Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893

178 CRITICA SOCIALE cessioni. L'a~Uto viene manginndo od i contadini, ~ttle~~g:~lch: ~i=!~! ~rt~md:'1=~i J~ voluz:ionari o si organizzano sempre di pili. E poi il Gallavresi si lamenta perchò ,•ode nrmato il pro– getto da quattro socialisti o da otto o no,·e radicali. Ma questo non significa niente. J.,'imp1"0SSione é su– scitata dalla azione e non dallo fitine: chi ora fa l'afataziouo è il Prampolini: aiutiamolo dappertutto :OCi~f/:J.tutto si avrà il scn.~ che l'iniziativa é dei Ancora: il Oallavrcsi avrebbe voluto, sempre per quelle benedetto l~i economich0y che insieme a quello di riforma tnbutaria si rossepresentato un pr~tlo di 1iforma sulla erogazione delle entrate nazionali. - Denlssimo: ma una cosa alla volta. caro Oalhwresi. E poi il Oallavresi si getta ad una critica speciale ma superHcialo del progetto: e poi affaccianuovo(Jroposto, ecc.,occ. Si perdo insomma in quel gioco d1scacchi, in <1uollanb1lib.\di scherma dialotticn, in cui a un gruppo di ragioni si può op– porne un nitro all'infinito o cho non riesce a nulla; cho non ha por risultato che di far pordo1-ola pa– zionza, di irritare 9.uelli cho si vedono intralciata l'azione pratica o d1 far mnligna1-e gli avversari. . .. Dunque mettiamo giù il fioretto della polemica. Veniamo al centro della 9,uostione. Confesso che io sono un po' del p.-irere d1 Dario Papa: che questa discussione, saltata ruori nel bel mezzo della propa– ganda, mi irrita; che questo grido di - ferma! - gettato da quelli cho meditano semp1'8 e solitari a quei pochi cho combatt.Qno soli e sempre, mi fa rabbia. Io prorerirci di trova1•mi nella propaganda ::r:.:~~f1i;~ es~~~~ ~u~~l/ 0 mÌ ~~~~~t/~: noi int1no siamo un partito scientifico e che non dobbiamo metterci la nostra scienza sotto i gomiti; siccome nei nostro partito c'è pur troppo una tale m~ioranza di ragionatori, rngioniamo. Vediamo se riusciamo a provare che la nostra intuizione ha colto più noi vero che il ragionare sillogistico degli oppositori. L'opposizione centrate Odunque questa. Una legge che per noi socialisti ha ,•aloro o forza di assioma dice che nessuna 1·tforma l1'tlmta1'fa JJuò pe,· sè sola ave1·c una efllcacta 1·cale tn /bt·::a della fcn·ea legge clel salarlo che ,·t<luce al 1ntntmo necessa,•to la sussistenza det lavo,·atot'i. In paroto più semplici questo vuol dire che dal mucchio della produzione la borghesia dà ai pro)~ tari il nooesaario per vivere o meglio pel' non mo– rire; o che il resto se lo tiene per sò, per goderselo o per accumulare. Voi volete sollevare le sorti degli operai, far loro avere qualche centesimo più di questo stretto noccssario, o pensate per riusclrvi di. togliere le tasse cho gravano sopra agli operai e di sc.-iricarle sulla schiena più solida della borghesia 1 La borghesia se ne rido: essa non vuol perdei-o un briciolo dei suoi godimenti, nè può rallentare di un minuto la sua ac cumulazione; essa si lascia caricare di queste tas.se. m a, aiutata dalla concorrenza, paga menò gli oporai. E noi ci troviamo nelle condizioni di prima. I Dunau~~:n:b~i~i!~~utaria por forza di questa Tunque, i socialisti non devono dar mano ad aiu– tare questa mistificazione. Dunque, non devono faro l'agitazione poi progetto Aibcrtoni. A questa obbiezione si possono daro molto risposte, anche troppo P.0'' un articolo. Si può, por esempio, mostrare che 1Iproblomn della corrolaziono de si– siomn tribu~,rio o dolio leggo dei salari è troppo 81b 1ote a G ro reo complesso por essere racchiuso entro le due corna di un sillogismo. Ma di ciò, in caso, più a\'8nli. Pre– sentiamo ora In confutazione capitale. Tutto lo leggi naturali, da quello che go,•ernano il mondo fisico a quelle cho govo1·nano il mondo biologico, il mondo (>SiChico, il mondo sociale, non sono mai una specie di mncchinn nettamente d~ terminata nello spazio e nel tempo ed agitantesi ~!z.~'td 0 o~~ ~~ti1: 1 ~i~:~!f:o:ta\ì: 1 ~i;'migl~~ti :~i:~pv~~•l~I~~!~~:; a:l~~n~::c: ~~~~~ perchè non possiamo afferrarle e contemplarle nella loro azione comploss.'I,nel loro ,•iluppo multirorme. Nella renlt..\ <1uosteleggi, operando contemporanea– mente nello spazio, si -elidono o si contl'addicono a vicenda: cosi, non ostante In leggo di gravità, noi vediamo corpi cho salgono; non ostante la leg({o del pr~rosso, noi vediamo le dissolu?.ionidella ctvilt:à. P1l1importru1te ancora O il fatto di qucstn contrad– dizione noi tempo. Le leggi naturali non esistono ab o:ter1w, non sono identfoho ad ogni momonto: le leggi naturali, corno tutti gli altrf fenomeni (e la lefJge innno non è che un fenomeno più ampio o piu generalo), si (Onnarw, si svolgono lentamente dalle proroodifa dell'infinito, agiscono per un tempo più o mono lungo e poi si spezzano e si dissolvono. Discendete i gradini della grande evoluzione cosmica, e voi vedrete ad ogni passo confondersi e sparire le leggi apparentemente più tlsse: vedrete perdersi la 18"9 di circolazione del sangue negli organismi p1•im1hvi; la leggo di cooperazione nei erimi gruppi amorfi della umanità; la teg~e di gl'av1tà nella 1m– mobiliL\ doila nebulosa. Di più: io leggi sono tanto più t1sso e duraturo quanto piit sono primitive e fondamentali: cosi esse poh-obbc:wo essere scaglionate su una scala di fissit..1.; do,·o al primo J>OSto stareb– bero lo leggi fisiche, lo più sfabili, le più durature e continue di tutte; all'ultimo posto io leggi socio– logiche che sono essenzialmente instabili e variabili Ed inratti, mentre te lesgi fisiche anteriori al– l'uomo sono ancora in azione ed invariato, e noi soltanto con la induzione scientifica possiamo risa– lire al tempo in cui esso non esistevano; le leggi :f~i~\~~~o len~'if!i s1i, 1 .:! ~t~g1ri:o:f1•iro~~i~ 0 1.! loggi, per osempio, cho ora governano il mondo borghese, non esistevano nel mondo feudale. Esso ~~~d~n~~~~o~osi":=~~'n ch~od~~~ ~:J:~t ~e non agiscono quand<'quesro condizioni mancano. Quando il Marx ro,·mulnva le leggi del mondo ca– pitalistico, esse si erano appena svolte, e non com– piutamente, in due o ti-o paesi: solo adesso si vanno generalizzando e compiendo, ed anche adesso non agiscono dnpportutto. Cosi è della I081!"di com,laziooo rra i salari ed il sistema tributario. È ossa in questo momento una 1egge universale del mondo economico, No. questa I~ nasce, si forma e si rormula quando le con– dizioni dolla economia capitalistica si sono svolte nella loro J1ienozza.Perché quosta legge dolio oco- ~011!'i~~Sr1:1:itaw~~h~~:e~~:i~è E:!~~~ ~~: ~ ~isl!~~tàca~ifuJ~!~ 1 ~iJ~~zi~ge :;: 0 ~: mento, e con lo sfruttamento dii-etto: O necessario che la popolazione intera di un paese sia divisa nei duo grnndi campi dei proleta1•io dei capitalisti: che questi duo osorciti siano in raccia l'uno dell'altro ad armi corto, a relazi one co ntinua o che questa sia il salm-to. Questo O il ca.so dell'Inghilterra, questo O il caso della German ia. Q uosta leggo perciò in questi paesi domina sovrana. E quiridi i socialisti di llLranno benissimo, in caso, a smentire o a sma-

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