La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

.. LO STATO BORBONICO PRIMA DELLA RIVOLUZIONE 21 · della nuova cultura romantica ed idealistica, e la prova del 48. La dinastià non accetta l'offerta della nuova classe dirigente. Essa si isola e prepara la sua rovina. Il lavoro del Croce è di storico e di filosofo. Il periodo carotino è visto co~ rara conoscenza delle fonti e squisitezza psicologica inarrivabile. Solo io non vorrei che la tesi: la vera storia di un popolo non è quella giuridico-sociale, ma quella, etico morale, sostenuta nel capitolo V della Introduzione, desse luogo ad equivoci. Il pensiero del Croce è sempre espresso con una abbagliante perspicuità; molto spesso però questa quasi ecces- . siva chiarezza giuoca dei brutti tiri a coloro che lo accettano senza un attento esame critico, che ne stabilisca i limiti e ne preèisi il significato. Riportiamo a questo proposito un periodo nel quale egli imposta la questione: " [Della storia etico-morale, e in alto senso politica] .... propriamente ed " unicamente s' intende parlare quando si loda la virtù di un popolo, e non " dei costumi e delle leggi che gli furono trasmessi o imposti; e di costumi "e di leggi altres} ma in quanto esso li volle o li respinse, li asser} o li "abbattè, per un suo ideale etico e seguendo impulsi etici n· L'ammissione contenuta nell'ultima frase riesce a fare intendere meglio il pensiero del Croce. Anche i costumi e le leggi entrano dunque nella storia, come risultato dell'operare u~ano, purchè nell'affermarli o nel combatterli il popolo sia stato guidato da un suo ideale etico. Sembra però allo scrivente che in tal maniera una gran parte di oscura · ma pur significativa attività umana venga esclusa dal campo della storia. Usi, istituti giuridici, ordinamenti economici svariatissimi vengono elaborati con perseverante fatica dalla collettività come prodotto della volontà, - per motivi utilitari individuali, senza alcun proposito od impulso etico. Ma pur tuttavia ciò è ben lungi dal rappresentare il risultato di [un'azione autoritaria, dall'alto, anzi è al contrario quanto di più intimo può essere creato da un alveare umano, e ne è la più profonda espressione di vita. E se di tanto in tanto affiora un impulso etico in questo interiore travaglio, tanto meglio ; esso potrà d·argli il caratteristico colorito d' un ideale morale, ma l' intiero edificio resterà sostenuto dalla interferenza e dall'accordo sponta- · • neo di volontà guidate dal semplice interesse. Ora perchè tanta e cos} originale parte della vita di un popolo davrà essere considerata come non vera storia 3' Chi potrebbe dire se alla gloria ed alla potenza di Genova abbia più contribuito il mito del labaro crociato di S. Giorgio o l'avventurosa cupidigia dei suoi mercanti? È verissimo che promotori della storia etica sono i ceti e gruppi che si chiamano dirigenti, e gli individui che si dicono politici e uomini di stato, ed ha perfettamente ragione il Croce quando polemizzando col Cenni nega questo carattere ai giuristi ed avvocati, difensori per necessità d'ufficio di tutti gli interessi particolari, siano essi buoni o cattivi, utili o dannosi. Ma questa considerazione non ci deve condurre a negar posto nella vera storia ai pastori molisani ed abbruzzesi che scendendo annualmente nelle piane di Capit,anata, guidati dai loro interessi e serenamente desiderosi di lucro, crearono, ducato per ducato, una ricchezza mobiliare, presto convertita in immobiliare, che permise a molti loro discendenti di elevare il loro intel~ · Biblioteca. Gino Bianco

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