Critica Sociale - Anno I - n. 15 - 20 ottobre 1891

220 CRITICA SOCIALE fu in nomo rii questo belle idealità che il popolo pili sonnacchioso del mondo, il popolo quil'itc, s'è ninne «destato» e, se non dio, i tribuni si sono « messi alla sua testa» e, nuo,·e GiO\·anne d"Arco, al grido di {t<Ol'I IO Sll'llllfCl'O ! l'han condotto in– fiammalo nlla guerra; alla guerra della secchia rapita, organiz1.ando la caccia all'uomo e il brigan– taggio per le vie, un b1·ignntaggio appena beceresco e rammodcrnito, cho non mira più alla borsa e qua~i neppure, il meschino, alla. pelle, ma al zotico o sozzovituporo clcll'cssoroumano,cosi,per il gusto, por lo sfogo, per l'u:i:zolo bestiale del monello viziato o polulanto cho sfo1·za a ton-:1. o intride in una deiezione il muso,cho non gli squncl1-a, di un com– pagno più piccino di lui. Poi· vederlo piangere, per ghigna1·gliapp1·csso,co:--i ! Miso,·i malcapitati romei! I soli vetturali, usi a ro1·nica1· collo bcslio o a gnardal'O gli cYenti dal– rallo del sc1·1>0, e perciò tanto filosofi e saggi, i soli vetturali "i hnnno dotta una parola di pa.cc . 'ep– p,11-cgli osti, neppur gli amttac.,mcrc - e sa1'Cb– bc1'0 stati me1.1.a Roma - ebbero all1'Cttanto co– r':lggio') o si che vi dorcrano almeno i riguardi che u~1 l':rntropofaRO negro alle vittime sue. Il e 1>..1triotiismo • fu più forte di loro. Persino i Ye– to1-ani, pu1· facendo appello :ti « decreti imperscru– tabili della P1·0,·,·idon1.a :t, e cosi rubando\"l il me– stiere, hanno :-e1·iltoche roi aroto torto e che quelle che toccaste Cl"ano di santa 1-ngionc, perchò ora 001-s.1 ,·oco che un abatino, il quale potC\·a c.~ere dei rosfri, a,·esse p1·osa sul so,·io la nomea libcmle di cui gG<lc,lontano, l'Italia, o si fosse po1·rncsso, in seg1·oto 1 il co1'flggio <lell'ii>r-ivcrcnza. S'intendo cho cl iciamo la co:sa com o l'han raccontata o anche smentita pili volto; poi· quanto vc1·osimilc, non ò gi:\ che la p1·cndiamo pc,·· "c1·a. Miscl'i malcapitati romei! Chi ve l'a,,esse dotto che, scendendo alln tcrm cli Garibaldi e di B1·uno, froravnto un popolo così intimamente... clc1·icalo! Como l'av1·oslo imaginato, so non lo tocca,·ate con mano o col l'Osto del co1•1)0, che questo Gm·orno, cosi ne,-o a 1-cprimere le dimostrazioni del primo di maggio, a c1-oa1-o p1·occssi d'intenzione, a scio– gliere adunanze, n esigere che quahro gatti in pl'ocossiono abbiano avuto ,·ontic111atlr'orc prima il consenso del qucslor-c sollo pena d·arrcslo, ancbbc poi fallo sciopo,-:11-0allegr-amcnlo gli articoli del codice o della leggo <li P. S. quando le legnalo - o non intenzionali - toccavano a ,·oi ! No, non potevate prevederlo. ~lai, da molti anni, i1 « poJlOlo, italiano si mosfrò si gagliardo. Ah! fu un gl'ido solo e solenne da lutto le con lo città che il fricolo1·0 :,sso1·ella, fu un g,·iclo dalle ville o dai bo1•ghi, di consenso o di plauso, per di1·e che, un evviva al pouteflco scritto da un prete in una chicsn, nella lo1·1·a dello gual'cntigic, può tro,·a1·ci unili alln 1·iscossa, o cho tutto il paese è pronto a levarsi como un sol uomo o a ricacciare l'insulto nella gola del masnadiero. No B o l'antica virtude Negli ita.llelcor non é m.neormorta.. E poichè tulli contro un solo ancbbc potuto appa• riro codardo, fummo tutti contl'O duemila. Ma conti-o lo piattole vero che ci infcstan la ,·ita, contro resaH01-o cho ci scortica, il sistema che ci bm•la, la tabe c..,ttolica che ci serpe maligna nel sangue, contro questi ,·cri mnlnnni non sappiamo levarci nè tulti nò in molli. So un colono protesta contro la propriclil che lo scotenna, se un operaio persuado il compagno a non essere vile, se vi è un misero o un giusto, so ri ò un generoso fra noi, non ha il paese ca1-abinicri e manette che bastino, da metto1'C in rnolo, per ghermirlo e ficcarlo in galom. La paura o la porndia siano pure la nostra didsa; ma facciamo cho l'onoro « patriottico» al– mono Siil snh•o. Non po1'metlinmo cho chi ama il papa lo sc1·ivn, noi che sappiamo r-innegare quanto ò degno cl'amo1-c. A c111csto, o pall·ioii onesti e sinceri, si riduco il « pafriottismo :t d'un popolo tro volto ser,·o - al Go\·crno, al padrone o n sò stesso o alla prop1·ia ignomn1.a- quando cotesto patriottismo ha esaurito la propria mL~ionc. 01-gano di una eroluzione sto– l'icn, cho fu ncccss:ll'ia, ma che ormai s'è compiuta, esso dironta imJ)Otcnto cd ah·ofìco, i suoi ultimi moti non ponno ~01-0 che vizio e libidine. :\'on ha più nulla di buono da nssimil:wc., nulla di grande da compic,·c. li pc11sic1-o e la salute del mondo han p,·cso alh-o ,·ic. La.scinto i superstiti, dunque, seppellire i 101-0 morti! QUALCUNO. A1 lettori ed am1c1 Mancano all'Amnu"nisti·a~ionc, per completare le 1·ac– collc ai nuovi abbonali, i 1mmc1·i d, 6, G, e 10 delfau• nata co1•1·cnte. Quei let101·i cho polcssc,·o spossessarsene e volessero mandarceli ci fa1·cbbc1 ·0co.sa orata cd utile. E uoi of– friamo IOl'O iu t·icambio, ve,· ciascuno di deUi numc,·i, ,,110elci 11o.sl1·i opu,coli di propaganda a dieci ccntc,imi. E tm milione cli 1·i11gra;iamc11ti! LA RICONSACHAZIONE DELPANTIIEON Dicevo. bono l'altro giorno l'Italia del Popo{f.): chi ci facc,,a la miglior figura. in tutta quella. cagnara do! Pantheon, ora Leone Xlii. Gli altri - romani, )lonotti Garibaldi, manirestanti dello cento città.. veterani, Repubblica francese, governo, sindaco di noma, ccc. - chi J>Or un verso, chi per l'altro, parova elio avessero perduto tutti la sinderesi. - Per i romani, almeno nel primo giorno, c'ò tut– tavia qunlcho attonunnto. Conveniamone: ressero stati straziati por tanto tempo dalla dominazione pa.palo o il dover godersi ora la sfilata di tutti quei pellegrini dispostissimi in pocto,·c 11. rinnovar su di loro quello slrnzio .... Via.... Bisegn11. IHH' conccdoro qualche cosa. alla. naturn umnna ! Tanlopiù cho quella bonedoU,1.libertà. concessa ai pel– legrini ora pol negata ngli indigeni d:1. questo regimo italico bavagliatore, soquostratoro, proibitoro per sistema Quel veder migliaia di pellegrini, nemici ct·ttalia, cosl

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