La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

"La dignità umana,, A proposito di un libro di P. GILLE, professore all'Istituto degli Alti Studii del Belgio: Esquisse d'une philosophie de la dignité humaine (F. Alcan, editore). < La dignità umana I > una gran bella espressione, che evoca nel nostro animo non so quale sentimento di nobiltà, di fierezza, di elevatezza . .Questo sentimento, - che può essere più sviluppato in taluni individui, ceti o aggregati, meno in altri, - si direbbe oggi quasi che manchi pur troppo alla generalità degl' individui della nostra specie, e specialmente ai nostri contemporanei, e più specialmente ancora (se posso dirlo senza fanni gridare la croce addosso) ai nostri concittadini, colpiti da una specie di < follia avvilente >, come quella di cui parla il Letourneau a proposito ~i certe monarchie barbariche dell'Africa tropicale. Ma a guardare oltre il fenomeno politico transitorio è facile scorgere che un sentimento della dignità umana (che non sarà quello amore . eroico per la libertà che < sa chi per lei vita rifiuta>, ma ne è il germe) vi è anche nell'uomo più rozzo, più ignorante e politicamente, più < passivo > e incosciente di questo inondo. Anzi più si è negativi nella vita pubblica, più si è proni ai voleri di chi comanda, più si è rassegnati alle violenze e prepotenze del padrone, e più, talvolta si è fieri, si è intolleranti, e non di rado anche prepotenti nella vita privata. L' uo1no più rozzo sente la propria dignità in confronto co' suoi pari: reagisce ad ogni parola od atto, che suoni offesa al suo. amor proprio e possa degradarlo nella stima de' suoi amici e conoscenti, reagisce, fino al delitto, rischia la vita per non vedersi umiliato, non ammette quasi che altri possa avere più coraggio o maggiore forza fisica di lui, sa e sente che egli non può vivere in società, se quelli fra cui vive non lo sanno disposto ad affrontare ogni pericolo per non subire una sopraffazione. Questo < diritto e dovere di resistenza>, che l'uomo oppone all' ingiustizia e alla prepotenza altrui è il principio della saggezza umana, e molti che non trattiene il rigore delle leggi, o si stimano e spesso sono superiori alle leggi, si astengono dal delinquere in danno dei loro sottoposti per timore della reazione privata dell' individuo offeso o de' suoi parenti ed amici. Infine, se l' uomo non fosse dotato di questo sentimento primitivo di dignità, che è l'embrione del sentimento della giustizia, la società non ... Biblioteca .Gino Bianco ·

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