Critica Sociale - Anno III - n. 21 - 1 novembre 1893

322 CRl'l'ICA SOCIALE delle cose che impone loro cotesta maniera di scher– mcggio: · · t· I t t· · 'd t· l\la p1u ancora 1 ripe 1amo,e 10a co es 1mci en 1, guardiamo al senso generalo della situazione quale O av,·ertito dalla coscicn1.n universale e da quei sismog1-an sensibilissimi che sono i corsi dei ,•aloz;i. Un uomo di fl11an1.n sperimentato, a cui chiedm•amo giorni fa quanto ci fosse di vero in quel che si dice, che l'attualo ribasso della rendita e s,•ilimento dei mlori italiani sia l'effetto di una.congiura di banchieri, con a C8\>0 il notschild: - E ,•erissimo, ~o:~~rifi!tc1~lf~i!!!o 8 ~ ~i z\ 1 !Jf~ 0 ·a:?!~~f:.'ci I ~ schild so n'è vendicato o se no vendica. not.schild è il vero padrone del nostro o di più altri governi. :\la indipendentemente dn ciò, è genm•ale l'opinione nel mondo degli affari, che l'Italia co1·1·a ll'imp..11.zata a un fallimento inovitabilo, Questa opinione ò di– ventata dogma. Fosso anche esagerata, essa bastc- 1·cbbo da sola ad accclcrnro il tracollo. Oggi la 1·uina O luttom lat·vatn; il ~iorno, o non sar;\ lontano, che il Governo dourà duninuiro ~li inte,·essi del <lebito,ciò equivarr,\ alla dìchiaraz1011e formale del fallimento dello tato; allora tutti i nodi verranno al pettino in un punto c... lo schianteranno. E uno dei nostri pt'Ofessori d'Unive1'Sità, pili me– ritamente celebrali in Italia o fuori, avanfieri, a questo tavolino sul quale scriviamo, crollando il capo sull'andamento doloroso delle cose politiche, ci dichiar:\\'a: - Comincio ad apprezzare davvero quel J>O. di risparmi che mi son fatto in quasi un tren– tennto di insegnamento superiore; perchò ho la cer• tezz.ache fra qualche anno - forse fra un anno - il GovePno non pnghor:.\ pili neanche i professo1•i. Pe1· ti'O,•a1·e una situazione simile alla nostra, con– verrebbe va1-e.'\ro l'oceano; forse in qualche repub– blica del Sud-America t1-ovcrcmmo di che confortarci. - Poi soggiungeva: - Questa convinzione è co– mune a molti uomini cho occupano uffici elorntis- ~~t:~~~1!~1l~~~~~, ~a so5?it~~ cflo~~:~ ~'i ~~~i: patria o ci po,-cuoterebbel'o con stolide quanto aspre vendette. - Noi, cui lo vendette non attingono o che nessun vincolo spocialo di cnl'iti\ Ioga. alla patria degli sfruttatori del popolo italiano, facciamoci invece a consido1·tu·c piu dappresso _lo cose, cominciando dalla Onan1.a. Dal 1881 all'ultimo consuntivo, cioè in otto anni o mezzo, il Tesoro venne aggravato di 600 milioni di disa,•anzo. che, cominciando da 5 milioni nel 1881 sr,, sali a 231 (cifra massima) nel 1888-80,per discendere a :r, noi 1891·02. 0110 adunc1ue in media 7:-; milioni all'anno di cte(lclt che andarono a posar sul 'J'csoro. Al tempo stesso si crearono debiti, non estinti, per movimento di capitali, per 323 milioni, ciOC 10 milioni all'anno, nient':11tro che per coprire il disavnnzo del bilancio cffotli\'O; e come più questo aumont..'l,·a, si l'icavavauo coi debi1i 1350 milioni per costruzioni fer1-o,•inrio. Effetto di questo indi– rizzo finanziario, si ebbo l'aumento di oltre 2 mi• lioni (da I 1.088 a 13.282) del debito pel'petuo e re– dimibile; di 8G milioni (dn 221 a 3W) dei buoni del Tesoro; di r,o milioni (da 517 a 573) delle ren– dile p.. 'l.SSivo nnnuo dello Slato pei debiti perpetui o l'edimibili; o raumento degli interessi passivi poi buoni dol 'l'OSOl'O da O.O a 13.2 milioni. 'l'ulto ciò mentre non v'ò ccs1,>ito di tassazione cho non fosso sp1'0muto: lo successioni, i co1-eali,lo dogano, il lotto (di cui il J..,acavn pensa 01·a a r-inrorznro gli ina– l'iditi zampilli, a mif;'li01'educazione del 1>opolo)1 il sale, i tabacchi, gh spiriti, il bollo, il rcgist1'0; t•mlo che ormai ogni nuova tassa non farebbe cho 6 UhUl va V L I ( u diminuire il gettito delle già. esistenti; e si noli che abbiamo a,•uto un quinquennio di buoni rac– colti, cui può succedere un J)eriodo di care.itia. E infatti il contribuente italiano, nell'ottennio in di– scorso, pagò lrc mtlianll e me;zo più cho nell'ot– tennio J)l'ecodente. por riosciro a un disavanzo di oltre 500 milioni. i,: oltre al de/lcil del bilancio, oltre nll'es..'\urimonto ormai di tutte lo risorse (re ndita depositata poi biglietti di tnto, rendila per le cas.so pensioni, piastre bo1•boniche, cassa depositi e pre– stiti, ecc.), abbiamo un tte/tclt di più diecine di milioni nel pafrimonio ferroviario, do,•uto alle ritardate manuton1.ioni, riparazioni o rinnovazioni; un alti-o de(lcil noi patl'imonio immobiliare doma• nialo, cho dicono s1>aventosomente deperito; nelle p1'0nisto per l'osercito e 1>01· la mnrina, o cosi via. J.'E'conom:lsla di Firenze, ronte di competenza non dubbia, eia cui sfralcinmo questi cinti e queste cifre la cui oloc1uenza ò dn,•vo1-o sll'nordinaria, si chiedo so In vii.\ abbia un'uscita, o tome che sia vnna la speranza di un porlo riparatore. Noi lo temiamo pii, di lui, porchò, non solo J'csporienzn ci insegna che l'indirizzo non fu mai muL.'\tO per succedersi ed avviccndn1-si di uomini o cliparti al potere; cho i canonicati, la b11t'OC1·azin, lo speso inutili, le spese militari - divenute nient'altro cho lo speso della p:1u1-a capitalista, che dissimula sotto rormn d'eser• cito la propria colossale ])Olizia - si sono inces– santemente accresciuto; che ogni nuova tassa, scambio di mbbol'ciarc gli strappi, fu alimento a sperperi nuovi; ma sop,oatutto perché non vediamo all'orizzonte parlamcntal'o nessun accenno di una nuova fo1·za morale e politica, onde un rapido rin– no,•amonto possa 1·agione,•olmonte es.soro sperato. Si c..11>isce allora corno avvenga che anche da altissimo luogo, dovo il bene 1nscpm·abttc dovrebbe csscro articolo di fede, si J>rov,·etfa a separa1'e intanto i c..1pitali mobili, hncstondoli atresto1'0. 'E invero - constata1.ione ormai volgare - i vecchi partiti storici sono evaporali; nò, dopo tnnto invoc~l1.loni a.Ila« 1·icostitu1.ione dello parli politiche, e al « sincero fuuzionnmouto della macchina costi– tuzionale», si vede formarsi nell'ah•o parlamentare alcun ovulo di nuovi organismi; talchò quando Gio– litti fa allusione alll\ « bandiera dol partito», ò un murmuro di risa represso pc1-sino tra i suoi com– mensali, cho pure hanno, corno attesta l'appetito, uno stomaco da struz1.o, cho digerirebbe la ghisa. Rudinì non osa parlare in nomo della Destra, pe1· non paroro «ingenuo» com'ogli conress.'\ ( 1 ). Crispi, Nicotem non hanno al loro seguito che magre e malfido fazioni 1>01-souali, una specie di mercenaria guardia del corpo o di claquc. Il centro, il famoso «.ventre~, nou esisto pili, por a,•e1'0 perduto, a furia d'ing1-oss.·u-si. ogni confine: il pll'lamonto è tutto un sol ventre o ~fenenio Agrippa moclosimo, dinanzi alla degcnora1.ione polisa1'Cicadella nostra Camera deh ! <1uanto bassa, rimarrebbe sconcertato. Il g1-ao p1-oblcma. oggi, di fronte arl una crisi di retrobottega 1>0litic.1 1 pre,•oduta ine,•itabilo e pros– sima. sta nel s:.iporo se clo\'l'à tenore il mestolo Giolitti. che h:i JlOI' ninfa Er,,e1•i;\ lo Zanardelli, o Zanardolli, cho ha in Giolitti if suo Numa Pompilio. Per gli ox-1·c1mbblicanie lognlitari » non semb1•a essere quruliono cho di una mancia, e sono indif • forcuti sul l'icevel'la dall'uno o dall'altro. Qlfanto agli intr:.insigonti dell'Estrcma,delln loro importanza politica nel momento p1·osento (a p3.1•te il va.loro personale di alcuni) ò bello o generoso tacere. Gli scnnclali bancarì, con ciò che miso1-o in luce, o più con ciò che tonue1'0 ncll"omb1·a, cresimando \I) Nella re11llca i\ Olollttl del !t ottobr(',

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