La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

\ 158 lA CRITICA POLITICA Troppa profonda coscienza Mazzini aveva del valore morale della propria concezione, per confondere il suo ideale di pace coi progetti di quanti sognatori « predicano pace - com'egli dice - a ogni patto, anche di disonore per le nazioni, e non s'adoprano a fondar la Giustizia, unica base di pace perenne » (SEI XVII, 40- 31); larve di pensiero tutti questi· disegni, che la realtà s'incarica in brev'ora di distruggere. Dinanzi alla · Europa che rinnegava senza dissimulazione il principio di nazionalità, ei dice fieramente : la pace del giusto mezzo non è quella che noi cerchiamo. la pa<;e vera universale non s'otterrà che attraversando la guerra: <1 Tutti coloro che parlano di conciliazione universale si stanno a un punto coli' abate di Saint-Pierre » {III, 51). « La pace - egli scrisse ancora più tardi - non può diventar legge dell'umana Società, se non attraversando la l~tta che :;tabilir~ la vita e l'associazione sulle basi della Giustizia e della Libertà, .sulle rovine d'ogni Potere esistente in nome, non dei principii, ma degli interessi dinastici» {SEI XV, 9). Per quanto credesse Rousseau, nessun Enrico IV apporterà la pace ai popoli ; la pace dei popoli non può essere che conquista dei popoli : « I popoli appartengono a se stessi e non possono essere materia di traffico o di compensi » {SEI Xl, 2~7). Falsa è ogni altra pace che non derivi da una comunione cosciente di principii e di intenti, dalla cosciente realizzazione dell'associazione, come della propria legge di vita. « L'equilibrio conducente alla pace, la così detta bilancia dei poteri, è menzogna inefficace se non è bilancia, equilibrio di giustizia » {SEI IX, 93). Oggi ancora - noi amiamo rievocare il monito del grande Italiano - oggi ancora, « l'intento che in un mondo dato ali'oppressione, ali' anarchia morale, alle corruttele del privilegio, al capriccio degli individui, alla forza brutale che lo so1Tegge,il dovere ci addita, è il trionfo della Legge morale, la soppressione di quanto contrasta al suo compimento, il riordinamento dell' Eoropa, la sovranità delle Nazioni,. libere, eguali, associate ». « Quando a sommo dell'edifizio voi avrete sostituito la Giustizia ali'Arbitrio, il V ero alla menzogna, il Dovere agli Interessi egoisti, la Repubblica alla Monarchia, avrete la pace : non prima » {ivi, 13). Lo stato di guerra, negato nel suo principio, avrà termine real~ mente il giorno in cui le libere nazioni costituiranno l'umanità cosciente della propria legge. L'umanità è il termine che costituisce la rivelazione dell'epoca nella quale entriamo : gli uomini devono oggi dare opera a tradurre nella realtà questa nuova linea di scoperta della Legge. RODOLFO MORANDI Biblioteca Gino • 1anco

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