La Critica politica - anno VI - n. 6 - giugno 1926

• Orientamenti conservatori e depressione industriale Da qualche mese gli indizi di malessere economico si vanno facendo più frequenti e più acuti. Esso si annunzia, naturalmente, come iniziale disagio delle industrie.. Le industrie sono la zona più sensibile della piramide dell'economia, di cui costituiscono come il vertice oscillante. A differenza dell'agricoltura, che riposa su dati naturali lentamente modificabili, l'attività industriale è emanazione diretta di mobili fattori individuali. Nei due o tre anni scorsi essa, agevolata da questi elastici elementi umani, ha potuto dar prova di vivacissimi incrementi. La maggior parrte delle industrie ha lavorato in pieno. Ma ciò potrebbe contar anche poco. Una impresa, cioè un'associazione di uomini può essere in completa e ordinata attività, senza che, perciò, essa sia un'impresa economicamente organizzata e redditizia. Il grande valore che noi abbiamo attribuito a questo fatto, puramente estrinseco, della piena attività industriale può indicare un'altra cosa: che il giudizio del paese era fondato più su criteri di formale disciplina sociale, che di sostanziale produttività. Era un giudizio, si potrebbe dire, di natura più militare che economico, e, in questo senso, attestava dell'arretratezza, o, in ogni caso, della non pertinenza delle nostre valutazioni. In concreto, però, questa - formale disciplina delle fabbriche si accoppiava, in certa parte, ad una effettiva efficienza economica. Se non tutte le industrie, un buon numero di esse avevano anche felicemente risolto il problema finale ed essenziale di ogni attività economica : qualla degli sbocchi. I mercati esteri sono stati ottimi assorbitori àei nostri prodotti, sopratutto dei prodotti finiti, buoni per il consumo definitivo. Dall'altro canto il mercato interno ha ben funzionato. Esso funziona bene quando la domanda di prodotti di una industria agisce come uno sbocco per l'offerta d prodotti di un'altra industria, e questa attività circolare si è svolta con un bel ritmo rapido e intenso. Tirando le somme si può dunque dire : che, nel recente passato, la macchina economica aveva molto lavorato, e, anche, aveva ben lavorato. Ma a un certo momento, che è quello che attraversiamo, il profilo delle cose muta d'aspetto con notevole rapidità. Il mutamento era stato già preannunciato da parecchi mesi, dal persistente orientamento al ribasso dei titoli industriali in Borsa. È vero che tale ribasso, distribuito nel giro di molti mesi, non può essere qualificato di vera e propria crisi borsistica. Vero è anche che non sempre una crisi di borsa si accompagna ad una crisi delle industrie. Non si Biblioteca Gino Bianco

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