Critica Sociale - Anno I - n. 5 - 30 marzo 1891

74 CRITICA SOCIALE lo nopo, i t11c.:;i ed i ri•rllJali ottenuti. Lo scopo della ri\·ohn:ione ... - la. conquisti\ delrtqt1Qfllia11.:a cir1ile e della liberti, politica ... - ru Il più eleuto, il pili legit– timo cho mai un popolo Ei pro1>0nosse. • Ma l mezzi fù– r'Onocallh'i: • moltospesso, anzi, , iolcntl, t,;tp.wente,·oli.• Quanto &I ri!lultati, l'eguaglianza ch·ilc, secondo il Janot, è oom1ilohuncntornggiun1a o non 11\SCia. pii\ nulla a desiderare; e 1°('guaglia111.a J>01i1ica » o.Icontn,.rio «dalla rlrnluziono In poi, ebbe ,·lgoro solo lìJ>Oradicamentee J>e.riool!lancora. » t:.ssa potrà 80ltan10 allora dirsi assi– cui11ta, quando t francesi abbandoneranno tutti i mezzi , iolcnll ed llle,mli ed im1»u-c.ranno a oonsidcmre la loro rh·olm:iono come comJliuta una ,•olla J>ersempre, cioè quando alflno la rh·olur.iono medesima sari, in-e,·oca– bilmcnto entrata nel passalo della storia, come accadde a111mnto della rh·o1u1.lonoinglese o di quella degli Stati l'ulli. Pur cusiodendo lo co1H111i~1o dollll- l'ivoluzionc, con– ve1·rol.,l.,o 1·inunclni-oallo spirito r\,·oluzionnl'io, ai mezzi , iolenll cd Illegali. Sta beno. Non dimentichiamo però che lo armi rirn– luzlonnrlo furonoadoperato non solo duri:.ntc la e grande ribellione• ben;.;l anche durante Il\ e gloriosa ri\"olu– ziono• del 11d9.Condanna forse Paolo Janet la stessa e glorl~a ri\·oluziono » od I suoi mezzi , iolenti 1 - Al conh'ario. Nella !ma descrizione lo ,•iolenzc, commesse durauio la e glori~ rh'oluzlono •• 1111pajono a.ltamenio giu.sie, u1ili o conformi allo stOJIO. t:gll aJ)pron Yi,•a– mento tutti i moti JXll)()larl contro Il\ monatthia; anzi tenta 1>ersinodimostraro rho scnzn ,1uestl il Go,·erno ll\'1-cbbosoffocato in germe tutto lo rirormo promosso (lall'Assemb\ea nazìonalo, cd t grandi sco1>i della rh·o– luzlono sarebbero r1tlliti.La presa. della Bastiglia è da lui salutata come e la prima ,:Iorio~" comparsa del J}(). polo parigino sulll\ scen3, dclii\ rh·oluzlono »; alh-ctlanto ra,ore,·ote egli si moslra alla seconda ,ma comparsa dei 5 e Oottobre, come puro alla pres3. d"assalto delle Tullerl~. Ma a ,,nesto punto, dimostrata eos\ l'assoluta ncces– sltÌ\, cho s·imJ)Ono,·asin dnl 1>rlnciJ)io della gucn-a, di eliminare Il ro che collndo,·a cogt· lnimlcl della patria, Jtmot.mallnoonicnmenio soggiungo: e Lo. Francia. si ll\'– vozzò '' (}OCO n ))OCO I\ risoh•e1•0 lo (lllestloni J)Oliticho con mozzi cosl tristi!• (1)ag. 102). i,;glinon ci dice tut· to.,·la con <1unli nltl'i mozzi ll\'rCbbcsl potuto risolvere 11 11roblema, che era 1>0sto cho non si J)()leva differire. Soltanto do1)() la. presa. dello Tuilerie-i, (luesfultìma noccssa1iasollonizione, Il popolo parigino, a l>OCO a poco, nel concetto del noslro storico, dh·enta la plebaglia dominai& d& passioni ,·olgari. Onnal ci siamo: si può ben concedere u na e r ibellione• ma alla condizione che non si ll\SCitra, •ia.re di, pa.~ioui ,·olgari - è dunque cosi che la. Intendo lo storico borghese t Nient'affaUo. Tosto egli si dà cura di Insegnarci cho oramai, nnita la e gloriosa rh·oluzlouo », tutte le soli~ ,·azioni mancano di senso o di mglono. t'inalmento !"abbiamo rapita. Prceipitato il monarca, annientala l'aristocrazia, la borghesia salita in auge, 11a10,I rheti oramai, chequanto Oconsegui bilo su questa terra lo conseguiste. Cbl ancora, l"llor d'una ignobile plebaglia, può J>ensarc a aollen,zlonl ! Paolo Janct - non poiremmo allro as-pettal'('i - lri– buta la sua sim11atiaa tutti I 1>arfitlche si succedettero alla testa del moto ri\'olu7.ionario, fat1n solo eccezione per Il\ Montagna. Qucst'ullimn è il ca))ro espiatorio di tutta la sua bllo, e non v"è srhenJO cd Ingiuria ch'egli lo rlspt1rmil. B1 I ote a G n B Fra cotesti matrattorl e la e virile, generosa» Gironda, Janct istituisco il seguenh, interessante J>arallelo:e Oli uni come gli altri vole,·ano la repubblica.... ., Mamentre e i Girondini ,·olenmo una repubblica libera, legalo e mite, I Giacobini no ,•agheggiavano una dis1)()tica e cn1dolc. Questi ultimi si curuano J}OCO della libertà, non 8JlJ)l'CZll\\'anocho ruguaglinnzn.. Ambo I 1>artiti parlM·ano In nomo della.sonanità l)()l)()larc, con questa differenza J>erò rhe_ mentre I Girondini, t. buon diritto, ndenno nel J)OJ)()IO compresi tutti I cittadini, i e llon– laguattll •• al con11-ario, per un"abcrrazioneche non cessa ancora, rlgu:trd:wrmo come poJJOIO solinnto le classi la– ,·oratrici, rloè coloro che ,•h·ouodel 101'0 1woprlo la\"Ol'O. Quindi, MM:Ondo i e ~lonta.gnardi », a ques1a !ìOlll classe spettava Il prcdomluio. » li programma 1>0litlcodel Oiron,llni si distingueva du1ic1ue sso1u.lnlmentodtl11uollodei e Montagnardi•· E po1'Cl1è tale dls1inziouo1 I.o stesso Jtmot ce lo chllu-isco. I.a. dilfercnzn. tlOl'i\'11. dul ratto che Il 1)1\rtlto della. MOll· 1t,grni, come già vedemmo, considorn.,·n.In tutt'altra guisa che lo.Oironda il rappor to reciproco dello di,•erso classi sociali; quest'uUima e considera.va come popolo lt11tl i clttatllnl >, I primi al contrario 11011 cl ,·edenno cbo Io elusi la,·oralrlci, tulio lo al1rc classi non appar. tcnonno quindi nl J)()polo,perebè i loro interessi erano completamc1110OJlposti a quelli delle classi lavoratrici. )la, guan.lando, I bene addentro, anche I Girondini non intendo,·ano per e poJJOI O .. e tutti I cittadini•• cioè tutta la na.zlone f'rnuceso, bcnsl csclu.sh •n1ncnto il 1crzo stato. Anno,·cra,•ano essi fol'SC n-a il J)O J>Olo i rlero o l'ari– stocrazia! N o, rcrtamcntc. Lo ste'-SO aba.to S.iCyès, cho non si spinse mai tanto in là quanto I Giron dini, nel suo opuscolo e Ou't$l ce que le titt-. t:tal1 • contrappone naturalmente e li J)OJ)()lo >, cioè il teno st1t.lo, al piccolo gru11JJO dei e prh'ile– glati •• cioè al nobil i e al clero. I Girondini, che com– baticrono I e pri,•lleglatl » ancor più accanitamente, furono lndubbhuneuto delra,,,·1so di Sléyès. So, malgrado tuHo, lo loro Idee sul e J)()J)()IO • l"llrono cosi diverse da quelle dei e Monrngnardi •, ciò a,•,·cnnc 1>otthè il par– tito della )lon1agna reco un passo pii1Manti, conslde .. rando prMlegl anche 11uello Istituzioni sociali, che o.i Girondini sombl'!\\'11110 sacre o nceossru·lo. 1'~ 11ulndi na- 1uralocho I e Montngnal'di • escludessero dal •popolo., tutto r1uellc rlnssl che da 11uellolslituzloni h'O.e,·ano profllto, J>flichè nessuno del rivoluzionari d'allora com– prcndo,·a nel e l)()J>OIO • i e 1>rivlleglatl•· Restò soltanto da docidcro quali classi debbano riguardarsi propria– mento come e pl'ivilegia1e •· Oramai dobbiamo spiegarci, perchè I difensori dello classi la,·oralrlci propendessero ,·erso una repubblica e dispotica. e crudele•· Perchè dunque non facenno piuttosto adesione a una e repubblica lega.le , libcr& e mite1 • Ciò si dc,·o a duo ordini tli cagioni - interno od esterne. Cominciamo da questo ultimo, cioè dalle r<'lazionl della f'rnncln rh·oluzlonaria d'allora cogli altri Stati d'Europa. La situazione dell a 1- ·rancia, quando la Montagna no preso la dltta1ura, e.ra scabro5issima, dispc.rat&.e Oli eserciti nemici l"usalh·ano da quattro la.ti: dal nord gli inglesi o gli ausiria.ei; dall"Alsru:laI prussiani; I pie– montesi si spln genno, aHra,·crso Il J)elftnat<,, sino A Liono; & Rossiglione gli spagnuoli; o tutto ciò mentre la guerra eh Ile Jnruna.n In quattro dl,•crfio regioni: nella Normandia.,nella Vandea, " tlono e a Tolone. ., (Pag. 170). Aggiungiamo che oltre ai nemici po.lesipullulavano in

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