La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

UN PROBLEMA SPlRITUALE DEL PARTITO REPUBBLICANO 13 éoloro che ad esse obbedirono. Ma a parte il fatto che quei precedenti non costituirono tutti degli errori, come troppo spesso e con soverchia disinvoltura si afferma, resta inoppugnabile la considerazione che le analogie nella valutazione degli eventi storici sono fallaci e difficilissime. Il garibaldinismo generoso e confusionario, il repubblicanesimo condizionato, il radicalismo, la pratica democratica dei tempi immediatamente anteriori alla guerra, sono tutti precedenti nei cui termini si cercherà invano di esaurire la realistica passione repubblicana di molti dei giovani tornati dalla guerra e maturati nel crogiuolo incandescente dei grandiosi avvenimenti dell'ultimo decennio. In questi giovani l'educazione, la coscienza e gli obbiettivi sono decisamente e alacremente repubblicani : ma per le esigenze della loro coltura e della loro mentalità essi sentono il bisogno di agire sensibilmente su la vita politica del loro paese e di combattere ogni giorno le loro battaglie. FERNANDO SCHIAVETTI Alle domande che lo Schiav(!tti pone con quest(! suo articolo, la nostra rivista dà una risposta molto chiara: un'azione repubblicana, aderente alla realtà e rispondende a esigenze insopprimibili del popolo italiano, non può non essere federalista, da quando il processo di accentramento dello Stato e della Banca si è talmente intensificato da fare apparire evidente la incompasibilità fra accentramento e libertà. Come giustamente notava Rodolfo Morandi in un suo recente articolo pubblicato nella Rivoluzione liberale, il problema delle _autonomie non è un probblema di diritto amministrativo, ma è squisitamente e nettamente politico-sociale, e noi come -tale lo ponemmo. La nostra concezione ci ha permesso e ci permette di differenziarci nettamente dal radico-socialismo dei plutocratici e della burocrazia, dal comunismo autoritario, dal popolarismo che predica le autonomie e si dà una organizzazione accentrata e dal fascismo sia esso sindacalista alla Rossoni e reazionario alla Federzoni. Per essa noi abbiamo una sagoma nostra e un angolo visuale nostro per tutti i problemi politici e sociali, che agitano la vita italiana. 1 repubblicani si mettano decisamente per la nostra via e, troveranno il punto di contatto fra la_realtà e le loro aspirazioni ideali risolvendo il problema spirituale posto con tanta sincerità dallo Schiavetti. PRETESA ASSURDA Non v'è legge d'uomo che possa fare gli uomini diversi da quello che. sono. È una pretesa assurda - smentita da tutta l'esperienza passata e re- 'cente - che per realizzare f umana felicità sia indispensabile fissare agli uomini le regole anche più minute del loro operare. Tutti i riformatori sono caduti in questa assurdità : gli utopisti come i pratici, i pratici riuscendo solo a procurare all' umanità sacrifici maggiori. Esempio recente: la Russia. Ancora più assurdo è che la capacità e il privilegio di determinare tali regole debbano spettare solo ad alcuni uomini. La vera felicità, il vero bene è quello che ogni individuo si procura e realizza da sè e per sè, a proprio modo. E per ciò unicamente esiste un problema di libertà che è il problema stesso dellq Stato in quanto i cittadini debbono veder realizzate negli ordinamenti politici le condizioni indispensabili per muoversi e per progredire senza disturbare ma anche senza essere disturbati . .BibliotecaGino Bianco ~

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