La Critica politica - anno VI - n. 5 - maggio 1926

ROMA E IL LAZIO 209 - -=-===-=============== =========================-===== rità, riuscì ad estendere le scuole dalla campagna ai più reconditi villaggi dei monti laziali, da 8 soltanto nel 1908, le scuole salirono a 32 nel 1912, a 40 nel 1913. Nel 1918 esisteva già una rete completa di scu9le diurne, serali, festive, e di asili d'infanzia: complessivamente 33 scuole e 4 asili che raccolser<? e in parte nutrirqno ben 3220 alunni. In questo caso bisogna riconoscere alla iniziativa privata quei meriti che non si possono riconoscere a quella pubblica. Ma i problemi gravi della provincia di Roma· non si limitano a questi. V'è quello delle strade, delle comunicazioni: m~lto curate le grandi, trascurate del tutto le piccole, le secondarie. La T uscia è da questo lato in condizioni infelicissime. Ci sono· fortunatamente indizi di risveglio, segni di vita nuova. La stessa campagna romana ora si rianima, si ripopola, ac·cenna a trasformarsi: E si trasformerà indubbiamente. Ma se le in~ziative private sono per se stesse mirabili, ragione di più per facilitare ad esse la strada e l'opera, perchè altre sorgano' ad integrarle. L'avvenire bisogna prepararlo! E le regioni che costituiscono la provincia di Roma sono bene in grado· di avere un avvenire degno del loro passato e· della città alla quàle fanno corona. 0. DAL SUA VICINO ' L'IMMORALITA IN POLITICA Melchiorre Gioia nella sua « Dissertazione sul problema : quale dei governi meglio con - ' ~ venga alla felicità dell'Italia », pubblicata per la prima volta in Milano nel 1798, afferma che quattro classi di uomini principalmente iono incapaci di rappresentare il personaggio di attore sul teatro della rivoluzione. Alla prin:ia di queste classi apparten~ono i timidi e i sospettosi, alla seconda gli uomini di fredda immaginazione, alla terza i vanitosi, all'ultima gl'immorali. Giova riferire quel che egli dice di quest•ultimi, perchè bene s'attaglia ad una specie niente affatto scomparsa e sempre pericolosa per tutti i partiti, per tutte le idee, per tutte le rivoluzioni : « Escludo finalmente dal ruolo degli attori le persone immorali ••. . ... . . . . . 1 cm pnnc1pn vanano a norma delle circostanze, le cui proteste sono in contraddizione con la loro condotta, la cui conversione democratica si potrebbe paragonare a quella che in materia di religione prometteva il console Pretestato, il quale, vedendo le ricchezze esuberanti dei romani Pontefici, diceva: fatemi vescovo di Roma, che io mi farò cristiano. Costoro che nel fermento delle rivoluzioni vengono per così dire a galla, brillano e si sforzano di primeggiare ; questi perfidi, io dico, devono essere per tutti i titoli esclusi dalle cariche, dagli onori. dalle dignità, giacchè oltre il danno che , I portano alla repubblica con la loro venefica influenza, forzano r onesto cittadino a ritirarsi in disparte per non ritrovarsi in loro compagnia e non partecipare della maledizione che contro di essi slancia il genere urµano. Voi conoscerete questi perfidi ai loro gesti smodati... alla severità con cui giudicano le debolezze dell•opposto partito, alle replicate proteste di sincerità, alla prontezza nel seguire il. fortuito e l'azzardo, alle ricchezze che accumulano in poco tempo, per cui s•addice loro il rimprovero che facevasi a Silla : come potete voi essere onest'uomo, buon cittadino , . mentre vpstro padre non vi lasciò nulla e in un momento siete divenuto si ricco ? » Biblioteca ino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==