La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

Rivoluzionari e Costituzionali Che ci si batta oggi per una restaurazione pare pacifico ; restaura-. zione di quelle elementari libertà politiche che furono sancite in una carta statutaria piemontese giusto settantas~tte anni or sono. Bene converrà allora riconoscere che quell'equilibrio durato fin a pochi anni da oggi fu rotto. Converrà, per darsi una ragione non del tutto superficiale e limitata della condizione attuale, riconoscere l'origine ed il carattere rivoluzionario del fascismo ; con grande soddisfazione dello stesso, che tanto e del resto a ragione, ci tiene, e con buona pac·e di chi lo tenne a battesimo se anche oggi per caso si trovi tra gli oppositori più infervorati. Che questa verità non voglian riconoscere i signori costituzionali è umano, in quanto· costituirebbe per tanta parte di loro una confessione che deve saper di troppo forte agrume ; ma che questo non si faccian chiaro i rivoluzionari è cosa molto men facilmente giustificabile. Noi non pensammo mai di disconoscere la rivoluzione fasci sta. Non rivoluzione morale, intendiamoci, non rivoluzione reJigiosa, come i di-· versi Gentile hanno il toupet di pretendere. Aberrazione morale e religiosa piuttosto, perchè una rivoluzione di palazzo, cui quella fascista pare assai facilmente comparabile, è quel bel fiore, la storia c' _insegna, che sboccia solo tra lo sfacelo dei senti_menti civici di una nazione, nei periodi di turbamento più profondo della società, o sia in ore di crisi morali gravissime. Individuiamo in questa < rivoluzione > il fascismo, ed allora avremo assai chiaramente definito la portata, la mèta ed i mezzi della nostra opposizione. 11 fascismo, abbiam detto, non i fascisti di oggi. Il fascismo, crisi di pensiero e di coscienza di un popolo. E vediamo quanti degli odierni oppositori non portano un poco il peso, la responsabilità di questa crisi ; e consideriamo se convenga affidarci nelle loro mani, anche noi con loro gridandò il gran grido di guerra: Torniamo allo Statuto. Consideriamo se valga la pena di batterci per un Giolitti che resse con molle pugno le dande al fascismo, per un Orlando, eletto ali' insegna del fascio e della scute, per un Salandra, che del fascismo fu il padre, il figlio e lo spirito satanico .. Consideriamo se convenga far penitenza per una < gaffe Facchinetti >, per non ferire la suscettibilità dei popolari, di coloro che, se la memoria non ci falla, seppero trovare per il primo governo fascista diversi fedeli e convinti collaboratori ; di demosociali ed altra gente ancora, che, anche più dei popolari, furon col / ascismo Biblioteca G·inb Bianco

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