La Critica politica - anno VI - n. 6 - giugno 1926

La battaglia del lihro I A Fernando Palazzi, è venuta un'idea. C'è in giro un aria di affrontare e risolvere problemi a colpi di volontà che fa piacere ; facciamo perciò anche la battaglia del lib.ro. E questa idea è apparsa su di un numero della battagliera Fiera Letteraria. L'idea è piaciuta a molti e il giornal~ ha anche indetto un referendum sul questionario proposto in riassunto ali' articolo dell'ideatore. Le risposte che perverranno saranno raccolte in un memoriale di cui dovrà p~endere visione il Capo del Governo per i provvedimenti del caso. Il problema merita l'attenzione seria degli studiosi perchè è in fondo il problema della cultura, ossia della civiltà nazionale. Il Palazzi dice: in Italia non si vendono libri; gli editori ne incolpano gli autori che non sanQo farsi leggere, gli autori incolpano gli editori che non sanno «lanciarli» e invece la colpa è del pubblico. Con questo giudizio evidentemente il Palazzi dimostra (ma è soltanto un'opinione) che autori ed editori conoscono perfettamente il loro mestiere, mentre il pubblico non compie il suo dovere che è quello di leggere. E cioè di leggere, tanto se gli autori non siano abbastanza interessanti, come pretendono gli editori, quanto se gli editori non sappiano « lanciare» i libri, come pretendono gli autori. Se le affermazionidel Palazzi sono esatte non c'è che da concludere così : il problema è insolubile. Se la colpa è del p\lhblico come si fa a rimediare ? Non ci sarebbe che risolvere il problema con l'imposizione, come si fa con una tassa : o il pubblico compra il libro spontaneamente, o lo si obbliga con un decreto ministeriale. E da questa supposizione è nata l'idea della battaglia del libro. Gli argomenti che adopera il Palazzi per convincere il pubblico, al quale si rivolge, sulla nobiltà della sua idea sono ottimi, ma le proposte che egli fa per rendere l'idea un fatto non sono convincenti. Che un grande paese senza una grande cultura sia come un corpo senz'anima è una verità antica per tutti coloro che non usano correre dieuo alle mode politiche e non hanno formato il loro spirito nelle fiere politiche, dove si fa mercato di coscienze. Mazzini ha detto : « le grandi idee anche quando nascono hanno bisogno di un clima adatto per germogliare e fruttificare, se no intristiscono e muoiono.». Il Palazzi è così convinto della necessità di muovere, di ventilare il mondo della cultura. nazionale che ritiene questa necessità base indispensabile per un edificio di vera gr~- dezza. Ed egli a questo punto conclude: « Occorre che il Governo nazionale si proponga questi problemi e cerchi di risolverli al più presto con tutti i mezzi. Occorre che esso sopratutto imponga ali' attenzione pubblica l'idea che per dimostrare di esser un buon patriotta si deve d'ora innanzi impiantare in casa una biblioteca. A vere una bandiera alla finestra è bene ; ma avere un libro di più Biblioteca Gino Bianco

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