Critica Sociale - Anno IV - n. 21 - 1 novembre 1894

CRITICA SOCIALE 331 dopo che l'ho tratto fuori dal 'binal'io morto, in cui s'era nccato col tardigrado lo dell'atomo. La colleUtvttà rende più intensa ognt manffe– sta;ione psichica. Ecco la conclusione positi\"a: e più intensa non ò sinonimo di vti, buona. i\la, se in un dato mo– mentoe in una data colletti\'iL'L prevalo un elemento cattivo (antisociale o immorale), questo si 1-affor– zer;\, come si rafforzerà. invece un elemento buono (sociale o moralo) se avrà la prevalenza. Insomma io credo sempre esatta In mia prima e fondamentale osservazione, che nella psicologia col• lettiva avviene non già la semplice miscela degli elementi individuali, ma la lol'O combinazione cht• mica. Sicchè la risultante psichica colletuva non ò eguale - tanto per i sentimenti quanto per le i<fee - alla somma degli elementi psichici indivi– duali: Oanzi sempre diversa, i11meglio o in peggio, così come dalla combinazione chimica di due o pii1 sostanze si ha nella massa finale una temperatura o più alta o più bassa di quella dei corpi compo– uenti. (') Certo, ora piio spesso avviene che uella collettivit,\ p1'0valga il meno buono e il meno intelligente. Ma per quale recondita ragione 1 Qui, amico Sighele, elevi ficcare lo sguardo al fondo, ed il fondo ò la lotta antagonistica ed ana,, chica degli interessi egoistici nel mondo presente, senza la base e la disciplina della solidarietà vera o viva. In un'accademia, come in un comizio, come in un Parlamento, ognuno cercherà sempre di giovare a. sò: ma nel mondo individualista l"utile proprio troppe l'Olte non è conciliabile coll'utilo altrui. Ecco porche, incoscientemente, 1·eb11sic stantibus, nella collettivi!~. più spesso aHiene il fascio degli egoismi antisociali invece che l'unione degli egoismi sociali. La conrerma se ne ha in certi casi eccezionali. Quando in una batL1glia l'entusiasmo ò al colmo o in un'ope1-a di salvataggio (inondazioni, incendi, epidemie, ecc.) l'elemento della solida1·iet.\ sociale prevale su quello dell'isolamento antisociale, la 1·iu– nione centuplica allora la forw dol sacrificio e del– l'eroismo e della virtù, come centuplica quella del delitto in altre diverse condizioni di tempo e di luogo. Tutto sta dunque nel dare alle collettività umano un'orientazione tale, per cui l'egoismo individuale, inseparabile dalla vita (perchò 7w!mum vivere delmle phitosopltarn), non sia costretto ad essere antiilociale per affermarsi, ma frovi invece n'ella vita colletti,•a anche le condizioni di maggiore e miglior vita per sè. Il come di questa orientazione sociale esce dai (') Del reato non è nennche Hmpre H.nllo che ltLsomma collet• tlvn delle Idee Sll\ ~1111iore delle Idee genialmente Individuali. Nel genio ed anche nell"Ingegno potente c'6 sem11reunn qunlche eugeruione, un qualche .1Jquilibrlo nelle 1>reme11epiù acuta• mente vedute e ravvicinate, come nelle Induzioni 1>lù,·elocemente · • lontanamente antlclp11te. Nella colleuh'IU, ln.,ece è ,·ero che don1lna lo media, ma tlJl-' punto JH?l'thètale, questa rap1lresenta co,\ un'eleutlone equill• brata e deflnllha delli,. Intelligenza comune di tronte allo stadio 1>~cedente, come un'attenuazione lntegrl\lrlce delle audacie più o meno ,quillbrllle, mo.sempre precoci e perciò meno vitali, del genio Individuale. Nella scienza, 1ft,cuoia del segu:icl vnle 1em1>reJ>lùe meglio del maestro lnltlatort ed hanno runtlonl utllmenle diverse. Scnu l'Individuo creatore, la scuola non cl ,uebbe e la media Intel– lettuale non ti eleverebbe; ma senta una collettlvllà 1olldt1.le.la lntultlone de.I genio non ..ive e cade In un torpore ed oblio tt1.I• vol1a secolare, Onchè le condltionl più 1>roplzlee meglio adatte della collettività, o spontaneamente o per la rinoovl\la spinta di un altro genio od anche di un talento, non ne llsslno dellnltha• mente la struttura e lo sviluppo. Brnlloteca Grno Branco limiti di questa nota ed ò risolto dal socialismo scientifico. Per ora mi fermo a queste considerazioni di psicologia collettiva. che interessano la giurispru– den1,a penale como la sociologia criminale. E sarò lieto se il Sighele od altri vorn\, in questa llidsta, continuare la cortese polemica d'idee; dalla qualo - appunto perché, anche nel campo dell'intelli– gemm, unirsi vuol dire rafforzarsi - non potr.\. che l'isultare il vantaggio e l'incrom~nto della nosfra scien1.a positiva. ENRICO r-'t:nnr. Il ~iglietto ip tecario Oaina-Gallavresi <'> Quando due mesi fa circa, lessi sulla C1'ilica l'nrti• colo di Emilio Gallavrosi, col qualo richiamava in vila la proposta. fatta dall"ing. Dnina.or è un quarlo di so• colo, mi vonno subitamente l'idea di fare alcuno obbie• zioni alle affermazioni delrenergico organizzatore ber– gamasco, ma li liberalissimo go\·erno crispino si preso l'Incarico di distrarmi da questo occupazioni troppo teoriche, richiamandomi troppo praticamente ai pensieri della lotta per l'esistenza. Però, sebbene un po· in ritardo, passato il primo schianto della bufera, ritornando - nonostante lo in– giustizie di cui fui oggetto e le provocazioni - quel di prima, senza aver pencolato di un dito nò a destra nò a sinistra, senza essere punto diventato nè più codino, nò più rivoluzionario di quello cho rossi, per quella rodo che è fatta non di ciechi entusiasmi o di inLeros– sato convonionzo, ma di profonda o salda convim:iono scientiftca, e rifacendomi al primo proJ>osito,butto ghi queste poche critiche alla proposta del Daina di cui il Gallavresi si è ratto paladino; tanto più che altri gior– nali, anche fuori del partito, hanno riprodotto in tutto o in parte l'articolo del Gallavresi, a.ppro,•ando ed ap– poggiando la proposta. Il difetto capitale cho io trovo nell'articolo del 0al– lavresi, quello cho, a mio modo di vodero, ne attira diotro di sè tanti altri e ra sl cho tutto rediflcio ruini facilmente sotto i colpi di una critica seria e spregiu– dicata, si ò il confondere gli interessi delragricollura con quelli dolio popolazioni agricole, il credere che i miglioramenti di quella si riflettano su queste. « I nostri amici - dice egli parlando di coloro che sul principio del corrente anno eransi occupati su quo– sto periodico dol problema a;ricolo - hanno il morito di avor inteso così a suscitare un risveglio nello spi– rito pubblico perchò l'agricoltura risorga e dalragri– coltura rinnovnta o fa.tla intonsivamonle produttiva dorivi una condiziono di abbondanza facilmente acces– sibile allo classi lavoratrici cho o. quol rinnovamento avranno contribuito.» Ecco: cho un economista borghese, o un candidato ministeriale parlino a questo modo, non c·o nulla a ridire; è l"eterna canzone cantata da tanto tempo e che canteranno per un pezzo ancora; la canzono con cui si vorrebbe far credere che i miglioramenti intro– dotti noi diversi rami di produzione ridondino a van– taggio del lavoratore. Questo era l'intendimento della costosissima o sesqui– pedale Jnchie&ta agrai·ia, questo il paretaio del Pa,·tito ( 1 ) U,iiculqlUI .-uum, an che fra. a oclallstl. Nello stendere queste poche ouerutlonl ml son giova.lo di alcune usennatlulme note favoritemi dall'amico o. Bonzo.

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