La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

288 LA CRITICA POLITICA partito di piìt. E avremo una democrazia di più. Avremmo preferito avere una democrazia di meno e, possibilmente, una sola democrazia. Una democrazia che sia democrazia, che non gli giri attorno per essere tutt'altra cosa. Intanto si vorrebbe sapere in che cosa il nuovo partito si qistingua dagli altri di varia democrazia e cosa si proponga di più preciso. Il Congresso ci ha offerto un elenco di bei nomi e un grosso farde Ilo di relazioni - ottime alcune - su diversi problemi della politica, dell'amministrazione, dell'economia e della finanza, ma non ce lo ha detto. Ci ha dato la relazione Ferrero e il discorso Amendola, due cose che non vanno proprio molto d'accordo. Ferrero vede quale è il nodo centrale del problema e pensa che gli organi della volontà e sovranità popolare debbano essere i soli poteri dirigenti dello Stato ; Amendola vuole il Parlamento controllato. Ferrero fa risalire al sistema costituzionale, anfibio, la cause della attuale situazione ; Amendola vede nella costituzione solo delle lacune da colmare. Chiamati dal Congresso a combinare insieme l'ordine del giorno destinato a fissare i principi base del programma del partito, la collaborazione di Amendola si esplica nel togliere dall'ordine del giorno Ferrero l' it:iciso nel quale si afferma essere " il Parlamento, come organo della volontà e sovranità popolare, il maggiore potere dirigente dello Stato "' nel trasformare, cioè, una idea chiara in un'idea confusa, equivoca. Ecco l'ordine del giorno votato: "Il congresso d·ell'Unione Nazionale considerando : a) che lo, sviluppo storico della Società attuale accelerato dalla guerra mondiale, porti i popoli di alta civiltà ad un riassetto politico in cui l' investitura sostanziale del suffragio Biblioteca .Gino Bianco universale e il crisma della legittimità dei governi e del potere dirige_nte deH_oStato si immedesima con gh organi della sovranità popolare trov~nd.o il suo. limite e la sua ga~ renz1a, 1n un sohdo sistema di libertà statale e locale ; b) che se sforzandosi verso questo assetto politic~, l' It!llia compl la grande_ op~ra del R1sorg1mento, applic_herà 11nsultato pratico della vittoria e della guerra e ridarà al Gover- . no quella legittimità incontrollabile che solo può garentire in uno Stato 1noderno l'ordine e la libertà · . e). delibera .che questi principi siano I cap?saldt del programma del nuovo partito Democratico Italiano c?n lo sc?po di dirigere questo movimento nnnovatore n· Le discussioni del congresso ci hanno rivelato, oltre che due mentalità, due stati d'animo divergenti. Abbiamo visto un'anima intransigente, che concepisce l'organizzazione politica, oggi specialmente, come scuola di sacrificio e di formazione del carattere, ripugnante ad ogni idea di rinuncia e di adattamento. Abbiamo visto un'altra anima, possibilista, più politica nel senso vecchio della parola, disposta a rivedere ogni giorno la propria linea çli condotta, preoccupata sopratutto di non escludersi da nessuna possibità e per la quale l'astinenza è già troppo a lungo durata. È difficile che le due mentalità ' ma sopratutto le due anime, possano coesistere insieme, lungamente. Ma siamo in un periodo di rifacimento e come si _rifanno gli uomini' e le idee, possono rifarsi anche i partiti. 11Congresso Fascista. Approvate dalla Camera le riforme elettorali " fascistissime ,, delle quali si occupa il nostro direttore in altra parte della rivista, approvata pure la " legge sulla stampa" in una speciale seduta notturna chiesta d'urgenza dal Governo, il Partito Nazionale Fa-

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