344 LA CRITICA POLITICA immaginarla ; tanto è evidentemente impossibile, che il Pellizzi, con tutte le sue forze, e senza porsi nemmeno il problema, depreca la esistenza della progettata Camera Sindacale, come trasformazione dell'attuale Senato. « Fra cento anni - egli preconizza - quando noi tutti ed il Duce con noi saremo scomparsi, S. M. Il Re non potrà fare altro che chiamare... Giolitti ! Intendasi il Giolitti che ci sarà allora ; espresso se meglio vi piaccia dalla Camera Sindacale ». Ma il Pellizzi è un eretico! E quì facciamo punto, anche per ragioni di spazio. OLIVIERO ZUCCARINI I ' L'INDUSTRIA E LE SUE POSSIBILITA -------------------------- Che l'Italia possa divenire anche un paese industriale nessuno ha mai messo in dubbio. Quello di cui si è, qui, sempre dubitato è che l'Italia possa divenire un paese prevalentemente industriale e che le industrie capaci di svilupparsi e di consolidarsi da noi siano proprio le così dette industrie pesanti, le siderurgiche ad esempio. L'Italia è un paese prevalentemente agricolo e tale resterà a lungo e non si concepisce sviluppo industriale che non sia strettamente collegato alle condizioni naturali del paese. Tali condizioni offrono certe possibilità - e tali possibilità sono molte - non altre. Ecco perchè quando si vuole contribuire colla propaganda e l'opera allo sviluppo industriale non bisogna formulare programmi troppo assoluti, nè credere che basti solo la volontà per supplire ad alcune deficienze naturali o addirittura sostituire coli' immaginazione ciò che ci manca. Lo stesso on. Antonio Stefano Benni, presidente della Confederazione (ora fascista) delrindustria, è dovuto intervenire, in una lunga lettera pubblicata nel Popolo d'Italia del 2 ottobre u. s., a moderare il tono di alcuni giornalisti in una materia tanto delicata. Egli ha fatto, anzitutto, l'esaltazione dell'opera che gl'industriali vanno svolgendo in ogni senso, e qui ha <:ertamente esagerato alquanto. Ma ha fatto poi alcune osservazioni assai giuste. L •azione degli industriali - egli ha detto - « ha limiti in ostacoli che non possiamo superare e in condizioni di fatto che non possiamo distruggere ». Ed ha presentato qualche esempio. « Il legname della Calabria non può sostituire in molte regioni il legname estero ». Costa troppo. Ma se anche costasse meno, noi non sappiamo quanto economicamente converrebbe all'Italia un nuovo disboscamento, dopo quelli improvvidamente operati nel passato. ; In quanto ai combustibili nazionali - osserva poi il Benni - i tecnici ci dicono bensì che modificazioni più o meno costose di impianti li possono rendere meglio utilizzabili, ma gli altri ci aggiungono che il trasporto di molte qualità di ligniti darebbe luogo ad un consumo di carbone superiore alla resa del materiale trasportato». Si può continuare. L'Italia manca di grandi giacimenti di ferro. Non risulta ancora - nonostante le trivellazioni - che esistano forti sorgenti petrolifere. Bisogna quindi tener conto anche di tali deficienze. Non si può inventare quel che non c'è. Si può invece lavorare molto su quello che c• è. L'agricoltura è pur essa pna larga fornitrice di materie prime e una buona consumatrice. Si tratta dunque solo, anche in fatto d'industria, di adeguare i programmi alla realtà. Dovrebbe essere facile e invece sembra che sia tanto difficile ! Biblioteca Gino Bianco
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