Critica Sociale - Anno III - n. 20 - 16 ottobre 1893

312 CRITICA SOCIALE porehò l'abbiano, bisogna cho crolli loro addosso una dolio soffitto dolle vostro caso, che una dello vostro macchino addenti lo loro membra, cho un buon getto del loro sangue insommaentri, più dirottamento,come coefllciento del \'Ostro reddito non guadagnato, degli arlicoli di lusso, cho voi consumato, delrozio, che vi assicurate o vi allietate. Non si potrebbe chiamare politica da coccodrilli co– dcsta1 Si parla pure dell"im))ostaprogressiva sul reddito, di un aumento della tassa sullo successioni; m:\.non si bada. agli ostacoli che si oppongono alla loro introdu– zione ed agli otrotti che nascerebbero dalla loro ap1>li– cazione. li sistema prevalso della grande J>roduziono, che dà l'impronta al nostro periodo di civiltà o no costituisco Il sostrato, ha bisogno di grandi capitali, o, llnchò questi sieno in mano cli prh•ati, è necessario che li domandi ad essi. Un"adequaziono mollo spinta. del reddito otrre dunque il rischio d'inaridire le fonti clelln produzione, rendere inerti, nelle mani cli quelli che no hanno il ruo– nopolio, gli strumenti del lavoro e danneggiare i lavo– ratori con lutto le conseguenze dolio crisi più gravi o più prolungate. li principe di Bismarck si preoccupava appunto di questo in un suo discorso sul lavoro domenicale: « Dov'ò il limito - egli diceva - fino al quale si possono imporro ostacoli all'industria senza inaridire la fonte stessa da cui roper:tio percepisco il suo guadagno? Quando lo Stato impone sacrifici all'industria por com– piere qualche suo scopo, b necessario di considerare colla massima accuratezza fino a qual punto si possono imporro dei doveri. So noi cominciamo ad agire senza ben conoscere questo limite, e forse ancl1e senza cer– carlo, corl'iamo il rischio di gravare l'industria d'inlol– lcrabili pesi. Nessuno proseguo un'industria con perdila, o nemmeno por iscarsi profltti. Colui ch'ò contento del 5 '/, d'interesse ò artlitto da minor cura l\llorchè re– stringo la sua attenzione a· coupons della 1·endita dello Stato, che si rinnovano sempre, o nello stesso tempo compie un affare che non gli turbn lo spirito. i\la colui, il quale investe una gran sommi\ di capitalo in infra.• preso di cui non può prevedere lo.riuscita, incorre suo malgrado in un rischio per il profttlo ch·oi spera di raggiungere per aumentare il suo futuro patri– monio a ,•anlaggio della propria famiglia. Se questo pro0tto sparisce, si rovescia sull'operaio una. disgrazia ch'è molto peggioro, secondo mc, della lunga durata del la\'Ol'O,e cioò lo.perdita di ogni mezzo di sussistonzo. o lo stadio transitorio dei salari diminuili. Il malo prima ò avvertito con la diminuzione de' salari, quando la domanda di lavoro ò cosi diminuita che, invece di sentire lamenti che vo n'è troppo, si nota perfettamente il contrario, cosicchò invece di sci giorni so ne hanno soltanto 1ro di lavoro; finchè l'industria, da cui l'operaio trac sussistenza, cade, e la tetra prospettiva di una completa miseria apparisce in forma minacciosa. Non possiamo 1rascurare il fatto, clic ogni miglioramento dolio classi lavoratrici ò un nuovo aggravio sulrindu• stria; se noi, anche senza saperlo, raggiungiamo il limite massimo do· pesi imponibili sulrinduslria, o le conse– guenze da mo accennato incominciano a farsi sentire, saremo allora pronti ad accordare l'aiuto dello Stato ad un"industria che abbiamo sacrificata allo esigenze dello Stato!• In conseguenza di questo ragionamento lo statista tedesco, mettendo anche una ,·olla da parte, come B bllowca l.j no Bianco spesso ha dichiaralo, il rigore de' principi o prendendo consiglio dalla pratica, si volgeva con entusiasmo, con vero cnlusiasmo, a quelle imposte indirette contro cui tanto avc"a combattuto il Lassallc. Dal punto di vista di un Junker rimodernato, può darsi che il principe di Bismarck a\'osse ragione, ma (, parimenti vero che con ciò dimostrava nella. maniera più o.porta. l'inca.pncilà. della. borghesia, o del sistema. economico che da. essa prende il nome, a. risol"ore la. questiono socia.lo . li principe di Bismarck scorgeva l'inc0n\•enicnle nello leggi limitatrici della durata del hworo, da. cui puro rinconvonicnte sorge in misura. infinitamente minoro; che dire, quando si traili di un prel0\'amento diretto e maggiore! Ed osa.minando ad uno ad uno i tanti provvedimenti compresi nel sistema d: socialismo di tato, si ,·edrebbe l'inanità loro nella. pretesa di risolvere, od anche ren– dere mono ardua la questiono sociale. (La fine al prossimo mm,ero). ETTORt: CICCOTTI. L'idealismo ellmaterialismo nella storia Il. nio fu caccialo ignominiosamente dalla nalul'a; lo funzioni che un tempo gli si attribuivano ven– nero l'iconosciuto proprietà della matel'ia; dal secolo decimottavo in poi si tonta invano di cacci:ll'lo anche dalla storia. Là dove era passala la spietata critica. degli En• ~~~O~~~~•; ~i;w:il~~.!~:;~ d:~~:l~:!.?o::~~'\ ~~O f~ abolito poi· decreto corno una sem\>lico guardia campestre. Ma po1•chò il popolo accet asse con pa– zienza lo g1' :l.vi miserie che dovevano essergli ad– dossate, i filosofi, i pensatori, gli economisti o i politici della borghesia si posero all'opera e fabbri– carono nuovi dèi. li Dio dei cattolici fu SUJ'1'0gato dai semidei della mitologia borghese, dal dio Pro– gresso, dallo dee Libertà, l•'ratellanza, Patria, Giu– stizia, ecc. Decora1'0no questi nuovi dèi colle qualità del dio defroniu.ato; quesli dèi sono immort.'lli o hanno missione di condurre rumanit.\ nelle vie dell'avvenire; e, a far completa l'illusione, i filosofi li fece1-o antropomorfi, li rivestil'ono, come Oesit e corno Giove, di forma umana. Ma questi dòi deH'0li1,:>1>0 borghese sono privi di grandezza e d1 poesia; prn r1d1coh ancora dello di– vinità mitologiche pagano e cristiane. Il 101'0carat• tere illo~ico e contraddittorio salta agli occhi. I preh laici della borghesia (fllosofi, economisti, moralisti o politici) giurano sui loro propri eri-ori, sulle l01'0 menzogne o s_ulla loro cia1•lataneria, che il dio P1-ogresso presiede allo sviluppo e al perfezio– namento della specie umana, o che l'azione del dio Prog1·esso si rivela con la maggiore energia nelle nazioni che godono della civiltà capitalista. E intanto, ovunque il dio Prog1·csso regna, si constata la pili miserevole de~enerazione della specie umana. Questa opimone non ò di qualche socialista bron• tolone e rivoluzionario, ma di uno dei maggiori sa• pienti del periodo bo1·ghese, il chimico J. V. Liebig. « In tutti i. paesi d'Europa dO\'e regna la coscrizione, dopochè questa fu introdotta, la statura media dogli uomini adulti s·è rimpicciolita cd essi divennero mono idonei al ser,•izio militare. Prima llell:t rivoluzione del 17W, la. statura minima lici soldato di linea in

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