Critica Sociale - Anno IV - n. 10 - 16 maggio 1894

146 CRITICA SOCIALE dirsi1 preoccupazione « superiore ai partiti>; fu il riflesso, gettato nelle discussioni, della gioia che la repulsa del progetto mililal'e desterebbe oltl'e il Reno. Questo spauracchio sarà cel'to anche lo spaventa– passeri politico che vorrà piantato domani dal go– verno nel campo elettorale pe1• impedirvi ai passe– rotti socialisti di beccarvi il grano militare. Questo tema volgare sarà. cucinato e servito in tutte le salse dagli amici del governo; e i socialisti e i 1-a– dicali saranno dipinti come rinnegati folloni, come gente senza patria e senza fede, che non si peri– tane di dar fuoco alla casa per riscaldarsi la mi– nestra. Ed ò questo un argomento la cui pratica emcacia non può mettersi in dubbio; essa è altret– tanto grande ed erfcttiva quanto è grande ed ef– fettiva, in tutti i paesi del mondo, la stoltezza umana. . .. Appal'e da ciò che fu detto che il voto del Ocorr. non ru soltanto una resistenza occasionale contro un dato ministe1-o, una data combinazione go,•e1·– nativa. E:ssoal contrar-io va a ferire, al disopra di lutti i ministcl'i, l'imperatore in pel'sona, ,,a a fe– ri,·e l'01·gani.smo stesso dell'lmpel'o, l'indirizzo di governo nel quale l'Impero ha sua ragion di csse1·e e sua base. Quelle 1·ivoluzioni che, allo1·rtuando il sistema parlamenta!'e non funzionava ancora o fìn– chè non era che una lustra, una conventicola di consorterie personali separate dalle vere correnti di interessi della nazione, si facevano colle insur– rezioni e colle barricate pe1· le vie, nei paesi di coscienza sviluppata, progrediti nell'esercizio elet– torale e parlamenta.re , possono avvenb·e nell'ul'na. ~fa, so il modo è meno clamoroso, non perciò ue è minore l'importanza, nè meno g1-..mdine saranno le conseguenze. Jn realtà non è la legge militare solta.nto che in Germania è messa in discussione; è l'Impero me– desimo, ossia è tutto ciò che ad esso si connetto e su cui esso si ronda. Chi ò avvezzo a conside1•are le forme di governo come qualcosa di asti-atto, di superficiale, come uno strumento esfrinseco che si può mettere o togliere, prendcl'O o lascia1·e,secondo il prevalere individuale e quasi autoctono di codi l'agionamenti e di certo convinzioni (ed è questo il punto di vista abituale dei 1·epubblicani puri, i quali poi, pe1· una sti-anissima illusione della loro miopia, accusano i socialisti di non dw·e sufficiente tm– p01·tan~a alle fm•me dt oovenw! !) accetterà pil1 o meno volonlieri questa spiegazione, ravvisandovi la possibilità che dalla lotta impegnata possa uscire la caduta della Casa imperante e forse una repub– blica tedesca. Ciò sarebbe certamente un gran passo nell'evoluzione politica. degli Stati europei. Ma non è di questo solta.nto, nè di questo p1·incipalmente, che si tratta. Una l'epubblica tedesca non ci pa1·e soluzione prossima, nè ad ogni modo avrebbe im– portanza e conseguenze maggiori di quello conte– nute nei motivi che ne determinassero il sorgere. Nulla è nell'effetto che non fosse prima nella causa. È appunto alla ricerca di cotesti motivi che· bi– sogna tendere lo !l;guardo.L'accusare il ·malcontento generale, più diffuso che in passat-o, che vi è oggi in tutta la Germania, è anch'essa spiegazione pue-– rile. D'onde origina questo malconteuto? E pel'chè non riesce oggi possibile a Caprivi quel che fu pos· sibile a Bismarck quando legò a sè i cattolici ed inaugurò il settennato? È passato certamente il tempo in cui la storia dei popoli si poteva sino a un certo segno spiegare colla storia delle Corti, colla biogmfla dei diplomatici, colle qualità perso– nali di un uomo di governo. Tale metodo sembre• rebbe oggi insufficiente a qualunque maestro di ginnasio. Non solo il concetto degli uomini fatali, degli uomini provvidenza o degli uomini-disaslro, è sparito dalle menti positive, nelle quali ciò che u11tempo parve causa si presenta corno conseguenza e prodotto di un ambiente; questo capovolgimento intellettuale fu esso stesso coadiuvato da un capo-– volgimento avveratosi nel mondo obiettivo dei fatti. Dacchè quest.o ambiente, questi fatti assunsero, pel' le diffuse comunicazioni, pei progressi sociali d'ogni genere, un'importanza p1•imasconosciuta, e dh 1 euta– rono essi stessi persone e ir1·uppero a così dire alla 1•ibalta sul palco della storia; le influenze personali furono rigettate nel retroscena, scemarono non solo di importanza apparente, ma anche di importanza reale. Oggi un ministro non è più che un minish-o, net senso piu mode3to della parola. Or noi pensiamo che nessuua spiegazione sod– disfacente possa darsi dell'attuale viluppo germa– nico, se non si faccia 1•icorsoa quella che è d'al– tronde la chiave di ben altri e più vasti e profondi fenomeni storici: vogliamo dire, il letto1-e ci ha già inteso, 1a lotta di classe. La battaglia, che oggi si combatte in Germania attorno alla legge militare, non è che un riflesso esteriore, un sintoma, una efflorescenza della guerra civile, generata e soste– nuta dalrevoluzione del capitalismo. Perchè la cosa non sembl'i uu luogo comune dottrinario convien darne qualche chiarimento. La cosa sarebbe chiarissima so tempo e spazio ci consentissero di tracciare uno schizzo dello svi– luppo delle classi in Germania nell'ultimo trentennio. L'accentramento delle fortune, lo sviluppo della grande industria, i monopolii commerciali e ban– cari, il dilagare del proletariato, la spropriazione dei conladini e degli esercenti, tutto ciò ebbe dalla stessa unit.\ gel'manica un impulso assai vigo1·0so. Ma abbaslanza è noto lo sviluppo gl'andioso del socialismo, che fu di tutti questi fenomeni una conseguenza diretta e che diventò il polo d'orien– tazione della politica dei successivi governi e dello atteggiarsi dei diversi partili. Ora si pensi all'immensa p1-opaganda che il par– tito socialista ha fatto, colla stampa, con comizì, con conferenze, contro le leggi militari e contro 1a politica imperiale, dacché, per evitare mali mag– giori, si dovette concedere in Germania a quella

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