse1·,•ata,pare a noi presen• tarsi la situazione odierna in Italia: e la segna– liamo da solerti semafori a chi ci leggo e ci segue. Ci guardiamo bene dall'aggiungere, nonchò un voto, un apprezzamento. Sappiamo di incede,·e per 1gnes o che c'è chi spia, non pur la frase, ma fìnanco rinlenzione che tra 1:igo o rigo frasparisse, per moz1.arci la favella. E ben questo sistema della compressione e del bavaglio che ci ha ridotti al buio e ai pericoli dell'ora presento. Tutti branco– liamo un po' nell'ignoto - o più di tutti il Go– verno. Il che non fa che sia impossibile, come accen– nammo in p1•incipio, che delle pl'evisioni che pos• sono farsi, o che sarebbero legittime in qualunque altro paese, nulla si avveri, e tutto continui a mar– ciare ed a mi.u·cire lentamente come poi passato. li Governo poti'.\ cavare i piedi dal ginepraio afl'i· cano, in difetto di ,•itlol'ie reali, con qualche grot– tesca invenzione di vittoria, cui gli interessati, ridendo nella barba, simuleranno di credere: e il Cavallotti - altrettanto poderoso nell'assalto pe1·• sanale quanto organicamente incapace di apprez. 1.are sinteticamente una situazione politica - con– tinuerà. a baloccarsi nella fidanza di un meno peggio, con un ministe1'0 Sancco che perpetui i malanni. Gli è cho l'Italia politica è un paese deco1'ativo. I russi sogliono dire di certo persone, che nell'e– steriorità sono simili alle altre od anche pili bril– lanti, ma a cui manca l'impronta di una vita in– teriore, che esse sono « senza anima ». Lo stesso può dirsi di quello scenal'io che ò l'Jtalia. E un paese cui manca la nazione. Come certi caseggiati di città mal costrutto, che prosentano '.'istose fac• ciate simulanti palazzi, o dietro, ,•eduti di sbieco, non c'ò che uno scampolo meschino di abitazione; tale è la vita politica in Italia. Non i sentimenti del popolo la reggono, nè consape1•0li e gagliardi interessi di classl Oominauti; ma l'intrigo di pochi figuranti cd istrioni e gli sconti, concessi o negati, delle cambiali. LA CRITICA SOCIALE. f.; uscito, L'ALMANACCO SOCIALISTA PEL 1896 al p1'ez:;o tli ceu t. 25. Il t•icaoo &a1·àdeooluto a favo,·e del partilo. Cantù.me&c,·illi e cti&egni ùiiere&san• tiuimi. Le commiuioni, coll'importo, posnno essere dll'clle anche at 110111'0 Ufficio.

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