La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

• RIPRENDENDO IL DISCORSO: DELLE ELEZIONI E DEL PROGRAMMA 101 nunciarsi, di prendere pòsizione, anche perchè si acquisti l'abitudine a fare un pochettino anche da sè e a calcolare sulle proprie forze. In questo senso, per un ricominciamento, come semplice mezzo, senza farsi illusioni e senza determinarle, le elezi~,1i - dove le lascieranno fare e dove si avrà sufficiente decisione per farle - possono anche servire. Le varie forze di opposizione debbono cioè essere poste, da oggi, nella condizione di decidersi. Costituzionali, democratici, rivoluzionari protestare insieme possono; operare insieme, no. < Per lo Statuto e nello Statuto >: non può essere questa la base di un programma comune per una azione comune. Anche per la ragione che non preciserebbe e non garantirebbe niente. Collo Statuto il fascismo è a posto, dal momento che in esso non ha trovato ostacoli alla sua affermazione e alla sua azione. E non è col grido < ritorniamo al 19211:) che si può rispondere al fascismo quando parla di riforma dello Stato e frattanto la opera interpretando legittimamente lo Statuto nel modo che gli conviene. Il 1921 non è un ideale per il quale molta gente riesca a commuoversi. L'Italia deve andare avanti. E deve giovarsi delle molteplici esperienze fatte negli ultimi anni. E, ad ogni modo, gl' italiani debbono essere messi nelle condizioni di stabilire p·er loro conto (anche se per ora non sono nelle condizioni di scegliere) se vogliono restare al fascismo, o ritornare al '21 o darsi una terza soluzione. È la terza soluzione che bisogna offrire. Non giova essere o dimostrarsi agnostici. Unitari, popolari, democratici, debbono decidersi: o accettare la formula < per Io Statuto e nello Statuto >, che essendo pure quella dei fascisti non può avere nessun valore programmatico, o riconoscere in modo esplicito che la attuale costituzione si è dimostrata pratica1nente incapace a garantire la libera manifestazione e affermazione di tutte le opinioni e di tutti gl' interessi e che come tale non risponde alle legittime esigenze dei tempi e al bene collettivo della Nazione. È il fascismo stesso che ha posto il problema della riforma costituzionale. E la compie I Non c'è, dunque, che seguirlo sullo stesso terreno. Non già per arrivare alle soluzioni estreme. Ma nemmeno per limitarsi ad un programma che non potrebbe tranquillizzare nessuno. OLIVIERO ZUCCARINI ) Procurate abbonati alla CRITICA per l'anno in corso. Fatela penetrare nei Circoli di lettura, nelle Biblioteche. Fate abbonare i vostri amici. Biblioteca Gino Bianco

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