208 LA CRITICA POLITICA presso a poco eguale a quella agglomerata, come in Umbria. In taluni Comuni anzi, dove la proprietà è più ripartita e l'agricoltura più intensiva, la popolazione sparsa raggiUllge e supera il 75 per cento di quella complessiva. Il distacco tra la Sabina e il resto della provincia è grande pure per tutto ciò che si riferisce alr economia gen~rale, e in specie agricola. Mentre in Sabina il 32 per cento della popolazione superiore ai 1O anni è impiegato nel lavoro agricolo, ciò che è indice di cultura intensiva, nel resto del Lazio la proporzione era appena del 20 per cento, inferiore alla media del regno (26) e superiore solo a quella della Liguria ( 17). Scarsa popolazione agricola dunque nel Lazio e prevalenza della grande proprietà sulla media e piccola. Si hanno, infatti, 7 proprietari per ogni 100 ha, mentre la media del regno è di 12. Agricoltura povera: molto sviluppata la pastorizia. Il censimento del 1911 dà nella regione 18.107 pastori. Le sole colture che in alcune zone sono particolarmente curate e danno elevato rendimento sono qu~lle della vite e dell'olivo. La produzione media complessiva del vino è calcolata in 2 milioni e 300 hl. e quella del1'olio in 90 mila hl. La povertà dell'agricoltura ~on trova compenso in un particolare sviluppo dell'industria. Vero è che il censimento del 1911 dà una popolazione industriale di 72.369, ma si tratta di persone occupate in piccole e piccolissime imprese, di artigianato piuttosto. Roma, che pure non è affatto una città industriale, contribuisce notevolmente alla statistica, modificando anche qui, col suo apporto particolare, il quadro complessivo. Il Lazio, insomma, è molto indietro in tutti i sensi. È una delle regioni d'Italia ancora da redimere. Tutti i problemi caratteristici che hanno costituito la cosidetta « questione del Mezzogiorno » sono vivi presenti formidabili alle porte della capitale, nel bel c~ntro d'Italia. La malaria, che è un vero flagello, ha Ì;J1pressoil marchio della desolazione a gran parte del basso e paludoso litorale tirreno, ostacola la coltura intensiva di plaghe estese, indebolisce la capacittà produttiva della popolazione. Nella lotta contro la malaria si è fatto qualche cosa, grazie ali' apostolato di Grassi, di Celli e di altri, e dal 1881 ad oggi nel numero dei morti per malaria è notevole la diminuzione. Ma la vera lotta vittoriosa non potrà farsi che con la completa bonifica dell'agro. Troppa poca cosa quel che s'è fatto in confronto a quel che resta da fare. Un miglioramento c'è stato, senza dubbio. Ben altro è quel che c'è da fare perchè il Lazio sia portato al livello delle altre regioni più vicine. Un altro dei problemi gravi e angosciosi del Lazio è quello dell' analfabe- ' tismo. Ci sono troppi analfabeti nel Lazio! Le scuole in campagna scarseggiano. La più recente statistica, del 1921, dà per la regione un numero di maestri e · di scuole elementari sempre inferiore alla media generale del regno. E a mi- . gliorare la situazione, specie per ciò che riguarda la campagna romana, molto hanno contribuito i nobili sforzi compiuti da una eletta schiera di apostoli. Fu il « Comitato delle scuole per i contadini dell'agro » che, ad onta delle difficoltà e dell'indifferenza dei proprietari, dei mercanti di campagna e delle autoBiblioteca Gino Bianco
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