La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

DAL CONTINGENTISMO...• RIVOLUZIONARIOAL GRADUALISMOISTITUZIONALE 67 tosi conservatore nell' intento di conservare sè stesso, come dell'opposizionismo, che ha dichiarato, nei suoi molteplici e chilometrici proclami, di voler agire nell'orbita della costituzione ed a ·lifesa delle libertà statuarie, a garanzia delle quali i repubblicani, o certi repubblicani, intendono a dar vita a nuovi istituti. La verità è, purtroppo, che non sarà mai affiancando coloro che monarcheggiano, e li1nitandosi a questo affiancamento o cercando di migliorare l'odierno regime con l' integrarne la struttura mercè nuovi istituti, ·che il popolo potrà realizzare la sua idealità libertaria e sociale. La quale conseguiterà soltanto, come effetto a causa, ad un verace e vivace rinnovamento istituzionale. Abbiamo detto < ·rinnovamento istituzionale > ossia politico; e qui dobbiamo intenderci. Vi hanno dei momenti nella storia che paiono propizii a rivolgimenti politici ed altri a rivolgimenti di carattere sociale. Nonostante l'affermazione in contrario dei comunisti, oggi in Italia la crisi e la soluzione hanno solo caratteristiche politica. Giuseppe Ferrari e Krapotkin avrebbero svalutato a priori il carattere limitatamente politico di una ri1.o>luzione (essi che furono cos} vicini tra loro nell; identificare nella questione agraria la questione sociale e nel criticare il pensiero del secolo XVIII, sebbene discosti nella concezione filosofica della politica e della rivoluzione), ma le loro concordanti previsioni quasi matematiche su una rivoluzione mondiale sociale a scadenza fissa, cioè alla fine del secolo XVIX, non si sono affatto avverate, appunto perchè essi vollero vedere in ogni fermento rivoluzionario il processo preparatorio di rivoluzioni di carattere solo o prevamentemente sociale. Ben sarebbe stato che fin dall' inizio di questo periodo di crisi, o, almeno, al momento della sua maggiore esasperazione, più chiara nozione del carattere politico e della soluzione politica della crisi stessa avessero avuto tutti i partiti così detti estremi e anche quelli di carattere prevalentemente sociale. Il non avere intuito questa varietà, il tardare tuttavia a rendersene conto, il preludere odierno ad una tattica ri"! ,formistica (a cui alcuni s'incaricano di dar, perfino, veste ~pirituale e teorica), tutto questo porta siffatta conseguenza : che ad un periodo di fermenti rivoluzionari pur senza una disciplina tecnica e senza direttive .conclusive, subentra, naturalmente, un periodo di reazione, quale è sempre succeduto alle promesse e poi mancate rivoluzioni. Un pericolo deld' aventinismo era questo, appunto, che alla lunga e inconcludente mi- .naccia degli opposit0ri potesse seguire un periodo di reazione politica, .avallata dal regime. La lotta doveva essere per la realizzazione della libertà e dei suoi .istituti (non, ormai più, della vecchia libertà costituzionale e di istituti limitati a garantire questa) e non esclusivamente antifascista : ecco perchè revubblicanismo e aventinismo non avrebbero dovuto tran1utarsi in due fratellì Siamesi con un .1u11icol~game ombellicale da non potersi tagliare Bibli .teca G·no Bianco.

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