La Critica politica - anno VI - n. 5 - maggio 1926

Possibilità Colonia! i Il doti. Luigi Battisti - figlio del glorioso martire della nostra ultima gµerra nazionale - offre alla nostra rivista alcuni dati sulle possibilità economiche della Tripolitania, risultato di studi e ricerche che egli ha fatto recentemente in occasione della sua tesi di laurea. Sono pochi dati, ma chiari e precisi, nella esposizione dei quali l'autore mostra di avere ereditato quelle qualità di metodo, di sobrietà e di chiarezza che si trovano spiccatissime negli studi del Padre suo, e che servono a ristabilire l'equilibrio tra l'esagerato ottimismo di alcuni e l'assoluto pessimismo di altri sull'avvenire della Tripolitania. Si è parlato molto, in questi giorni, della possibilità di colonizzazione e di popolamento della T ri politania. Non sarà forse inutile esaminare tali possibilità sulla scorta di qualche dato di fatto. Gli studi compiuti dall'Ufficio Agrario di Tripoli, le opere pubblicate da privati e dallo Stato sono concordi nell'affermare che l'unica parte della colonia di una certa importanza economica, cioè agricola, è la Mediterranea. Questa zona ha i confini così stabiliti: a N. il mare, ad W. il con~ fine tunisino, a S. il parallelo 31° 42° fino al punto più meridionale della carovaniera Giado-N abut e poi i confini meridionali delle regioni del T arthuna, di Zilten, di Misorata> di T auorga fino a raggiungere la costa ali' imbocco della grande Sirte. A questa zona le carte dell'Ufficio Agraria di Tripoli, quelle dell'Ufficio Politico--Militare e del Ministero delle Colonie assegnano una superficie di km. 2 44,586. · ,_ Da questa superficie bisogna togliere la spiaggia, le parti rocciose del Gebel, le aree adibite a fabbricati ed a vie di comunicazione, le dune mobili ed i terreni salati o sebche. Fatta questa sottrazione rimangono Km. 2 17,600, cioè Ha. 1,760,000. Togliamo ancora da questi le superfici già utilizzate e coltivate dagli indigeni di Ha. 35,000. Rimangono . Ha. 1,725,000 che attualmente sono steppa utilizzata per le piantagioni di orzo e di sparto, od utilizzate come pascolo. Il terreno di questa zona è costituito, fino ad una profondità più o meno grande, da un ''loess,, di origine sahariana, ma rimaneggiato dalle acque locali. L'acqua freatica, .in tutta questa zona, si b·ova a 3-20 metri. Numerosi sono gli uidiam che la solcano nella stagione piovosa. Tanto le coltivazioni erbacee (erba medica, orzo, frumento) quanto quelle arboree (olivi, viti, mandorli, fichi, carrubi) hanno dato risultati soddisfacenti. Bisogna però tener ben presente che la superficie assegnata a questa zona è la superficie « valorizzabile », non quella valorizzata. Biblioteca Gino Bianco I

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