Critica Sociale - Anno V - n. 11 - 1 giugno 1895

166 CRITICA SOCIALE La democrazia si sente schiaffeggiata negli onori che la 1·egina Vitlol'ia fece a que:ito Filippo Yenuto a po1·.si in salYo a Loncll'a. Come se fosse reduce da un campo di battaglia, sul quale lasciò la co– rona solo quando la sua sciabola non era più che un moncone! Guizot racconta nei salotti la sua fuga senza at·rossiro. Intorno a Filippo non c'erano che dei \'igliacchi ! Pranza slase1•a da Palmerston. Vi è pure invitato o,·cdlle, il dial'ista dello corti di Giorgio IV, di Guglielmo IV e di Vitto1·ia. 'l'ra il popolo inglese il nome di Guizol é sino– nimo di tutto ciò che c'è di putrido nel dizionario. Lnma1•tine vi torreggia. A ra~ionc o a torto si sup• pone che la J'i,·oluzione sia 11risultato dei suoi Gi– ron(lini. Il suo stile ne avrebbe incendiato i cer– velli. Allo sezioni di polizia c'è 1·essa come nelle gior– nate cli sommossa gene1·ale. Gente di fuo1·i, sui marciapiecli, in coda, che aspetta in silenzio la ,•olk'l di prestare il giuramento. La maggioranza è in tnba, in guanti o fuma dei manilla e dogli avnna. 'fra i panciuti cho aspettavano alla entr-ata di quella di \Vestminster, ho veduto il pl'incipe Napoleone coi saoi occhi e i suoi baffi da carabi– niere. Sente anche lui la volult..-\ del riformicida. Sembriamo alla vigilia di un assedio. Non c'è famiglia con qualcosa da conse,·varo che non abbia il mal'tello in mano. Conficcano dei chiodi lunghi alle finestre, agli usci, allo entrato o ve li ribadi– scono con dei colpi poderosi. Gente, al martello! Qua delle travi che tl'iplicano la resistenza delle porte, lassù, sui davanzali, dei sacchi cli te1·ra che impediscano alle palle i delitti, e laggiù una popo– lazione di bastoni di ferro acuminati o a lancia che proteggano dalle invasioni. La Banca c1·111ghilter1·a 1 colla palafitta che le gira intorno e coi sacchi d"argilla accumulati sui c orni– cioni o ti-a le finestre o coi po1·toni bai-l 'ica.ti , ti in– quieta, ti riproduce il fermento. La .lfansf on 1 /ouse - la 1·csidenza ufficiale del lord mayor - ha as– sunto l'ai·ia di rocca cidca. Le rnansions della nobilt,l, come la residenza del duca di Northum– be1·ln11<1 a Chm·ing cross, di sii· Robel't Pool in IVhtteltall•(Jat·dens, del duca <li \Vollington vicino 1/yde Pa1·h Co·rne1\ si copl'Ono d"assiti come se fos– sero in demolizione. I monumenti, gli edifici legi• slativi, l'abbazia cli \Vestminster, la cattedrale di San Paolo, i palazzi governativi, Som,erset-Flou.se, il .Museo britannico, G1·eat Scolla1Ul Yard - ove sono gli ufilci centrali della polizia - ti comple– tano l'idea che tutta Londra è cosparsa di fortezze inespugnabili. La grande dimostrazione repubblicana ha avuto luogo oggi, in 'P.rafalum· squa1·e, la piazza che sir Robe1·to Peel crede scioccamente la più bella del mondo. Siccome ha avuto luogo a dispetto della p1·oibizione della questura, cosi questo « trionfo plebeo », a poca distanza dalla spa,·ente,•ole gior– nata di Kenninglon Common, lascia correre la fan– tasia fino agli abissi della monarchia rovesciata. 11 ,•enli'o dello squa,·e rigurgitava di folla e, attorno ai parapetli che lo circondano, emno delle muraglie umane cli uno spesso1·e di dieci o dodici uomini. Il legname che chiudeva lo zoccolo, sul quale è la CO· tonna Nelson che va su alta nel cielo coll'assassino dell'ammiraglio napoletano, venne schiantato per far la1·go agli oratori, che dovevano nal'l'are che un popolo al di là della Manica si era sottratlo al giogo di u na monarchia bestiale per darsi una co– stituzione repubblica.na . Dietro gli oratori sovra– neggiava la bandiera dai colori della repubblica francese sormontata dal berretto frigio e nello squa,.·e sventolavano sul mare delle teste altre bandiere rosse col «. viva la 1·cpubblica! > a ca- ratteri cubitali. Lo scarlatto era il là della dimo– st1•azione. Craratte rosse, rosette all'occhiello rosse e nastri rossi che folleggiavano all'a1·ia dalle ma– niche o dai cappelli femminili. li p1·esidente, o quello che mi pa1·vo il presidente, diede la stura all'entusiasmo con un sola parola: Citizens! Le moltitudini semb1·avano in preda. al convulso. Agitavano i cappelli con dei« viva la repubblica!» che squa1·ciavano l'aria, e lo bandiei·e si piegavano da dest,·a a sinistra come se i ,·essillireri stessero benedicendo l'eruzione repubblicana. Oiti:.ens! gridò un'altra volta il p1·esidente colla mano tesa ve1-so la folla. E ronticinque o frenta mila voci si fusero e scoppiarono in una tempesta di down 10ith the queen..' (abba~so 1a 1·egiua!) e Yi,·a la 1·epubblica! La casa di Brunswiclt pareva che non avesse · più che poche ore di vita. Gli oratori la chiama– vano una famiglia di Jil.Jertini o di stranieri. Giorgio I, il primo di questi malnati, non sapeva neppure la « nosti·a lingua:.! Si faceva capire dai suoi ministri, come si faceva crlpire, in una specie di ge,·go latino. Gio1·gio lV era un dissoluto, un ubbriacoue .... Abbasso la regina! Vi, 1 a la repubblica! La loro fraseologia monca. intorrotta, fracassosa e,·a della lava. Gli occhi delht folla erano come ammantati di odio, il loro pugno si le,•ava spesso in alto come un imperativo o come uno sfogo e le l01·0grida andavano via sibilando olfre i parapetti. La m:1rsigliese assunse la grancliosW1.di incita1·e alla 1·ivoluzione tutli questi diseredali politici, tutti questi pa1·ia della questiono sociale col to m·m, b1·ave citi;ens ! (atuv a,·mes, cttoyen.s !). Le fiamme divampavano e io mi credevo vicino al trabocco. Invece, dopo un meeting quasi incandescente, si sciolsero pacificamente, ricominciando a gruppi la mar3igliese. Nello provincie l'ordine non è stato cosi solenne. A Manchester vi fu colluttazione tra monturati e berrettisti (operai in bera·etta). A Glasgow i sala– l'iati inrascro le botteghe degli a,·maiuoli, le vuo– tarono e percorsero la città armati di fucili, di revolvers, di archibugi, cli sciabole, di pugnali, te1·1·orizzando la cittadinanza - dicono i giornali locali, come il 1\fanchesler ercmninev - con degli «: abbasso la regina! viva la repubblica! > Lord John Russell è uu fanatico della indipen– denza italiana. Così che non fui punto sorpreso di sapermi invitato a PemlJ1•01w Lodge, la residenza del primo ministro a Rlcltnw,ut, un vero paradiso a dieci mi~lia da questa città che pare eternamente condannata a essere una fiera. Vi andai sul piro– scafo per godermi un po' di 'l'amigi. Ma il Tamigi ò troppo sucido o meglio le sue acque sono troppo giallastre e le sue sponde troppo ammucchiate di bar3.;cche e di 1·éclam.e elefantesca per infond0l'Vi la voglia di un'alt1•a gitarella. Pem/J1•01Le Lodge ò nel parco reale, alle falde di un promontol'io, sul quale è la mansion del marchese di Lansdowne, come adagiata nel seno di una foresta. Lord John mi venne incontro colle mani tese e la bocca piena di italiano elegante, come so fossi stato uno di casa. J\H pal'lò del moto insu1·1·eziooale di Sicilia, e mi disse con trasporto: « Ma dunque sono degli eroi questi milanesi! Dite lol'O che ho pianto leg- ~~~~d~ :u~~.~ef!a~~!i~~11,> del}e loro fucilate e del Lord Jo,hn ti pare la caricatura di un primo ministrJ. E mingherlino, è picçino, è senza stomaco. È un omino con un testone. R grafomane. Scrisse non so più quanti volumi. lnci:>minciò il diario dei suoi avvenimenti a 11 anni. E 'Whig come il suo gabinetto. I chartisti sono 'poi momento il suo ter• rore. « La nostra truppa è ferlele, ma si è visto che 100 mila uomini armati, disciplinati, attaccati al

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