276 LA CRITICA POLITICA adattabilità a tutti i climi spirituali - specie a quelli ancora primitivi - e in quello che codesta adattabilità può generare. Osserviamo il caso russo. Il misticismo slavo portato allo studio del materialismo storico originò un singolare momento spirituale che poi capovolse coi nuclei più maturi il mondo antico. Il socialismo in Russia prima della guerra altro non era stato che aspirazione .vaga e messianica al collettivismo, un ideale di vita moderna guardato e inteso con occhi di primitivi. Questa posizione statica quindi, non poteva tradursi in posizione di ~Unamismo rivoluzionario sul serio. Diede vita solo ai tentativi del 1904 e del 1907 domati senza grandi sforzi, a correnti come il populismo che sosteneva potersi passare da una fase precapitalistica al socialismo tout court e ad altri fenomeni simili ed affini. Del resto mancava poi una situzione interna che pern1ettesse l'azione efficace delle minoranze. Ma quando questa situazione venne creata dalla· guerra la rivoluzione di Kerensky inaugurò perciò una crisi senza saperla indirizzare alla solnzione. L'educazione che a grandi linee sopra abbiamo tentato prospettare, la mentalità amletica ricercante soluzioni al di fuori della vita attiva e incapace di subordinare l'azione· politica alle necessità dell'equilibrio interno causarono il sentimento, l'oscillazione fra gli opposti senza direttive aderenti ai bisogni vivi del paese, la pratica politica della giornata intanto che il bolscevismo faceva progressi giganteschi e si apprestava a risolvere la situazione con spietata energia. Lenin che è il grande eroe di questo momento rivoluzionario è perfettamente logico quando ripudia la socialdemocrazia, poichè il suo vigile intuito lo induce a scendere dalla superficie al fondo, alla mentalità da cui le ideologie traggono vita per stabilire posizioni nette. Egli, difatti, è marxista in modo completamente diverso dai socialisti rivoluzionari. In lui non si notano speranze di palingenesi, dubbi, scrupoli, incertezze in quanto egli non mantiene fisso lo sguardo nei cieli in attesa del sol dell'avvenire. Il feticismo del fattore economico invece gli fa considerare tutto in rapporto alla realtà. La sua filosofia, il suo sistema politico altro non sono perciò che teorizzamenti della pratica destinata a fissarla definitivamente in uno schema rigido e logico. Insomma egli concepisce tutto in rapporto alla storia, alla iniziativa autonoma, alla responsabilità individuale onde non si atteggia a profeta ed apostolo, non rivela verità. Dice al contrario quello che si deve fare, ostinandosi su pochi concetti fino alla aridità e alla monotonia, sen1:pre instancabile e testardo. E perciò il leninismo aderisce profondamente allo spirito mistico del popolo russo dandogli il mito per l'azione, evitando in m-0menti decisivi la discussione_ e la critica. Sono già celebri le frasi "tutto il potere ai Soviets "' " la terra ai contadini" etc.,In esse è sintetizzata la -sua essenza sovversiva. Lo Stato antico che si era sovrapposto al popolo e ad esso si trovava estraneo in tali enunciati riceve il colpo mortale. Qui è chiara una nuova concezione del medesimo come realtà scaturente dalle necessità della vita che esce dalla immobilità e diviene movimento. È evidente l'inizio di una nuova fase di esistenza opposta e conseguente alla precedente con l'adesione al potere di parte del popolo. Adesione che essendo frutto del marxismo, parte fondamentale della cultura d'occidente, serve dunque a dimostrare lucidamente e definitivamente come la rinascita russa non ha altra via che questa. L' inserimento sempre più integrale nella vita europea. Biblioteca Gino Bianco •
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