Critica Sociale - Anno III - n. 20 - 16 ottobre 1893

CRITICA SOCIALE 317 proprietari, come dimostra la 1tat11llca, J1velando la proporzione inversa tra la natalità e la diJJ'UJionedeUa. piccola. proprietà nei vari dipartimenti dell&Francia. E I piccoli proprietari esercitano ILritegno alla. pro– crcaziono perchb veggono benissimo corno una dh·crsa condotta Il trarrebbe tosto o tardi alltLpo,·ertà. Ebbene, dn un motivo analogo sarebbero Indotti a rrenaro la procrcnzlone i produttori Indipendenti di una economia egualitari&, I quali ,·odrebbero senza grande storzo che l'auaionto della popolazione, quando pil\ rapido che quello della produzione, &vrebbeper conseguenza. l'im– miserimento di tutti. Ora tmagini che questa convinzione si& in tutti, cho osa.aagise&su tutti ripercossa e rinronata per un va– sliulmo fenomeno di reciproca 1ugge1lione sociale, e mi dica so sarà più facile avere del procreatori srrcnati, di quel cho si& racile aver oggi degli ubbrlneoni o dei ladri o del delinquenti di qualsiasi natura. e Quando la popolazione - scrivo il l.orla In una celebrata aua opera. - intorvlono dirottamento negli incrementi della produzione o determina rigorosamente 11prodotto che può percepire, quando presiedo all"ac– crescoral dolio sussistenze e ne oontrolla la quantità (ed Ella vede che questo, ratto dal tori., è proprio il quadro del collettivismo), eua può cli leqgitri moda-are "' quuln i propri aoet-e1Cimt11li, rallentandoli quando la produttività. del lavoro degradi, per conservare inal– tortita la sua condizione economica.. • DIqui il ratto unh·ersalmenle notato cho una classe ngla.ta , cho 1>ossaporsisloro noll'ngitu.ezzl\ limitando la pl'OCl'Ol\7.IOnO, rallenta i propri RCCl'OSclmcnti collo SCO· mare del reddito eh~ percepisce. Coslcchò, corno nota Thornton, so il mondo rosse abitato soltanto da pro– priotnri, esso probabilmente vorrebbe bentosto a spo– polarsi per mancanza. di abitanti. • (A11ali1i dtUa pn; pritul capilalilla, I, 618). Marx sostiene la stessa tesi, rirerendosi an·autorità di Laing, li quale dice: f! So lutti si trovassero nel• l'aglaleua, il mondo sarebbe bon presto spopolato. > (Dal KaJJilal, I, 661). Non mi dilungo pili ollro, perchè ormai mi parrebbe 4i srondnro dolio porlo aporto. Ma In.sci che mi dica lioto, chiudendo, dolio obiezioni pervenutomi, giacchè 1:1ono lo obiezioni sensato quello che, occitnndo a nuova discuS1lono 1 permettono, assai meglio degli a ,010 scicn– linci, Ji upprorondire i probloml o di stringero pili dap-– presso" 10 noo di cogliere iotera, la vorilà. E ml tenga '"o clcrotiuimo F. TURATI. LAVORO I. Oonovosi dapprima, Smith dipoi, doftnlrono il lavoro • quel complesso di operazioni materiali, cho compon– gono l'industria>; S&y lo disse • uno srorzo, un'azione applicata ad uno scopo determinato;• e Tracy « la ra– coltì. di produrre >. Giusta il Doccardo, è « l"impiego delle rorse ftsiche, intellettuali o morali dell"uomo allo scopo di produrre ricchezze •· Secondo me, una di queste definizioni ne val bono un'allra;e tutto sono in eom– plosso ogul\l@lenloaccettabili, dal nostro punto di vista.. Il lo.vero Imprimo alla produziono tutto quanto vi è di più attivo noi nostro organismo, pcrchè non solo è un fatto /iiiotogico, ma. anello plichico; o, sotto questa ulllma rase, euo, ch"è pensiero ed opOTa,rorma i si• sterni, distrugge ed organizza gli Stati, crea. le genera– doni e dirige la storia dell·intera umanità.. Qui sorgono duo problemi, del quali l'uno si ricollega all'altro: Giova al 10.,·oroun'assoluta libertà.1 gion al ln.,·orohl concor– renza1 2. I aociali,ti tiella catted,.a, che dosidorano In ogni opero. doll"lndiYlduoo dell"assocladono !"intervento dello Stato e però aono protezionisti, sostengono che la libertà o la concorrenza. ra,·oriscono indirottamonte I grossi ca– pitali o nuocciono al piccolo proprietario, Il quale, ad uguali condizioni, non può lottare col più rorte. Sismondo del Sismondi sostiene che il più forte, rimanendo, in un tempo più o meno lontano, padrone del c&mpo di batlaglla, r&rà allora mal uso della su& rortuna. e di• spotiucrà sul pubblico. SOstieno cho, promosso queste coso, In.libertà. economica e 111 concorrenza si risot,·ono, in ultima o.no.lisi,nella schiavitù dei J>llltloboll. I pro– to1,lonlstl pili recenti arrecano n. pro"a della tesi lo Stato di Vittoria, Il quale, sebbene ciccamonlo prolo• zlonish~, ha ratto moltissimi progressi dal lato doll"cco– nomla; ha, per esempio, una costlluziono molto demo• cratica o coll gli operai, 11.,·orandootto ore o poco più, percepiscono buoni sa.lari. t likrilli, al contrario, asseriscono cho !"elemento, in cui vh·o o norisce l'indu.stria, è la libertà i che tutto quanto si oppone alll\ libera aziono dello leggi naturali è contrarlo al lavoroi e cho però tulli I regolamenti, ratti 1>orlimitare !"esercizio dello potenze della ric– chou:a soclalo, no impo,,eriscono o no lnnrllllscono la sorgente. I.a libertà., soggiungono, nell'Industria o nel lavoro, cl permetto di esercitare con la maggioro indi– pendenza quelle. proressioni, cui cl crediamo piit adatti i quest11. li!Ht·lti di laooro aguzza l'ingegno, di\ migliori o più abbondanti produzioni, stabilisce il giust~ prezzo delle coso e proporziona equamente I lucri. t: per la concorrenza che si desiste dallo imprese inconsiderate, elio 11prevengono i monopoli, che ai diminuiscono le spese di produzione, che si riducono a, giusta misura gli interessi del capitali ed i proftltl degli intraprendi• tori. Lo industrio, conchiuclono, in cui poca è l'aziono della concorl'enza, rimangono stnzionn.rlo: la concor– ronza, odiata. dal produttore, ò la sua bonorattricc, giacchè, o. prescindere da. milio compensi che gli 1>ro– curn corno consumatore, prcvieno I monopoli, i quali, coll'ammlsertro i consumatori, ftnlscono per rare la ruina dello stesso produttore. 3. Ma Il quesito, ~a.minato sotto que&tirapporti, rag– giunge, nell"una o nell"allra ipolcai, una llla.zione com– pletamento borghese i pcrchè la costituzione attua.le della società metto sempre il la,·oro sotto la schiuitll del capitalo. Noi vedremo nitra volta eomo nasca il ca.– pilalo, che, nnto nppona., ha bisogno di croscoro o svi– luppare. Carlo Marx scrivo che il primo mozzo, impie– gato dal capltnlista per l'aumento dol capitalo, è il prolungamento della giornata di lavoro: la giornB.ta lii la.\'Oroha tuUavolla. i suoi limiti. Anzitutto, un giorno non consta che di ventiqu&llro oro i poi, bisogna da questo ventiquattro ore toglierne un certo numero, a.r– flnchè l'operalo possa soddisrare I suol bisogni morali e fisici, cioè dormire, nutrirsi, ecc. COsl lo giornate di lavoro possono, dallo dicci alle diciotto ore, compren– dere lo 11\ùs,•ariato lunghezze. Un caplt.lista compra Ja rorza dol lavoro poi suo ,•nloro giornaliero; o però ogll ha acquistato il diritto tli rar lavoraro, durante tutto un giorno, !"operaio ul suo servizio. Che cosa è un giorno di ta,·oro, Comunque si riponda.

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