Critica Sociale - Anno III - n. 1 - 1 gennaio 1893

CRITICA SOCIALE chiara - e utilitil pratica>, perchè io intendo, che, come ranno lo claui cliri'ge11li n Inghilterra, cosl gli operai debbano trarre dall'opera da essi tentata. sicuro ed im• mediato vantaggio. F'.d ò proprio por questo flne, che, a mio parere, le inchieste operalo s'addentellano stret– lnmento all'essenza stessa ed al metodo di lotta del partito dei lavoratori. - Non ò possibile ora di esporre I vantaggi che questo partito può trarre dalla grande t·asteg,ia delle sue forze più disciplinato o promettenti. M&- domanderò in ,·ia di e,emplificuione - qual miglioro base della loro inchiesta ponno tronre i Jaw,– ratori per fondarvi, con schietta convinzione, le domande d'una non irrisoria legislazione sociale1 - Como meglio controlla.re, estesamente e senza inganni, se quelle ra– chitiche leggine che abbiamo sono almeno applicate con sufficiente rigore l - Non basta che le leggi sociali siano votate dai Parlamenti, ma. è necessario, affinchè non siano vane, che non manchino do! controllo asso– cio.lo e1 assiduo degli interessati o di quello dello Stato. Sebbene, ad esempio, le leggi inglesi segnino a. dicci anni il limite minimo dei fanciulli impiegati nello in– dustrie, o a dodici lo prescrivano quello germaniche, ed a qunUordici quelle s,•izzore, tuttavia è stato notato più ,•olte, che, essendo il controllo go,·ernatìvo più onesto o ,•igile in Inghilterra cho non negli altri due Stati, la tutela effettiva dei fanciulli ò di efficacia presso che in,·ersa della nominale. mtengo, in bre,·c, cl10 un'Inchiesta degli operai sulle loro medesime condizioni possa profondamente gio,·are por questi due scopi, cho stanno fra loro nel rapporto di causa ad effetto: ]}Ol' unificare o ralTorzare la classe 01ieraia, e porchò essa pervcngrLa quei graduali miglio• ramenti legali (mi si passi l'esprcsslono) che più urgen– temente lo abbisognano. - Sarebbe questo il posto per sgolgere convenientemento I duo concotli. Ma perchè ml accorgo, con profonda mortincazione. che I& mia lettera sta per diventare più lunga della pazienza. del lettore cortese, cosi mi limito ad affermare quest:altri duo concetti, che stanno in correlaiione con quelli ora ricordati: - che nella concorde coscienza di classe con– tilsto la foria che gli operai possono contrapporre ai detentori della rendila e del ]}roftlto; e che dai risultati praticamente beneftci e, man mano, a seconda dell'in • gagliardirsi di quella. rorza, )liù elevati, i quali saranno conseguiti dal ]}artito tlei la\'oro.torl, dipenden\. per buona parte il consolidamento o l"efflcacla, so non la stesso. ragione d"essere, del partito. Per convincersi della ,·erilà di cotesto somplici pro– posizioni, basta considerare quali l!iano le tendenze - dico te11dl!n-=t, cioè t:irtualità - presentate dal processo ca1iitalistico. Eccole con lo parole stesse di Man: e A misura che scema il numoro dei 'J)Ottntati del capitalo, I quali usurpano e monopollzi:ano tutti i vantaggi di questo pel'iodo di evoluzione sociale, s'accrescono la miseria, !"oppressione, la. schlM 1 itù, la degrada1.iono, lo l!fruthm1cnto umano, ma cresco ancora la resistenza della classe operaia che senr.a posa aumenta di numero e di più in più si disciplina., unita ed organizzata dal meccanismo stesso della produzione capitalista. > Duo spiccato tendenze, dunque, presenta la dina mica sociale, duo tendenze, che possiamo dire ete,- ogen.ee d antagoniche: degradazione toonomica dei lavoratori, loro risorgimento morale. - Ebbene, domanderò, per tagliar corto sulle idee che mi suscita Il grandioso ar– gomento, ebbene, questo duo lcndenzo possono o debbono B b 1otP.cc.1 Giro B1arco svilupparsi indipendenti runa dalralirat- No; e parmi la risposta chiara come la luce del nostro bel !IOie.La tendenza. momle de,·o reagire sulla. tc01tomica, non già per distornar questa dal suo fatale amlare - ciò che sarebbe superiore alla potenza umana - ma per im– pedire, entro gli incontestabili o pratici limiti del pos– sibile, che Ilvirtuale trattamento, cho Il capitale farebbo del lavoro, s'Inasprisca nel modo e nella misura in cui te,ulerebbe ad inasprirsi qualora li capitale non trovasse nel la,·oro resistenr.a man mano più forte o sicura. So ciò non ammettiamo, vana dh·enta ogni lotta operaia, vano ogni conato della scienza per illuminare o tem– perare gli inevitabili attriti l'ra la classe che sparisce o quella che div.tnla. Il mome1110 supremo del processo capitalistico de,•o essere il coronamento d'una indeHnìta serie di vittorie operaio, non la prima od ultima ,•it– toria dei lavoratori; dev·essero, in somma, !"episodio di quel procc,,o oconomico-sooiale che sarb. la ,·i1ulla11le dello due tendenze o forzo antngon!cho, considerate non gi/Lseparatamente l'una. dall"altra, ma come connesse e reciprocamente reagenti. - Non ò ,·ero ·che la forma– zione di quel proce110 richiama alla mente l'analogo t'enomeno presentalo dalle due celebri progressioni su cui si basa il principio di popola;io11e di Malthusl Esse, conside1ato unito, secondo appunto debbono considerarsi, « cessano di essere indipendenti, e l'un& concorro a mo• diflcaro I termini dell'altra.>, corno scrivo il Me!t!!edaglia, e producono un11lerza $erie, rappresemante r impulso reale di incremento« che la popolazione consern, w,a voltaclteoo,iyaman ma110 itif,·e1tata dai difetto di •u,ui- 1tt11.:e,. Non ò chiara ranalogi11 dei duo casi1 L'incidenza del t·ichiamo 11i"impedisced'appl'ofondlrlo.. E cho cosa ci dico la storia oconomlcamcnto inter– pretata, la storia. che è, in gran parte, composta dello vicende della lotta di clauet I redditi o lo formo di questi, che lottavano per affermarsi, hanno conseguito Il J>osto che occuparono od occupano in sono allo eco– nomie nuionali con graduali ,•itlorie, corrispondenti al loro elTetti\•o invigorirsi ed estendersi. Cosi snrà. della classe la,·ora.trice, ma con questa profonda, radiC41e dir– rere111.a, la quale forma la bellezza od Il rascino ideale della lotta presente: che le classi lavoratrici non oppon– gono alla J>0tenza delle classi economicamente o poli– ticamente dominanti una /01·.;aeco11omica qualunque, mo. semJilicemonte una fo,·;;a morale, co1cie,i:a ed in• tclleUo di cla.1,c. Onde, l'ingagllnrdirsi di questa forza, devo, quasi con meccanica. precisione, riflettersi nelfin– gaglinrdirsi della potenza. politica del proletariato. - Ed a che questa crescente potenza ser,•ir-J., se non a proteggere per mezzo dello Stato, non phì assolutamente monopolizzato dalle classi ricche, i lavora.tori, cui lo srasciarsl grandioso delrorganlsmo borghese tendere~ a travolgere nella sua rovina t Onde, so non sono errati gli esposti concetti, possiamo addivenire a questa conclusione: che chi rappresenta la monto del JHl.rtitodei lavoratorl, se vuole intendere ad O]}erapolitica. immediatame11te fruttuosa, dove intuire Inquale momwto della parabola capitalistica si trovi la. società, do,·o Jlesare la forza della classe di cu,i egli ò Il rappresentante, e da ciò dedurre il concetto di quanto è possibile pretendere dalla classe dominante. Chi questo dimenticasse, mostrerebbe di non comprendere che la mèta, cui la. scienza addita come certa, per quanto lontana, ad un11cl1LSsesociale, dovo Ispirare, anzitutto, la 11onna per il presente. Un partito politico, flnchò gli uomini sono come sono, perchò possa mantenersi ed ingrandirsi, de,·e incominciarepo,ribilmc,uc dal presento

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