Critica Sociale - Anno III - n. 22 - 16 novembre 1893

ts CRITICA SOCIALE 349 ratti, ricca di varia. e profonda erudltlone e cosl rigo– rosamente 1i1lematica, che un critico(') - a torto, però - ne mosse rimprovero all'A. Se non che casa. è viziata da un difetto costituzional<', che indicheremo in un prossimo articolo, studiando lo ideo dell"orninente pensatore russo di fronte al socia– lismo. [UOENIO fl.ORIAN. (1) Rff.,. aeletttf/lqv~. J Juln lltJ, p, cm. SOCIALISMO E PESSIMISMO I. Che i peuimisU non vcggano di buon occhio CO· loro cho s'industriano di preparare un'età migliore con te agitazioni e le 1•iro1•mo, ò cosn da tutti ve1•i– flcata. Quello strnno o gouialo precursore di Enrico Jloine cho fu l'autore doll'J::.'cctestasle, una ventini\ di socoli or sono, col torribilo l'itoruollo « tutto ò vanità » chinm:wa stolta la speram.a che le coso di questo mondo debbanoprocedere meno alla dia• vola mulan<lo i governi. e InOniti sono i mali che si sono sofferti nel pasoato (sotto il vecchio re); ma nell'avvenire gli uomini non avranno a ralle– grarsi di lui (del successore). Nulla di nuovo sotto il sole. • li progresso è (fatu, oocts; il passato non fu diverso flal presente. ed il presente somiglia al• l'avvenir'8; il presento ò detestabile, il i>assato non valeva meglio, J'avvenh'8 non snrà prcreribile. Ogni nobile srorzo per diminuire i to rmenti del mondo è rollla; il male che si credo aver soppres.so ricom• paro; non rimane allro che fare come que ll'altro travagliato semita di Giobbo, che chinare il capo dinanzi alla potenza sconosciuta che no soggioga: o meglio. godere la vita sen1.a srorzo alcuno, man– giare e bere con la donna amat.n, rare tutto quello che non COt1ta rauca, pur riconoscendo l'tnfintta oant/à del lui/o. Lucrezio, quello tra i poeti antichi che meglio ha cantato le angosce onde noi moderni siamo am· malati o per più lati s'accosta all'unico Leopardi, proclnmorà nnch'cgli, rrn poco, il nU ea:pedtl, o mentre avventa n' suoi dòi trnnquilli e nuUa cu– ranti delle cose del mondo In desolata domanda: Quidt>Smali f11e,·at trobi, '1011 tue c,·cati, 1 rlnssume l'impotenza dell'uomo nell'universo coi versi: .... quod macltintr inceniamque Quod plactat nil tll, tadem nml omnia iemper! E"adenìsunl omnia tttnpet· ! g- co,i: sono sciocchi e da donnicciuole i lamenti ed i rimpianti; l'uomo saggio dall'alto del tempio sereno della scienza ascolti Indifferente il ronzio dei vh•enti, s·avvezzi a guardare con imperturbabilità quanto si svolge qua~iù: omnia pacala mente luet·t. P1u diabolicamente malfgno o più 11oseiw, lo Schoponhauer Oagella a sangue coloro che col rom– ba.7.zodelle loro teorie politiche o sociali lo costrin• ge"ano ad al1.a1'8 il capo dalla fa"ola dell"albergo d'lnghilterra di Pra.ncororte o,•e, rumando avana e bevendo birrn, s,•ela,·a agli iniziati le sataniche prepolen~ de! ll"ille "'! il _mododi redimersi dal– l'esosa tiranma. Che dmmrne! Mancava un J!O' di piombo por quotare il baccano di quegli agitatori di piazza che osavano distrar1'8 da lui l'attenzione 1-ehgiosa de"suol apostoli e delle grnziose donne lt1te/leltuall che egli aveva trop()O maltrattate nei suoi libri per non accarezzal'le nella vita t Peste agli agitatori di popolo! Impudenti e sracciati, in– colpano li governo delle miserie colossali che son retaggio dei ,•h·enti; con un rnutuono da non dirsi vanno sbraitando che, se lo Stato non ,·enisse meno alla sua missione, il cielo esisterebbe nella terra, cioò a dire. gli uomini potrobbero 10nui pena in– g1'8ssarsi, divorarsi, riprodursi e crepare. Anche quando la terra si trasrormnsse in un paese di cuc– cagna, gli uomini finirebbero con lo scagliarsi gli uni contro gli alti-i, non ross'nltro pe1•ammn1.zare la noia. È questo superghì il quadro desolante che Schopenhauer nei Pa1·e1·ga tmd Pa,·altpomena e nei Mcm.orabflten contt-a1>pono allo rosee visioni di coloro che hanno rode in men tristo al'Yeoire. Con maggior copia di metafisica Edoardo Hart• mann, pontefice massimo del pessimismo contem• pora.noo, tenta dimost1-a1'8 con l~i scientifiche l'illusione, In J.\fa11a, di cui sono vittima quelli che s'affannano a matura1'8 rh,oluzioui perchò l'umanità migliori. Nella F'1loso{la dell'inconscio descri"e i ti'8 stadi dell'Illusione che so1•rise agli uomini pas• snti ed inganna i presenti. Dapprima l'umanità credette conseguire la relicità in <1uostomondo col– l'esorcizio di tutte le rncoltil dol corpo e dolio spi– l'ito. Ma to,slo s'ncçorse cho quella lo sruggi\•a quanto f.ij ~~ d:tfu'\!:8t~~r~·:, ~: d'iis~~u~!il~~lr~,tt~~~ e be nedico ni travagli di qunggh', cho sgomb1-ano la via alla città 'Cli Dio, donde ogni dolore è sban– dito. Con la critica ~ietato, con l'analisi spregiu– dicala, si ra ognor piu fioca e tramonta del tulio anche questa seconda illusione, che è sostituita da una tertn, per la <1uale la relicih\, n noi contesa in questa o nell'altra vita, sorriderebbe ai venluri. Si infra vede di lontano l'umaniU-1.rinnovellnt..,, rorto e tranquilla, o s'affretta ad essa con lo applicazioni pii, osloso dell'industria, con lo SCOJ)(H'te continue della seic111.a,con le rirormo politiche e sociali. Ahimè! Come le nitre due nncho questa scompa• 1irà. Il sogno di un'età dell'oro futu1-a O ben J)iù Yaoo di quello di un'ot..-\ dell'oro passata. Inratti - bronloht. con cupo rimbrotto l'll:111mann - bi• sogna esser ciechi per non ,•cde1-e cho in ~io sempre, rat-nlmente, p1'0Cifitano i tempi! S'av,,1ci– nnno i giorni - sentite i lugub1'8 cachinno - in cui l 'ingiusti1.ia assumerà rormo ancor pii, raffinate, in c ui n l'urto o taluno frodi condannato dallo leggi odiel'llo saranno disprezzato come colpe \'Olgnri, como l)l'O\'O di desolante inotlitudino, senza cho si guadagni nient'altro che un po· più d'abilità a ri– SJ)Ottar la leggo pur violando il diritto altrui. Dopo ciò ne.ssuno si mera"iglier:'t che Giulio Bahnsen, il capo, chiamiamolo cosi, dell'estrema si• nistra J)088imista, sentenzii nell'OJ>Orasua: ll tra• utco come legge <lll mondo, cho tutto 6 uno strazio continuo (SeUJst-1-:11t;10etunu) e con la volulli, della disper:ulone annunz!i ai viventi la ferrea ed ine– luttabile loro sorte con questo "erso: Una 1aleu 11icJi1 ttulla,n ipm·ar,. 1alultm.. Allo motaOsicho concezioni dei pessimisti tedeschi ra eco il gomito, ben più 'Sincero, del Leo.pardi, che dopo al'or dato addio, non senw. strappi del suo cu()re, nd ogni altro "ago 01·1-ore che abbella la vita, nega che l'età futura mono debba soffrire deUa presente. Mat ,1<m vede,· la luce, E·,~a,creda, tl mtglio1·: il saggio sp~u•iunicamenlo nella bella morte regina dcll'81\, pietosa d'osni terreno affanno, cho chiude alla luce gli occhi tnsti. Como doloroso suona lo scherno della PaiinOdia contro coloro che lo esortavano a cantare i bisogni Dtl ,ecot 110tll'O e la matura ~mt. Egli non si sapeva dilettare o pMco1'0 di certe buone a~peUaUve come vedo,•a raro a molti filosofi dol nosll-o secolo. « La mia disJ)Ol'az.ione,egli dice, per cssore intera e continua, è rondata in un giu-

RkJQdWJsaXNoZXIy