Critica Sociale - Anno III - n. 22 - 16 novembre 1893

342 OR ITIOA SOCIALE ed alla saluto del col'po umano: dunquo è neces– sario di raddl'iz1.arc l'asso terrest1·e. Ma quando passate dall'astronomia alla sociologia, dalla materia bruta della terra alla materia viva della sociefa, voi subite l'impressione di uscir fuori dalle neces– sità dell'ambiente natu1·ale o p1'0J>0nete ..... il rad– drizzamento dell'asso sociale. Ma la malel'ia della societ..\, pc1• quanto viva, presa nena sua massa è di una 1 >0sante1.za e no1·me., come la materia dello roccie e dei graniti; e, come <1ucsta. ò di un movi– mento tor1>ido,lentissimo o di cui essa stessa con– tiene le leggi. Lo leggi. che potesse almanaccare un sinedrio di scienziati non no s,•ierebbcro di un mii· limeh'o il fatalo andare .. \nch'essa è natura. Del r'Csto la confutazione di questo teorie è uu soprapiù. Esse stesse contengono nel loro cuore il germe della loro mol'te. Il vosfro c..11>0s...1ldo non è forse la lotta per la vita ed il trionfo ineluttabilo dei più fo1·ti? Dunque è inutile l'arrab.1Ual'si; so i pili forti saranno i socialisti, essi trionferanno. R voi non avrete, per esso1'6 logici, nè meno la con– solazione di gridare: PeJ01·a vicerunt! Voi dovrete anzi rico11osce1·e che essi hanno avuto ragione di vincere perchb sono stati i più fo1·ti. E doHete in– coronarli del serto della vittoria. Sino a quel tempo non vi resta altt'O da fnrc. Potete incrociare le l>raccia, osservare ed attendere. 0. M..tLA.0ODI. COOPERAZIONE E RESISTENn L'altra campana. Nel penultimo nostro numero abbiamo posta la questione delle cooperative dal punto di veduta so– cialistico, pubblicando un articolo di G. Garibotti, che, quantunque antico o con,•into socialista, si pro– nuncia,•a ,•ivamente in 101'0 fa,•ore; e abbiamo detto che udiremmo volentieri l'altra o le alfre campane. Continuiamo dunque a fa1•0da fonografo per aiu– tare la soluziono ragionata e cosciente di una que– stione che finora fu domioafa da11e tendenze })Cl'• sonali o datrempirisrno. II primo squillo di ris~sU\ viene da Bergamo; un paese dove le idee socialiste sogliono presentarsi nella forma pii1p1·ecisa o quasi geometrie..'\.St..1,•olt~ hanno anche scelto per interpreto un ingegnere. i,: dunque all"amico Oa, 1 oglio che cediamo la parola. Sono rra. coloro che a Reggio Emilia recero br(wi di– chiarazioni contro la. cooperazione. Il principio vero, posto dal Oaribotti quale rondamcnto della cooperazione, può ridursi a. questo: che essa estende qualche briciola di prolhto anche al lavoratore, migliorandone le condizi1)ni di vita. Non ò però vero che la cooperativa di produzione (per limitarci a questa. che è per noi la pili ìm1>0rt11nte) emancipi Il !&\'oratore salariato, consentendogli intero il rrutto del proprio lavoro. Quando pure essa tendesse a questo, la effettiva ripartiziono degli utili, nel presente sistema sociale, non coosente alla tendenza di realizzarsi. Ma il principio cooperath•o non contrasta al socia– lismo perchò tenda a procurare o ad aumentare il be– nessere del lavoratore; bensì perehè distrugge lo spi– rito di classe e, coll'allettamento dei piccoli vantaggi b1u1 ;.,,h.t.a.,a '-' 11v 01e111\.u immediati, tende a creare nel campo del proletariato un ambiente direttamente avverso al collettivismo. Il lavoratore, che la cooperativa mette in grado di accu– mulare, non per la colleuh•ità, ma per sè stesso, di– vent11.ipel proprio interesse, se non un soddisrauo, un riconciliato con quella. rorm&capitalistica che, per !"in– teresse generalo, llo\'rebbe combattere. Dunque nella. cooperazione si annida. veramente unt1 tendenza contraria ai puri princlpii socit1lisli. Ma.pel Garibotti la cooperazione e combatte lt1 ten· denu egoistica individualo; sviluppa il concetto altrui– stico; sostituisce ronte collotth•o all"individuo; distrugge gli intermedia1•i l'ra. mano d·opora o mezzi di Javoro,ecc. •· Ora, secondo mo, essa adula Invece la ten.len1,11,egoi– stica; all'indi\'iduo sostituisco un microscopico minuz– zolo di collettivismo, come, o non più, di qualunque altra rorma assoclati,•a; se distruggo degli intermediari non ra. perciò opera. che sia essenziale ed esclush•a al soci11,lismo; o so avvicina. la mano t1·opera alla: conquista dei mezzi di lavoro, non lo ra.che crt.ando dei borghesi puro sangue. f1 ben ,·ero dunque che • sopprime le obbedienze servili a cui sono soggetti presentemente i lavoratori•, dacchò il principio rondamenlalo delle cooperativo in genere è nel f.\UOquello di mettcl'e al mondo del liberi clementi borghesi. Di qui un dissidio col programma del partito - una. interruzione della lotta di classe - un ritardo del col– letli,•ismo. t,; ,•alga una ripro,·a di ratto. Quando tlorh•ano le cOOJ>Oralh·e in lnghilte1Ta., in Germania od in Francia, isorse l'lnternA7.ionalo di Marx, chiamante o. raccolta lutti i lavoratori del mondo nel nome del comunismo. Quel grande tentativo cadde, è vero, per discordie in– testino o persecuzioni, ma. più ancora. perchè i raggi del nuovo sole tro,•arono impermeabili le coscienze operaie, corazzate dal diarramm& che la cooperazione di quel tempo 11\'eva.costruito intorno ad esse. Garibotti ammette che la resistenza è la caratteristica del partiio; ma dimostra che le cooperativo esplicano appunto una resistenza più o meno accentuata a.trordi· namento capitalista. Senonchè, analizzando, noi troveremo che questa non è se non la. resistenza che ogni essere deve spiegare per assicurarsi la vit&. È una resistenza egoistica; ben diversa da quella - che ò eziandio altruistica - ri• cllicsta dal socialismo. Che se poi la cooperazione debba nascondere lo. "era. resistenza. socia.lista., ci domande– remo: E più utile, oggi, al nostro partito la 1-esislenza. ma,chet·ala o la resistenza. palese 1 Per me la risposta. non può essere dubbia: a parte l'a.vversione poi metodi segrot.i, che possono parere ipo· crlti, noi abbiamo tutto l'interesse a spiegare la resi– stenza nuda o cruda In raccia :ii nostri implo.cabili ne– mici. In questo coso, 1nratt1, è il primo passo quello chè più conta. Lo associazioni di resistenza urtano, sul na– scere, in due ostacoli principali. Il primo è lt1persecu• zione capitalista, effetto dc!la lol1a.di classe i ma questo ostacolo, poi ratto stesso della l'esistenza, si nttenua a mano a mano tino a diventare, o.nzi, condizione di vita della resisten1.a medesima. Il secondo osta.eolo è l'inopia operaia; ma se l'operaio si è persino persuaso al rispar: mio per scopi tutt~allro che vantagj;fiosi a sè ed alla sua. classe, quanto meglio non riuscirà. ad alimentare lo casse di resistenza, acquistata che abbia la coscienza della loro ben maggiore emcacta !

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