Critica Sociale - Anno III - n. 5 - 1 marzo 1893
72 CRITICA SOCIALE più elevata e completa della porsonalit.'.L umana. E!!SO significa che rindi\'iduo ò di,•cnuto l'oggetto della t>ill alta considerazione sociale, che ha raggiunta la maggior possibile libertà di espansione o di S\'iluppo. f; il citta– dino che, come dico lo Spcncor, non tollera. altra usur– pazione sulla sua libertà so non quella che assicura a 1uUi una uguale libertà. Taio ò la posiziono che l'indh•ic.luo potrà conquistare noi socialismo, o solo nel socialismo. E che questo debba essere il nostro ideale, per me non è dubbio. La societit cammina ratalmento verso uno S\'iluppo sempre mag– gioro della liberti"•o della indi\•idua.Htà. Ce Io prova la storia. ~elle socictit barbaro l'indh·iduo non è conside– rato. Esso è alla discrezione della tribù, della famiglia, della colleltiviti\. Il cnpo ha diritto di vita o di morto sopra i sudditi. Un pari diritto ha talvolta la. diviniHti nlla guaio si sacrificano gli stessi membri dello. conso– ciazione. Non ""ha diritto a11·esistenza,al possesso delle coso proprie; noppuro il corpo appartiene all'imlividuo; questo non è altro elio una pertinenza del potere so– ciale. Ma mano mano ci O.V\'icininmoalle primo sociotit ch•ili, J"indh·iduo si innalzo. sempre più, diventa piil autonomo, e di cosa si trnsrorma in uomo. Tutta,•ia in noma cd in Grecia l'indi\'lduo tro\'asi ancora assai pili \'icino ad uno stato di SOJ>prcssionoche ad uno stato di liberHi. I.a società. romana. o greca ò fondata sulla schiavitù, o flno agli ultimi tempi d"oll"im1>oro il padrone ha diritto di \'ili\ o di morte sopra il am·tms. L'istituto della schia– vitl1 è considerato corno una cosa naturale, necessario. al benessere dello Stato, o meglio dei cittadini. Lo stesso ,\ristotilc scrh·o nella Politica cho gli schiavi o l'infimo celo dei liberi do,·ono essere mezzo alla felicità dello elassi superiori o riconosco che lo schiaYOfa parto del patrimonio della rarniglia. Nè questo. trascuranza dolio elemento personale aYvionosolo por riguardo agli schio.vi cd o.i cittadini degli infimi strati, ma. si estende dal più nl mono a lutti quanti gli ordini della cittadinanza; conseguenza. logica del concetto ammesso senza rcstri– ;doni che saltts publica sup1·ema le.-eeslo. IA pre,•alenza di questi princlJ>i ci s1>iega i tristi casi tli Anass::igora,Aristide, Socrate; gli crori che t>roibiscono di aumentare le corde della lira, in ,\teno; lo leggi che limitano allo matrone romano la (;\col1i1cli ornarsi di gemme, l'istituzione delle Vcsta:i e cosi via. Occorreva che la Yorginc robustezza dello po1>olazioni del Nord scendesse ad in(ondero una ,·ila nuoYa nella fibra esausta dei latini, o no rigcncrnsso lo istituzioni col sentimento della liberti\ indiYidualc, che per il Ger– mano, como nota il Bluntschli, ò il bene supremo. La schia., 1 iH1cellette il posto ad una forma di soggezione più mite: il Sel'\'aggio; lo Sto.io accentratore romano, ud una larga indipendenza degli organismi locali, che fu un potente correttivo cd um\ grande fonte di pro– sporifa in mozzo al disordino cd nll'agitaziono della ,,ita mcdio,•alc. Il concctio llollo. libertil individuale andò quindi sempre più maturando, specialmente col sorgere dello repubbliche ilalio.no e eol prevalere della bor– ghesia cittadina, finchC,l'erso la tlno del medio e\'o, lo numeroso scoperto nel campo della scienza, dello imlu. strie e ùolle arti e la nuovo. estensione presa dal com– mercio aprono la ,•ia a quel grande rinnovamento di tutta la societil cho ebbe la sua princi1>alc manifesta– zione nella Riforma. La Rirorma, rivoluzione cssonzial- Bib ,oteca Gino B,arico monto economica o borghese, diodo una spinta meravi– gliosa nllo sviluppo dolrindh·idualismo, cho riusci ad emancipare dai suoi pill fiori nemici: la Chiesa o la feudalità. O"alloro. il progresso ò continuo, incessante: la perso– naliI,\ si eleva gradatamente col cadere del servaggio, dello immunit..\,dei privilegi feudali, dello giurisdizioni ecclesiastiche cd infine col riconoscimento della ugua– glianza. doi cittadini avanti alla legge. Cosi, in tutta quanta la storia, dal cozzo degli interessi o dello pas– sioni che agitano senza tregua i ,•ari stra! i della sociotil in lotta fra loro, l'individuo esco sempre più rorto. Lo classi vincitrici non pesano più con uguale durc::za dello classi precedenti sui nuovi ,•inti, ma talYolta ranno sentire nnche a questi i benefici d'una civilfa più aYan– zata e d'una rormo. di convivenza sociale più evoluta. Dovrebbe dunque re\'oluziono storica mutare ora in– dirizzo o ritirarsi tutto ad un tratto da questa lotta. secolare per l'emancipazione indi,·idualel La storia si rido llello nostre diatribe o dei nostri timori; nulla potrit impedire la sua corsa verso una forma pili pe1·– rotta e pil't libera di coesistenza degli individui e verso una loro maggiore differenziazione, corno si csprime– robbo lo Spencer. Ed ò per ciò che qualunque sistema di rigenerazione sociale dovo innanzi tutto aver riguardo alla libertà. individualo, altrimenti perirebbe -senz"altro. Ecco la ragione per cui oggi non si sento più parlare dol!e antiche costruzioni comuniste alla Cabet, i,~ouricr, Owcn, nollo quali i·oa.lmentc ogni spontaneitit. indi\'i– dualo rimaneva soffocata nella rigorosa. armonia. dello insieme. Lo futuro conquisto a cui aspira la.libertà inJivit.lualo non saranno nel campo politico, ma in quello econo– mico. Il presente sistema inJuslrialo sopprimo, por la grande maggioranza dei cittadini, persino la. libor1à politica, riconosciuta dallo leggi. La nostra vantata ci– vilti1 ò una continua caccia all'indi\'iduo. E quindi evi– donto che solo colla il'asrormaziono Jel presente regime industrialo sarit possibile di assicurare una libertà od una int.lividualit.\ degno di uomini ai tro quarti della popolnziono, cho ora. no sono privi. I liberisti pensano, ò vero, di poter rimediare a tul1i questi mali col fare cho lo Sta.lo si disinteressi da ogni questiono economica. Non ò molto diOlcile del resto convincersi che questa. ò uno. utopia dello più slrnva– ganti. Chi ha una certa conoscenza. dei mali del presento sistema o dello loro ca.uso non può non comprontlore qunnto siano sproporzionati al loro confronto i mozzi che quella teorio. propone 11cr eliminarli. Essa non fn. che ripetere l'errore di quei politici cho si illudono di migliorare l'andamento di una nazione col mutar forma al suo go,•crno o col dotarlo di uno statuto inrorma.to a.i nuovissimi dettami dclltl scienza costituzionale. In economia politica non ò pH1dubbio ormai che il libero svolgimenlo delle at1ivi1i, industriali borghesi a,•rebbo per ultimo effetto di condurre la sociefa ad una nuova rorma di schiuitù peggioro ùi quello passate: una moltitudine infinita di pezzenti abbandonata totalmenlo alla mercè di alcuni pochi, J>ndronidella ricchezza uni– versale. Ma altri, un po' mono credenti nello armonie econo– miche, sperano una via di scampo nell"associazionismo (cooperazione, mutuo soccorso, resistenza), metodo poco pratico da solo o inferiore allo scopo, come cu lo prova. l'incertezza dei suoi stessi propugnatori, l'infelice riu-
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