La Critica politica - anno VI - n. 5 - maggio 1926

LA LEGISLAZIONE SULLA STAMPA NEL DOPO-GUERRA 199 sione spetta alla Suprema Corte di Giustizia. Il Comitato, a quanto pare, può essere consultato anche dai privati. Il paragrafo 108 della Costituzione dice che se il Comitato informa un autore o uno stampatore che una data pubblicazione non è incriminabile mentre poi è giudicata tale, allora il Comitato stesso è ritenuto responsabile e i suoi membri possono essere processati. In Turchia vigono ancora nominalmente le leggi sulla stampa del 1909 e del 1912 : ma di fatto, queste leggi sono state sospese da un k.aranamè {decreto-legge) del 1919 che applica anche alla stampa il regime dello stato d'assedio. MARIO BORSA IL COSTUME GIORNALISTICO È una questione vecchia che fu dibattuta assai anche col vecchio regime. Ed è una que3 tfone che, più che ai giornalisti, ha riguardo ai finanziatori dei giornali. Dal momento che { plutocrati capirono che sotto il manto degli ideali politici e all'ombra de{ partiti pote-vano farsi ottimi affari, anzi dal momento in cui lo Stato allargò la sua sfera di attività dalla politica alla economia, ai problemi e agli interessi particolari dell'economia, il giornallsmo puro, disinteressalo quello fatto esclusivamente per il pubblico e nell'interesse del pubblico, s'è andato riducendo sempre più. Sono sorti i grandi giornali, largamente finanziati, che possono pagare grossi sllpendi, ma in cu1· il giornalista è vincolato alls 1'olontà di chi finanzia, che non si preo:,cupano di stampare in perdita perchè gli utili del giornale devono sortire in altro modo, in vista cioè della pressione politica che il giornale riesce ad esercitare. 'Diciamo che è una questione vecchia, ma che, pare impossibile, si dibatte anche col nuo'\>oregime. È stato proprio l' on. Farinacci - fino a ieri al segretariato del partilo e che quindi deve saperne qualche cosa - a sollevarla in una serie di articoli nel suo giornale di Cremona. Tra l'altro egli ha scritto (27 aprile): < Bisogna che tutti sappiano come vivono i giornali, specialmente se questi sono fascisti. Perchè l'azione della stampa possa essere efficace bisogna dimostrarne la sua indipendenza. Si verrebbe così a finirla colla questua di certi giornali inutili e sopratutto a ravvisare i moventi di certi attacchi, anche &e partono da fascisti. Bisogna fare i nomi dei finanziatori dei giornali~ conoscerne i bilanci e la tiratura. Moralizzare la stampa deve essere uno dei nostri precisi scopi ». ' Nella discussione sono intervenuti altr,· giornali, come il Popolo d'Italia. Si è osservato che c'è ora una legge la quale eslge la denuncia del patrimonio del glornale e del nome dei suoi proprietari; ma si è pure osservalo che ciò non elimina l'inconveniente, non modifica la situazione. V'è chi, indipendentemente da ciò, si è dichiarato assai scettico sulla possibilità di rialzare il costume giornalistico. Il Tevere, ad esempio, sostiene che tutto dipende dal materiale umano che non è mutato. Noi opiniamo che ciò dipenda, sopratutto dagli interessi che non sono mutati, dal modi di fare e di operare che restano sempre quelli. E sarà cosi fin I che l'officio dello Stato non muti, fino al giorno in cui nessuno potrà più in nessun modo tentare o sperare di ottenerne favori o pri11ilegi. Biblioteca Gino s·-~nco

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