La Critica politica - anno VI - n. 8-9 - ago.-set. 1926

298 LA CRITICA POLITICA della direzione tecnica e pratica dell'organismo statale. L'esperienza italiana è unica al mondo e bisogna seguirla attentamente nei suoi sviluppi, perchè non se ne dimentichino le caratteristiche principali, il che è possibilissimo quando si perda il filo del suo svolgimento. Ecco perchè l'indifferenza di una parte della stampa e di alcuni uomini politici di opposizione per le trasformazioni che via via si vanno operando nell'organismo costituzionale, oltre che essere ingiustificate, costituiscono un errore. Per quanto possa riuscire ostico, è sulla nuova realtà che bisogna pure muovere il passo : e per non inciamparvi bisogna conoscerla. Una novità ormai decisa è la estensione dell'istituto del Podestà a tutti i Comuni del Regno. La decisione fu presa nel Consiglio dei Ministri del 30 agosto. In conseguenza di essa, niente più sistema elettorale per i Comuni grandi come per i piccini, più nessuna distinzione tra popolazioni analfabete e alfabete .le quali d'ora innanzi si troveranno eguali nella incapacità di darsi degli amministratori. Si toglie così anche una grave stortura determinata dalla legge precedente : che cioè il Trentino, la Lombardia e le regioni del Settentrione avessero il massimo dei Podestà - e cioè pre· sentassero il massimo dei Comuni incapaci di autogovernarsi - e il minimo ne avessero proprio la Sicilia e quelle _regionidel Me;zzogiorno d'Italia ove massima è tuttora la percentuale degli analfabeti. Tra Nord e Sud, tra analfabeti e alfabeti non ci saranno così distinzioni, e non ce ne saranno nemmeno tra fascisti e antifascisti. I vecchi partiti, gli uomini del vecchio regime si vedono anzi, dopo tre anni, in certo modo riscattati dalle accuse c~e ad essi si faceva in modo specifico, dal momento che la loro sostituzione e la presenza di amministrazioni genuinamente fasciste non ha eliminato nei Comuni la incapacità, gli abusi e gli sperperi. Ha dichiarato appunto l' on. Federzoni, in una intervista al Popolo d'Italia ( 1) a giustificazione del nuovo provvedimento, che « le Amministrazioni, invece di ·dedicare la loro attività al bene della cosa pubblica, ali' organizzazione, allo sviluppo dei servizi, si esaurivano in dissensi faziosi a basi di clientele, di ibride coalizioni d'interessi più o meno confessabili... » onde - ha aggiunto il ministro - « sperperi, gravezze ingiustificate, applicazione _di tributi con violazione di ogni più elementare norma di giustizia distributiva ». L' accusa generica è grave e non sappiamo su quali e quanti elementi di fatto il Ministro si appoggi per poterla considerare fondata. Bisognerebbe vedere e distinguere. Ma sopratutto bisognerà vedere se in seguito, con la istituzione dei Podestà, gli stessi inconvenienti non si riprodurranno, e se in misura minore o maggiore. L' on. Federzoni assicura che il primo esperimento ha ( 1) 'Popolo d'Italia, 3 I agosto 1926. Biblioteca Gino Bianco

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