REGIONALISMO 139 di Perugini di Macerata e pannelli di Francesco Carnevali che alla camera sovrintenderebbe, · La terza sala, assai vasta, accoglierebbe mobili di Paolucci con imitazioni all'antico, ma, come egli sa fare, nuove creazioni dello spirito dell'arte cinquecentesca c~e risalterà cosl vivificata da un nuovo soffio di vita. A.Ile pareti opere dei maggiori artisti marchigiani. Nel quarto ambiente, un solenne salone che verrà conve- .nientemente addobbato in guisa da eliminare la veemenza della sua colorazione e della sua illuminazione e sarà allietato nel mezzo da una fon tana, si concentreranno sopratutto le ceramiche e i cuoi. Insomma è possibile dire fin d'ora che la sezione farà onore alla regione e ne riaffermerà l'alta significazione nel movimento artistico contemporaneo. Alla Romagna sono state assegnate 4 sale e la grande galleria. Della sezione sarà una delle principali manifestazioni la sala Faentina, il cui ricco e modernissimo mobilio di stile romagnolo contemporaneo è già stato disegnato da Giovanni Guerrini, insegnante all'Istituto artistico di Ravenna, e si sta eseguendo nei laboratori della· ebanisteria di Eleuterio Casalini. Questa sala faentina ospiterà inoltre le maioliche della scuola nazionale di ceramica diretta dal prof. Ballardini, quelle dei Bubbani, del Melandri, della Società < La Faience > e di altre fornaci locali per le quali formeranno i modelli il Nonni, il Malmerendi, lo scultore Zambelli ed altri della valorosa schiera degli artisti romagnoli. Da Imola verranno -fa Cooperativa Cera .. mica e parecchi artisti raggruppati intorno a Rezio Buscaioli e Gildo Guadagnini. Da Rimini il pittore Ravaion, da Brisig,hella Giuseppe Ugonla, da Ravenna l'istituto d'arte che organizzerà una sala dedicata ai saggi degli scolari ed _un'altra ai bozzetti decorativi del Guerrini, il quale è stato vincitore del concorso per il manifesto reclame della Mostra. Per Forll esporranno il maestro Angelo Vio ceramista e la signora Gibertlni Violante. Avremo inoltre Mostre speciali del Matteucci con i suoi ferri battuti e dei < Fratelli Lega>, editori intelligentissimi i quali esporranno, tra l'altro, gli originali delle copertine della rivista regionale < La Piè > dovuti come è risaputo, a giovani promettentissimi artisti di Romagna e riusciti veri gioielli del genere. Ci auguriamo che _lealtre regioni, nella organizzazione della loro mostra, prendano altrettanta cura e interesse delle regioni marchigiana e romagnola! La seconda Biennale segnerà cosl un vero avvenimento artistico e costituirà una rivelazione per molti. Bibliote·ca Gino Bianco RECENSIONI HENRY JoLY: Les crises sociales de l' /talie. Paris, Librairie Accadémique Perrin et C. - Fr. 7,50. L'a. non ha grande stima dell'Italia e degli italiani. Apprezza del nostro popolo lo sviluppatissimo sentimento della famiglia e che costituirà sempre una potente risorsa della nostra vita sociale e nazionale, ma ci considera molto indietro sulla via del progresso industriale, agricolo e intellettuale e nelle condizioni stesse del vivere civile. Lo hanno colpito sopratutto le differenze profonde di coltura, di condizioni economiche, di vita e di costumi tra regione e regione. L' unità morale degli italiani - egli afferma - non è ancora raggiunta, meno ancora è in via di formazione l' unità economica e sociale. L'a. nega, ad esempio, che l'Italia Centrale costituisca un tratto di unione efficace tra i1 Nord e il Sud del regno, così differenti da tanti punti di vista. < In realtà noi vi troviamo - scrive - una situazione statica quasi egualmente distante dai due estremi, quantunque più vicina àlle condizioni del mezzogiorno>. Quanto a Roma la sua funzione è del tutto opposta a quella che Parigi esercita sulla Francia. < In Francia è dalla capitale parigina che parte ogni movimento politico. Finora le provincie hanno sempre accettato le rivoluzioni che loro imponeva Parigi. In Italia si potrebbe quasi dire, ben lungi che tutto parta da Roma, che tutto a Roma finisce>. È fuori di Roma che si reclutano e si formano le truppe garibaldine e < i Mille > di Sicilia. È dalla provincia che partono i contingenti destinati ad aprire la breccia di Porta Pia. E l'ultimo movimento fascista si conclude con < la marcia su Roma>. < Non si può negare in ogni caso che nè la vita industriale, nè la vita commerciale, e nemmeno la vita scientifica e letteraria d' Italia ricevano da Roma impulsi forti e decisivi. Roma capitale rimane una semplice bandiera sempre acclamata come il segno dell'unificazione. nazionale>. Ma non più di questo. Il Joly si sofferma lungamente sulle condizioni delle provincie dell'Italia centraÌe, osserva come le opere di bonifica - specialmente nel Lazio, dove le condizioni igieniche ·ed agricole sono peggiori - si compiano con una estrema lentezza. Nota - per il problema rurale - come ogni progetto per la costituzione della piccola proprietà sia stato:inconsultamente e violentemente posto nel nulla. Egli spiega i perturbamenti sociali a cui l' Italia è andata soggetta negli ultimi anni coll'assenza di buone organizzazioni puramente sindacali tra i lavo-- ratori, colla mancanza di ogni incoraggiamento
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