POSSIBILITÀ COLONIALI 201 Di questa superficie poi soltanto 20,000 Km. sono, secondo i dati fino allora accertati, di proprietà del demanio ; gli altri appartengono a singoli indigeni, o sono beni collettivi delle tribù. Si presenta quindi questo problema: Potrà il colono (che se abbandona il suo paese non lo fa certo per spiriro di avventura, ma per nècessità di avere un reddito maggiore) avere o trovare i mezzi per acquistare questo terreno, per costruire case coloniche, per· so_stenere ·in una parola le spese della sua azienda fino a quando questa diverrà produttiva? No di certo, perchè il nostro colono possa esplicare la sua opera è indispensabile che egli possa iniziare il pagamento della terra e delle spese fatte per la sua valorizzazione quando dalla terra incomincierà ad avere una rendita. , ' E questo il nocciolo della questione. C'è, anzitutto, un problema di finanziamento da risolvere. Non è qui il caso di esaminare da chi e come pok'ebbe essere compiuto un tale finanziamento, ma esso si presenta con delle enormi difficoltà. Ammettiamo ora che, ad opera di privati o dello Stato, venisse risolto questo problema e vediamo quale sarebbe il numero di nostri coloni che potrebbe stabilirsi in T ripolitania. Sempre secondo i calcoli dell'Ufficio Agrario di Tripoli, la zona costiera, quella cioè ove vi è la possibilità di creare delle piantagioni a irrigazione, quando fosse completamente valorizzata, potrebbe· ospitare circa 90,000 coloni. Nella zona stepposa, assai povera d'acqua, ove possono prosperare soltanto determinate colture (in prevalenza l'ulivo e l'orzo), i competenti hanno calcolato che vi s_ipotrebbero impiantare circa 3400 aziende con un totale di 50 mila coloni. In totale avremmo quindi la possibilità di fissare in T ripolitania 140 mila nostri coloni. Di fronte alla cifra di varie çentinaia di migliaia di italiani che annualmente emigrano o chiedono di emigrare e non lo possono per le restrizioni degli Stati di immigrazione {la nostra emigrazione superò in alcuni anni il mezzo milione), la cifra dei 140 mila coloni che la Tripolitania potrebbe ospitare in tutto è insignificante. Del resto i coloni italiani proprietari o parzialmente tali che ha~no in gran parte colonizzato la vicina Tunisia raggiungono appena i 25 mila. 3i potrà· obbiettare: perchè in T ripolitania invece di coloni ,proprietari non si potrebbe mandare della semplice mano d'opera nostra? La risposta è semplice. La mano d'opera italiana, pure essendo meglio specializzata di quella araba, è, per le speciali condizioni del clima, meno resistente, quindi il rendimento dei contadini italiani ed arabi finisce coli'• essere pressochè uguale, almeno per i lavori comuni. Con questa diffeBi61ioteca Gino Bianco • I
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