La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

RIPRENDENDO IL DISCORSO : DELLE ELEZIONI E DEL PROGRAMMA 99 che non si riesce ad individuare e che tuttavia si sente per ogni dove, che preoccupa e infastidisce il fascismo. La funzione dell'Aventino è altres\ una funzione limitata : negativa in quanto non oppone un programma o un proposito di successi, ,ne al fascismo, solo si dfiuta di riconoscergli la tegittimità del diritto a governare. Non può durare in eterno e cioè oltre lo spazio della presente legislatura. Può anzi considerarsi esaurita dal giorno che una nuova legge elettorale ha messo in mora la Camera del 6 aprile. Il momento dell'Aventino è, insomma, passato. Il suo risultato maggiore è nell'avere immobilizzato all'opposizione una cinquantina di deputati che forse non avrebbero avuto la costanza di restarvi. Tuttavia esso può ancora rendere all'opposizione un servizio. C'è un motivo per cui potrebbe restare in funzione, rivalorizzarsi, finir bene : la preparaziol\e dell'astensione generale dalle elezioni venture. È la sola conclusione logica delle premesse da cui è uscito. Ed è il solo modo in cui dei deputati possono - senza sospetto e con autorevolezza non discussa e non discutibile - impegnare i singoli partiti da cui provengono nel1' unico terreno sul quale le opposizioni possono trovarsi d'accordo. Ma dovrebbe essere detto subito. Doveva anzi essere deciso e dichiarato il giorno stesso in cui veniva approvata la nuova legge elettorale. L'aver ritardato, il ritardare lasciando campo agli equivoci ed alle incertezze è già una debolezza. Ho ragione di te1nere che manchino sull'Aventino la forza e la volontà di arrivarvi. Ma appunto per ciò bisogna provocare una decisione. L'Aventino' può restare in quanto i deputati che Io compongono si propongano di non ripresentarsi e di non partecipare alle elezioni. Il patto che ha stretto i depùtati fuori dell'aula può solo in tal senso impegnare i partiti di fronte al Paese. La protesta contro la legittimità di questa Ca1nera sarebbe in tal modo mantenuta contro quella di domani destinata ad essere figlia di questa. Ma se il patto si rompe, se la protesta finisce, se la incompatibilità che esisteva con questa non deve rimanere colla Carnera futura, se si ammette che nuove elezioni col sistema adottato restituirebbero la legittimità alla funzione parlamentare, se I' Aventino .chiude la sua azione con un suicidio (chè sarebbe un suicidio) allora ogni partito, ogni gruppo ha il dovere di riprendere nel paese intera la propria libertà di azione. L'Aventino, insomma, può restare e servire a un patto : di mantenersi rigorosamente sul suo terreno negativo. Diverrebbe pericoloso appena pensasse di uscirne. Lo è già in qualche modo per il fatto che mostra di avere delle incertezze. Non si chiudano gli occhi per non vedere. Il pericolo (e io credo che si tratti di un pericolo) si evita avvertendolo e denunciandolo in tempo. Le preoccupazioni elettorali si fanno sentire sull'Aventino e potrebbero addimostrarsi più forti della volontà astensionista. In qu.esta Biblioteca Gino Bianco

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