Critica Sociale - Anno V - n. 23 - 1 dicembre 1895

CRITICA SOCIALE 355 . . . La causa della. cooperazione operaia sul terreno eco– nomico è dunque deftnitivamente giudicata. Abbando– nata dai sinceri amici del proletariato, essa è raccolta, com'è giusto, dai suoi turlupinatori sistematici: è di– venuta. il retaggio dei socialistoidi e dei democratico– sociali; innocuo gingillo o, peggio, strumento di rea– zione e d'inganno. i\la se, abbandonata sul versante economico, la coo– perazione precipita alla morte o al tralignamento, non v'è egli un altro versante ch'essa possa salirei Non v'è egli il versante politico 1 L'esempio eloquente del movimento socialista nel Belgio ci avverte che da questo lato la questione è sempre aperta: se pur non la. si voglia dire - entro date condizioni - risolta in senso positivo. Nel Belgio, infatti, i primi tenta.ti vi di cooperazione produttiva, sul terreno puramente economico, ebbero quel successo mediocre che avevano altrove: lo ebbero mediocre sebbene fatti, si noti, da socialisti; ma erano socialisti penetrati dal criterio, che domina ancor oggi in Italia i fondatori delle nostre Camere di lavoro: che la politica, cioè, debba esserne esclusa rigorosamente. Ben altro fu lo spirito animatore del Voo,·uil di Gand, cui tennero dietro la Maison du Peuple di Bruxelles e tutte le altre istituzioni similari che fioriscono il Belgio: e&sofu uno spirito essenzialmente politico, lo spirito grande e sincero della lotta di classe. La borghesia, che aveva carezzati gli innocui tentativi di coopera– zione economica, mutò subito contegno quando i suoi chimici scovarono il lievito politico nel pane distri– buito da.i panettieri fiamminghi. Mentre da un lato pro• nostica.va. il fallimento sicuro della e folle impresa. », dall'altro si affretta.va a combatterla collo scimmieg– giarla ed al Vooruit (Avanti!) oppose il Voll,sbelanu (ln– te1·csseope1•aio) che, armato di maggiori forze capita– liste, diede il pane a prezzo ancor più mite, introdusse maggiori benefizi e facilitazioni, distribui a domicilio i gettoni d'acquisto che il Voo,-uil non distribuiva che ne' suoi magazzini, ecc., ecc. )!a lo spirito che animava il Vooruit era. troppo radicato e cosciente nella massa operaia, già. socialista, perchè queste manovre e lu– singhe potessero assai danneggiarlo: esso non perdette che qualche centinaio di soci, o l'impresa rivale non recrutò che nella folla clericale e incosciente, prepa– rando cosi un nuovo esercito organizzato per le future conquiste del partito operaio. e Fu in quei momenti critici - cosl narra l'Anseele, « mente ed anima di quel movimento - che noi se~– c timmo quanto vedessimo chiaro a.llorchè dichiara.– e vamo che lo scopo che la cooperazione dee proporsi e non è di generare o ridestare sentimenti egoistici « nelle masse, bensì di r.onvincerle della. necessità delle e riforme sociali e della trasrormazione della società. « in senso socialista. La. gran maggioranza dei nostri « membri ci rimase fedele, perché noi aveva.mo insi– « stito sul carattere socialista della cooperazione, e non « soltanto sull'attrattiva. di quel minimo guadagno che e essa poteva produrre. > È inneiabile che le panetterie socialiste - sulle quali si innestarono più tardi altri rami di produzione coo– perativa di articoli di uso popolare - furono per lungo tempo il solo punto solido di appoggio della propa– ganda e della lotta socialista nel Belgio. Ma è altret– tanto innegabile che, così intese e organizzate, quelle società, che a sostenersi esigevano l'entusiasmo, la con– vinzione, lo spirito di sacrificio, che distribuivano per la propaganda la. miglior parte degli utili, che sparge• vano l'educazione socialista, non erano più la coope– razione economica vagheggiata dai ri(ormatori e fila.o• tropi borghesi: esse non erano più che un mezzo, ed uno fra i tanti, che l'entusiasmo e la chiaroveggenza operaia, da.Ilacoscienza di classe già formata, può met– tere al servizio dell'idea emancipatrice; un mezzo, ap– punto, come la stampa, l'agitazione elettorale, le lotte di resistenza, la persecuzione stessa dei governi forte– mente sofferta. Non una. soluzione, ma uno strumento - ed uno fra i tanti - per atrrettare le soluzioni fu– ture. Ora. è uno spirito perfetta.mente consono a questo, quello che anima la cooperativa di Carmaux. Figlia dello sciopero, essa si fonda, sopratutto, per ricoverare le vittime dello sciopero, i rigettati dall'orflcina padro– nale: essa rappresenta la reazione morale che l'ostina• zione e il despotismo di un Ressoguier hanno destato, e non fra i soli socialisti, in tutta la !-~rancia:essa è una protesta contro questo dispotismo, ed è sorella, in questo senso, del progetto di legge sugli arbitrati, per il qua.le il Gabinetto e la. Camera furonj costretti ad ad ammettere e vota.re l'urgenza. La Vetreria operaia. di Carmaux - questo è da notarsi - non nacque nella testa di un sognatore o di un illuso che cercasse una soluzione cooperativista ai conflitti dell'industria.: essn. fu il portato necessario dei ratti, il rifugio e la ven– detta. unica degli operai che, vinti sul terreno econo– mico, si rifanno stringendosi ed avanzando sul terreno politico. I giornali borghesi italiani, con l'abituale malafede e col solito disprezzo del Loro pubblico, incapaci di com– prendere la portata. dello slancio che anima oggi il proletariato francese, hanno novellato di dissidii fra gli operai, dissidii relativi a.Ila rutura proprietà dell'a.• zienda; e l'Opinione - questo prototipo dei giornali « autorevoli > - mentre presenta., snaturandola, l'ini– ziativa di Carmaux come una pratica. applicazione, che i socialisti tenterebbero, delle loro idee di società fu– tura. per dimostrarne la possibilità di attuazione, favo– leggia di un malcontento serpeggiante fra i futuri coo– peratori (che ancor s'ignora quali saranno!) contro le pretese dei sodalizi operai di tutta la Francia.di essere essi i proprietari dell'impresa cui forniscono i fondi. C) A sbugiardare queste tendenziose fanfaluche mette conto di cita.re il riassunto obiettivo dei ratti che, nella Petile Republique del 26, scriveva il più attendibile dei testimonì: Giovanni Jaurès. ( 1) e Ma ecco che nuove nubi vengono a turbare Il sereno del– l'orizzonte socialista. In Yrancia è sembrato al collettivisti che i loro corifratelll di Carmau:s:, col fondare una Yetre,·ta operaia, atrermino la pro11netà di una collettività assai limitata che equi– vale quasi alla proprietà privata. Reclamano pertanto che la \'etrerla operala di Carmaux app:uhmga a tutti i collettivisti francesi. La cosa ha na.turalmente molto Impensierito i poveri scioperanti di Carmaux, che temono di veder perduto li fruuo del loro sforzi e di peggiorare la loro condizione, a-vendonon più un padrone, ma bensl decine di migUn!a di padroni nei sodalizli collettiYisti, per quanto essi mutino il loro titolo in quello dl compaont. • Cosi li signor Cottafa,·i, Interprete tenerissimo del e poveri scioperanti di carmau:s: •• uell'Opintone del n noumbre. E rire– risce la notizia che gli opera!, che Il signor Resseguler chiama ora a sostlluire gli scioperanti, sarebbero provenienti da altra vetreria operaia e nnlla di mala morte•· La cosa - sogi:riunge egli con evideute sentimento di giubilo fraterno - è • assai sin– tomatica•·

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