La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

. BONIFICHE MERIDIONALI 115 bonifiche meridionali si faranno dopo che i fiduciari politici regionali si saranno istruiti visitando i prosciugamenti meccanici o le colmate, seguite da messa a coltura intensiva, della bassa valle del Po e bassa Romagna. No, le bonifiche non si faranno, ma con tutta probabilità con la scusa delle bonifiche si vareranno parecchi carrozzoni, a beneficio di questo o quel concessionario ! Se c'è un argomento in cui il criterio della più larga possibile autonomia regionale dovrebbe trionfare per il bene del Paese è questo delle bonifiche ; ma non se ne farà nulla, tanto è vero che si dà per sicura la mostra nazionale delle . bonifiche, che sarà poi quella della bassa valle del Po e della Romagna. Ma I' Italia - è stato detto in questi giorni - si comanda da Bologna ! 1\ proposito d'ipercritica Con molto garbo e con parole di elogio ( di cui gli siamo riconoscenti) per questa rivista, il Mondo, In un articolo del 19 corr., ci muove il rimprovero di essere inopportuni due volte : quando ci preoccupiamo del metodo della opposizione e quando ci preoccupiamo che la opposizione o almeno una parte cospicua di essa si dia un minimo di programma per l'Italia di domani. Non è questo il momento I Noi pensiamo invece - e non facciamo che ripetere quanto già dice altrove il nostro direttore - che sia appunto questo il momento di battere e d'insistere. Nell'interessa della opposizione. Per rettificare il tiro, per migliorare le posizioni, per apprestare più efficaci difese e materiale di attacco. Tattica è mobilità. E non è detto che, perchè una dozzina di parlamentari (i quali si ostinano a rimanere spiritualm,nte tali anche se.... il Parlamento non c'è) si sono costituiti in Comitato direttivo pernianente delle opposizioni nel paese, non resti per noi oggi do,nani sempre altro obbligo che obbedire senza dist'utere. Ieri - prima che i risultati si vedessero - potevamo farlo e l'abbiamo /atto, pur dissentendo. Oggi no. Non ce la sentiamo di lasciarci condurre passivamente oggi e cioè proprio mentre la situazione è mutata e una nuova se ne sta preparando. Possiamo ignorare, ad esempio, che stiamo entrando - se non siamo già entrati - in pieno periodo elettorale? E non dovremmo dire esplicitamente, senza preoccuparci di anticipare o di pregiudicare le deliberazioni da prendere, se dovessero essere prese in tal senso, che la costituzione dell'Aventino in Comitato elettorale sarebbt una cosa mostruosa e tatticamente, per i risultati, un gravissimo errore? E del programma, sì, pure ci preoccupiamo. Non per pretendere che tutti pensino ,sattamente come la pensiamo noi e vogliano le stesse identiche cose; ma perchè qualche cosa bisogna pure che le opposizioni dicano di volere; ma perchè la libertà che in astratto è niente diventa qualche cosa e vale quando è posta in termini concreti; ma perchè al fascismo che riforma e sconvolge tutto l'ordinamento dello Stato ponendo problemi che rest•ranno anche dopo la sua scomparsa, e che anzi allora diventeranno immediati e formidabili, JtO!I, si può rispondere: < di quest, cose non ci occupiamo nè vogliamo occuparci, chè a farlo avremo tempo dopo>. Tener /ermo • guardare in /accia l'avversario, senza però nascond,rsi in tasca le proprie opinioni: questo è il dovere. Bisogna eh, gl' italiani si formino nella dura e /ors, lunga battaglia antifascista, e la battaglia non può in tal senao giovare ss non è anche revisione, meditazione, studio, preparazione. Il fascismo è stato un f,- nomeno di disorientamento. Gl'italiani di domani debbono essere orientati, debbono sapere ciò che vogliono e ciò che debbono fare. A questo patto la battaglia b bella e merita di essere combattuta. Se no, no. Noi slamo per combatterla intera e fino alla fine. iblioteca Gino Bianco

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