La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

108 LA CRITICA POLITICA -che secolo, nel mentre par possibite ridurre al minimo i costi della pace senza troppo restringere ·1~ propria libertà d'azione di fronte all' i1npreveduto. È quindi più che probabile che il Protocollo sarà radicalmente emen- ·dato sì da essere accettabile ai Dominions e non osti~o agli Stati Uniti e sì da non escludere la possibilità di revisione pacifica di trattati vigenti - ipotesi quest~ che ad ogni modo richiederà molti mesi e forse qualche anno di tempo e che frattanto lascerebbe insoluto il problema della sicurezza francese e del disarmo - ovvero esso· sarà messo da parte, nel qual caso quest'ultimo problema si farà anche più grave. A molti di opinioni progressive sembra che con gli emendamenti già suggeriti più sopra, esso potrebbe al.meno essere ratificato per un periodo · di quindici anni, salvo più tardi rivederlo nella luce dell'esperienza così acquistata ; .e che i rischi di guerra o di complicazioni che esso porta nel proprio seno non sono maggiori, anzi sono minori che quelli del persistere nei n1etodi fin qui invalsi; e per c~nto mio non esito a pro ... gnosticare che i principi fondamentali di esso trionferanno non appena tornino al potere i liberali o i laburisti o una coalizione d' entrambi. L'opinione pubblica inglese Io vuol corretto, ma non ne vuol l'estinzione . . II popolo inglese che è un popolo eminentemente sperirnentale è -oscuramente conscio che il problema della sicurezza europea e mondiale non vien deciso solo a Ginevra. Non si è del tutto scontenti che le difficoltà del Protocollo stiano per rendere impossibile la Conferenza pel disarmo già fissata pel prossimo giugno e alla quale, in quanto convocata dalla Lega, gli Stati Uniti non avrebbero aderito; e, viceversa stieno per rendere possibile una Conferenza pel disarmo indetta dagli Stati Uniti e avente per fine la fissazione di proporzioni massime anche pei · tipi di navi non corazzate, per gli incrociatori, pei so1nmergibili e per gli .aeroplani, secondo il precedente stabilito dal trattato di Washington. L' Impero Britannico, che ha già ridotto la sua flotta, in quanto a spese, a quel che era nel 1902, prin1a che s'affacciasse il pericolo tedesco e che, in materia aerea è ancor lungi dall'esser pari alla Francia, sarebbe lietissima' di poter disarmare ulteriormente qualora ciò venisse reso possibile dalla abolizione dei som1nergibili. L' Inghilterra, che è un' isola sovrapopolata, che importa quattro quinti del suo cibo e delle sue materie prime e che è centro d'un impero oceanico e pluricontinentale è certo la più interessata all'abolizione di detta arma; ma essa è anche convinta che l'esperienza ha dimostrato che la fede in essa riposta dagli Stati ostili a tale abolizione è ingiustificata nella luce dell'esperienza e che è almeno vero che i costi complessivi della guerra a base di sotto-- marini e della difesa contro qi essi si eguagliano e i vantaggi si neutralizzano. In Inghilterra si è convinti che il so1nmergibile ha scarsissimo valore contro navi da guerra e non ha formidabile va1ore che contro navi mercantili e convogli di trasporti indifesi. Tosto che questi sono Biblioteca Gino Bianco

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