La Critica politica - anno V - n. 6-7 - giu.-lug. 1925

.. • Dal Patto di Londra alla pace di Roma<*> ' (Documentidella politica che non fu fatta) L'azione diplomatica svolta dall'Italia durante la guerra europea non ha quasi più nessuno - ad eccezioneforse del Giornale d'Italia - che l'esaltio se ne dichiari soddisfatto. La criticano vivacementegli uomini che sonoora al governo,perchè attribuisconoad essa la mqncatavalorizzazionedell'Italiadi fronte agli alleati al momento della pace. La criticanoi democraticichef acevanocapo a Leonida Bissolati i quali pure essi - per altri motivi - le rimproveranodi · non aver preparato all'Italia quella situazione e quei risultati per i quali essi' avevano, ardentemente,affermato la necessitàdella nostra guerra. . Un esame dell'azionediplomatica di quel tempo, dal punto di vista democratico, si trova ampio e documentatoin un grosso libro recentedi Salvemini che ha destato molto interesse e sarà certamentemolto discusso.Quì ne parla il dott. Caffi con assoluta obiettività. I documenti raccolti da Salvemini vanno da un suo articolo sulla Dalmazia pubblicato nel novembre 1914 al di~corso che egli nel 1921 pronunciò alla Camera dei Deputati per l'approvazione del Trattato di Rapallo. Quale epilogo e a mo' di " quod erat demonstrandum ,, figurano due atti pubblici del 1924: gli accordi con la Jugoslavia e con la Cecoslovacchia, firmati a nome dell'Italia dal capo di quel partito che non aveva risparmiato nulla per impedire un accordo con le nazioni slave e che, giunto al potere, fece sue le pratiche conclusioni dei fautori di tale acc6rdo. La storia della "politica che non fu fatta" si conclude con l'autenticato fallimento della politica ch·e " effettivamente fu fatta ,,. In un altro suo scritto - (la prefazione alle "Prime lettere meridiònali ,,. del Villari) - Gaetano Salvemini rilevava come quei "documenti storici di una fase della vita napoletana, ormai l 1 argamente superata" dovessero rappresentare per gli italiani d'oggi " una ragione di ammonimento, piil che un motivo di soddisfazione, perchè dimostrano che non c'è problema spaventoso - e quello di Napoli fra il 1860 e il 1880 era spaventoso - il quale non si possa avviare a soluzione. Ma la solu~ione in questo caso è stata avviata dal cieco andamento delle cose .... piil che da volontà consapevole degli uomini. .... Nè si è realizzata senza grande sperperi, senzà contraccolpi di nuov·e ingiustizie sociali ...• " Sapremo noi mai fare per impulso di libertà veggente quel che è stato fatto sotto la spinta " di ineluttabili necessità? La stessa domanda angosciosa - ma con piil disperata forza perchè tanto maggiore fu lo " sperpero ,, di cui questa volta si tratta - viene spontanea quando si sono riletti di seguito gli articoli già apparsi in quella gloriosa vox in deserto clamantis che fu l'Unità di Salvemini e sopratutto (*) Di GAETANO SALVEMINI - Editore Piero Gobetti, Torino 1925, pag. LXXII 360. - Prezzo L. 16. Biblioteca Gino Bianco

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