.... 204 LA CRITICA POLITICA carbone è per I' Inghilterra una questione economica assai grave e complessa. Una parte delle attuali miniere non rendono più sufficientemente. Dovrebbero o chiudere, o diminuire i salari, o modificare i sistemi di sfruttamento. Tempo addietro venne nominata per lo studio della serissima questione una speciale Commissione nazionale d'inchiesta, la quale ha già presentato le sue conclusioni. Nel frattempo - per permettere a tutte le miniere di continuare e per evitare la disoccupazione - lo Stato intervenne con uno speciale sussidio sui salari, sussidio cli molti milioni: 20 milioni di sterline in cinque mesi. È appunto questo sussidio che ha complicato le cose e ha fatto entrare in giuoco lo Stato. Giunto il momento di venire ad una sistemazione, il contrasto tra operai e capitalisti si riapriva, nè gli uni nè gli altri essendo disposti a rinunzie. In questa posizione di irriducibilità c'era e c'è, negli uni come negli altri, una speranza e una pretesa: che lo Stato continuasse a pagare la differ~nza. Si riprodusse esattamente la situazione che gli intervenzionismi statali a favore di questa o di quella industria, di questo o quel gruppo d'interessi, ha determinato in altri Stati con le conseguenze che nessuno meglio di noi in Italia è in grado di valutare. La crisi della libertà doveva essere appunto la inevitabile conseguenza della tendenza a creare nello Stato posizioni di privilegio e a trovare agli inevitabili contrasti sociali tra le classi soluzioni a spese della collettività. L'esempio inglese serve a stabilire ancora una volta - luminosamente - l'inutilità, i danni e i pericoli di ogni intervento statale nei problemi del lavoro. In Inghilterra l'hanno hene avvertito. È sperabile che l'avvertano anche tutti coloro che fuori dell' ln- ,ghilterra - niente avendo appreso dallla esperienza - pensano di mettere lo Stato addirittura nelle mani dei sindacati. ·v1TA NUOVA E VECCHIE TENDENZE A Bologna c'è chi si agita perchè quella città abbia dallo Stato lo stesso trattamento che ha avuto Palermo. La bella e popolosa città della Sicilia ha a11uto, infatti, un finanziamento di trecento milioni con la garanzia e col contributo dello Stato. Se per Palermo - scrive un giornale bolognese, e precisamente l'organo autorizzato dei gerarchi locali - si sono trovati 3 00 milioni, perchè non se ne dovrebbero tro1'are soltanto 200 per Bologna ;> 'Deve dunque questa nostra città, a nessuno seconda ecc. ecc., essere abbandonata, negletta, dimenticata ;> No. « {Bologna non può, non de11e essere cons,·derata eiome la cenerentola delle città italiane I ~ . E sta bene. Si devono trovare i milioni anche per Bologna! Se non che, allo stesso titolo, rivendicando tutte le loro particolari benemerenze artistiche economiche e politiche, potranno farsi avanU anche le altre città. Se ha Bologna, perchè non dovrebbe a11ere Venezia ;> E perchè no, Firenze;> E Torino ;> E Genova ;> E Perugr"a ;> Nessuna città d'Italia, evidentemente, sarà disposta ad essere seconda alle altre ed a fare la parte di cenerentola. Ed è logico che sia cost Ma ..• e le conseguenze ;> È possibile forse che lo Stato faccia le spese di tutti;> E per farle pagare poi a chi;> Forse che nelle spese dello Stato si può dare da uns parte senza togliere nulla dall'altra;> E a chl, in definitiva, si dovrebbe togliere ;> Vita nuova I - si dice. Ma questa di chiedere e pretendere favori e privilegi dallo Stato è una tendenza vecchia, 11ecchissima.Si vede che a {Bologna c, è poco di mutato a si cammlna s6mpre con scarpe 'Vecchie. 'Pita nuo1'a ci sarebbe sul serio solo quando nessuno chiedesse ..o pretendesse dallo Stato qualche cosa più di quanto dà. Ma ... ci sarà da aspettare. Biblioteca Gino Bianco
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