190 LA CRITICA POLITICA nemmeno. I popolari, per quanto nel programma fossero regionalisti, fìnchè fu- _ rono al governo, non mossero un dito per arrivarvi. Quanto al Parlamento poi lasciò ad una Commissione - della quale, se non sbaglia~o, fu non ultima parte anche l'attuale presidente della Camera - l'ingrato compito di vedere, studiare, discutere e riferire. Tra le malattie del dopo guerra il regionalismo è stato cioè la sola manifestazione di sano spirito nazionale, la sola che non abbia costituito una improvvisazione, la sola che avesse di mira una soluzione. La soluzione era poco patriottica~ L' on. F ederzoni può pensarlo; noi lo escludiamo. Egli potrebbe, però, osservarci che noi apparteniamo ad un partito politico nel programma del quale - per quanto nobile e largo sia il contributo di uomini da esso dato alla patria - non può ravvisare il suo ideale del patriottismo. Repubblicani noi, egli nazionalista: impossibile intendersi. Repubblica è per lui disgregazione della Patria; per noi è la Patria nella sua costituzione ideale. E allora la parola non può essere a noi, almeno fìnchè si tratti di convincere del suo errore in tema di regionalismo l' on. F ederzoni e coloro che come lui ragionano e con gli sessi argomenti. Ce ne sono ! Bisogna anzi dire che gli argomenti sono molto vecchi e molto adusati. Lascieremo, perciò, la parola ad un nazionalista. E non ad un nazionalista qualunque ! Ad un teorico del Nazionalismo, al padre spirituale del Nazionalismo più nazionalista dei Nazionalismi, che è altresì uno scrittore insigne, a Maurice Barrès dell 'Académie F rançaise. L' on. F ederzoni può non avere in nessuna considerazione le nostre opinioni, vorrà certo tener conto di quelle di Mauri ce Barrès. Il nazionalismo francese fu sempre tenuto in gran conto dai nazionalisti italiani. Come per tante cose, anche in materia di nazionalismo molto s'è attinto ali' esempio, alla moda della nazione sorella. I nazionalisti italiani non hanno, del resto, mai nascosto la loro vicinanza spirituale coi nazionalisti di Francia e Ii citano assai spesso. Lascino, quindi, che li citiamo noi, una volta. Ecco qua, infatti, due volumi di Maurice Barrès: Scènes et doctrines du N ationalisme ( 1). « Editi on definitive ! » L'opera s'è finita.di stampare il 20 ottobre 1925. Opera, dunque, anche molto recente. In appendice: << Il programma nazionalista di Nancy » e alcune « Note sul federalismo » destinate queste ad una parziale illustrazione e difesa del primo, perchè (chi lo~crederebbe?) i nazionalisti di Francia sono regionalisti e federalisti. Perchè lo siano, non vogliamo indagarlo: forse per le ragioni stesse per cui noi, repubblicani, lo siamo in Italia. Il centralismo in Italia è, necessariamente, monarchico, mentre in Francia è repubblicano. Nell'ordinamento politico amministrativo i due Stati si somigliano molto. L'ordinamento italiano, che è quello del Piemonte, fu calcato sul modello napoleonico che la Francia ha conservato, con lievi varianti, nonostante la repubblica. Così qua e là si sono presentati e si presentano. gli stessi problemi, , (1) Paris - Plon - Nourrit et C.ie Editeurs. fr. 25. Biblioteca Gino Bianco
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