LA VANA PROTEZIONE DELLA SETA ARTIFICIALE 187 tificiale, con un aumento di chilogrammi 2.677.077 ~ul 1924, e di quasi 5 milioni di chilogrammi sul 1923. Nella stessa Relazione, è dichiarato il proponimento, che aveva la Amministrazione dello « Soia-Viscosa » di aumentare considerevolmente la produzione dell'esercizio precedente durante il 1926. Uguale proponimento· avevano dal più al meno le altre Società già costituite, tutte con nuovi e grandiosi impianti industriali già ultimati, od in grado avanzato di costruzione, a non parlare delle nuove Società sorte· come funghi nell'ultimo semestre del 1925, ma per ora ancora lontane dal1• esercizio. In queste condizioni, si può ritenere con tutta fondatezza che la produzione complessiva di tutte le fabbriche italiane di seta artificiale, o, per dire meglio, la loro potenzialità di produzione, già raggiunge, se non su- , pera i I 6 milioni di chilogrammi all'anno, e rapidamente si avvia verso i 20 milioni di chilogram~i. L'importazione di filati di seta artificiale in Italia è stata nell'ultimo . tnenao: 1923 . . . . . . 1924 . 1925 . • • • • . . . . chilogrammi 508.468 » 607.438 » 583.243 Si ammetta pure ~he, in conseguenza del dazio aumentato, questa importazione possa essere 1idotta - non annullata, per le ragioni che giàho dette - a favore di un correspettivo aumento del consumo dei prodotti nazionali. Sarà sempre una questione di poche centinaia di migliaia di chilo-· grammi, che saranno un' inezia nel grandissimo bisogno, eh e le fabbriche italiane di seta artifi~iale continueranno ad avere di esportare almeno la metà della loro crescente produzione. Nè è presumibile che, intralciata, come è ogni giorno di più la nostra esportazione di sete artificiali dai dazii, con cui a gara, nella frenetica corsaall' isolamento economico dei mercati, tutti i paesi del mondo cercano di proteggere le proprie industrie, riesca facile alle varie fabbriche italiane dì seta artificiale l'organizzarsi allo scopo di poter contenere l' offert~ della loro merce sul mercato interno in modo da poter ottenere che il dazio doganale di lire-oro 3, al chilogramma - pari, al cambio attuale di 480 per cento, a lire-carta 14,40 - possa esercitare una azione veramente protettiva dell'industria, aumentando di circa il 25 per cento il prezzo attuale di vendita dei filati di titolo medio sul mercato italiano. Biblioteca Gino Bianco
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